COSTRUIRE FUTURO
di Tania Cità - Il ccnl ania è finalmente in cassaforte. Dopo oltre tre anni dalla scadenza del Contratto Nazionale e dopo 20 mesi di difficile negoziato, il 22 febbraio 2017, a Roma, al termine di una lunga NON STOP è stata siglata l’ipotesi di Accordo del CCNL ANIA grazie anche alla forte tenuta unitaria di tutto il sindacato. Un lungo elenco di richieste fortemente peggiorative degli attuali istituti contrattuali sono state respinte: doppi regimi rispetto ai neoassunti, riduzione scatti anzianità. . leggi tutto.
FisacSostiene
L’Educazione Finanziaria
EDITORIALE
a cura della Fisac Cgil Toscana www.fisac-cgil.it/toscana
Qui tutti i numeri di fisac sostiene
L'intervento
Se le nostre vite non valgono,  Lotto Marzo!
lavoratori "r"assicurati
Cercasi Europa Firenze 3 Aprile a breve tutte le info
Intesa Sanpaolo Gestire l'innovazione
di Daniele Quiriconi  Le vicende che in queste ore interessano la cronaca, intrecciando vicende politiche con vicende giudiziarie, fanno emergere, al di là dei rilievi penali tutti da dimostrare, una miserabile vicenda umana fatta di reti strapaesane, ricatti, favori, intrighi e faccendieri.Ma ciò che é altrettanto grave è la altrettanto miserabile vicenda politica di una classe "dirigente" affermatasi anche grazie ai trasformismi e agli opportunismi e silenzi di molti, che facendo terra bruciata non solo di una leadership precedente, ma anche di una rete valoriale che non è solo tradizione ottocentesca, si è presentata come rottura sistemica rispetto al passato. Leggi tutto
di Elena Cherubini - Lo scorso primo febbraio è stato siglato il “protocollo per lo sviluppo sostenibile del gruppo Intesasanpaolo”, un accordo che introduce in via sperimentale alcuni importanti... Leggi tutto
Cambiare tutto e Non cambiare niente
Firmata l’ipotesi d’intesa del ccnl Ania
di Paolo Cecchi - L'educazione finanziaria sta assumendo un ruolo sempre più importante in relazione allo sviluppo di prodotti finanziari più complessi, alle difficoltà crescenti nel rapporto tra le banche... Leggi tutto
È appena uscita La Newsletter  Fisac Cgil Toscana  Numero 15 Marzo 2017
Fisac Graffiti   di Alessio Atrei
di Alessio Atrei
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FisacSostiene
Cambiare Tutto e non cambiare niente di Daniele Quiriconi  Le vicende che in queste ore interessano la cronaca, intrecciando vicende politiche con vicende giudiziarie, fanno emergere, al di là dei rilievi penali tutti da dimostrare, una miserabile vicenda umana fatta di reti strapaesane, ricatti, favori, intrighi e faccendieri. Ma ciò che é altrettanto grave è la altrettanto miserabile vicenda politica di una classe "dirigente" affermatasi anche grazie ai trasformismi e agli opportunismi e silenzi di molti, che facendo terra bruciata non solo di una leadership precedente, ma anche di una rete valoriale che non è solo tradizione ottocentesca, si è presentata come rottura sistemica rispetto al passato. Per non cambiare nulla, anzi regredire alla prima Repubblica. Ciò che emerge in queste ore ripeto, al di là dei profili penali, fa emergere un sistema di potere che quelli con qualche anno in più infatti ricordano bene. Profumo di prima repubblica, di craxismo, di DC d'antan quando non era infrequente per i giovani di belle speranze sentirsi dire " sei bravo vieni con noi farai carriera".... E anche una dose di impudenza da parvenu mescolata abilmente con visioni apparentemente alte e innovative. Apparentemente perché l'irresistibile fascino esercitato da una classe imprenditoriale spregiudicata e un po' cialtrona e quello esercitato invece da un capitalismo più raffinato modello Marchionne, contrapposto a quelli che sono stati considerati i cascami dell’ideologia sindacale sinistrorsa, è quanto di più vecchio si sia visto in Europa e in Italia negli ultimi 3 decenni. Nel silenzio colpevole o col consenso, anche quando si trattava di applicare misure palesemente inefficaci e regressive come quelle sul lavoro che molti, non solo si sono limitate a votare, ma pure a promuovere a pieni voti, anche tra chi oggi, ne prende tardivamente le distanze. Non è mai troppo tardi, ma per essere credibili, soprattutto da parte di chi ha pagato un prezzo altissimo alla crisi economica, servono parole nette, forti "SI SÌ e NO NO" e programmi altrettanto di rottura. Il voltare pagina difendendo, più o meno parzialmente, le politiche di questi anni ( dal Governo Monti in poi) non risulta credibile. E consegnerá il paese all'avventura! Non rendersene conto vuol dire non viaggiare mai su un treno pendolari, fare una fila in un ufficio, parlare con le persone normali ascoltandone la frustrazione e la volontà di rottura. Del resto i luoghi tradizionali di confronto sono stati cancellati e una classe politica autoreferenziale chiusa in una sorta di bunker berlinese dal 4 Dicembre ad oggi, non può essere in grado di restituire credibilità all'Italia. Anche perché i problemi rimangono: debito pubblico, crisi bancaria, crisi industriale, investimenti a zero, disoccupazione, reddito stagnante. Non saranno ricette rozze e semplificate a risolverli, ma neanche timidezze e parziale continuismo. Proprio quando nel mondo si odono non parole dolci, ma echi di fascismo.... Cambiare tutto davvero, è necessario. Certo magari a partire dalla ricomposizione e dal superamento dei tanti narcisismi e individualismi che insieme a tanti errori, hanno portato la sinistra ad essere quasi irrilevante. E superando il cinismo e il disincanto di tanti di noi il cui impegno attivo si limita alla tastiera. Almeno vale la pena provarci.
 Gestire l'innovazione di Elena Cherubini  Lo scorso primo febbraio è stato siglato il “protocollo per lo sviluppo sostenibile del gruppo Intesasanpaolo”, un accordo che introduce in via sperimentale alcuni importanti elementi di novità in tema di nuove assunzioni e sulla conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro per la popolazione più vicina al pensionamento. Un accordo di cui si è discusso molto, attraverso un percorso democratico che ha visto coinvolti i Comitati Direttivi della Fisac Cgil sia di Gruppo ISP che di categoria. E proprio grazie agli approfondimenti voluti dalla Fisac si può oggi affermare di aver siglato un buon accordo, molto diverso dall’iniziale proposta aziendale, sia in termini di maggiori tutele introdotte, sia in termini di allargamento della platea delle persone rappresentate al tavolo di Gruppo. L’accordo si caratterizza positivamente proprio perché , cosi come stabilito dalla proposta di legge della Cgil “Carta dei Diritti Universali del Lavoro” , ci offre l’opportunità di includere e rappresentare soggetti finora rimasti fuori da ogni trattativa di settore: i promotori finanziari, che nel settore sono oltre 50.000 e in Intesasanpaolo oltre 5.000. A fronte dei pensionamenti e della riduzione di orario facoltativa dei colleghi ultrasessantenni, saranno infatti assunti colleghi già muniti di “patentino” con contratto part time verticale a tempo indeterminato i quali, nei restanti giorni della settimana, potranno lavorare per l’Azienda con contratto monomandatario come consulenti, fruendo di tutti gli istituti contrattuali (a partire dall’assistenza sanitaria) e con maggiori tutele riguardo malattia e maternità. Ma soprattutto, e questa è stata la conquista più importante, potranno scegliere alla fine dei due anni di sperimentazione se diventare dipendenti a tempo pieno e a tempo indeterminato del Gruppo. Durante i primi due anni non saranno sottoposti inoltre alla riduzione salariale prevista dal CCNL (art.46) grazie ad un assegno ad personam compensativo. Aver sottratto alla completa discrezionalità aziendale la gestione dei rapporti (finora del tutto individuali e parcellizzati) con lavoratori e lavoratrici autonomi ma non per questo meno vulnerabili e meno soggetti alla complessità attuale dei mercati e alla concorrenza, è senz’altro un elemento di lungimiranza che dimostra anche che il sindacato è e sarà presente nella gestione di ogni innovazione strategica, in un settore che come il nostro è sottoposto a sfide e cambiamenti continui. L’accordo contiene poi ulteriori agevolazioni (oltre alla Banca del Tempo già introdotta nel 2015) per il personale affetto da gravi patologie, per i destinatari della L.104 e per iniziative volte all’”invecchiamento attivo”, oltre che per i colleghi in possesso di certificazione di “counselor” e per l’ampliamento del lavoro flessibile. È in sostanza un accordo che si fa carico dell’oggettivo innalzamento dell’età media dei dipendenti guardando al futuro, nella consapevolezza degli effetti delle riforme pensionistiche sull’età pensionabile delle persone. Si tratta dunque di un accordo fortemente innovativo, che ci vedrà impegnati a monitorare le modalità di attuazione e di regolamentazione interna e che deve vedere il coinvolgimento e l’impegno di ABI nell’attuazione delle previsioni contenute nell’articolo 26 del CCNL.
lavoratori "r"assicurati    di Tania Cità Il ccnl ania è finalmente in cassaforte. Dopo oltre tre anni dalla scadenza del Contratto Nazionale e dopo 20 mesi di difficile negoziato, il 22 febbraio 2017, a Roma, al termine di una lunga NON STOP è stata siglata l’ipotesi di Accordo del CCNL ANIA grazie anche alla forte tenuta unitaria di tutto il sindacato. Un lungo elenco di richieste fortemente peggiorative degli attuali istituti contrattuali sono state respinte: doppi regimi rispetto ai neoassunti, riduzione scatti anzianità con conseguente riduzione delle retribuzioni, revisione tabelle, modifica degli articoli 15 e 16 che garantiscono ricadute non traumatiche in caso di riorganizzazioni/esuberi, forte riduzione del comporto malattia, trasferimenti, missioni, responsabilità civile e/o penale connessa alla prestazione, richieste tendenti a limitare il diritto di sciopero. E’ un contratto figlio dei tempi in cui si colloca, per l’atteggiamento “affamato” della controparte che lamenta la concorrenza di nuovi competitor (web, bancassicurazione, poste), per la scarsa rappresentatività di ANIA stessa (basti pensare che il secondo gruppo assicurativo Unipolsai è uscito), e anche per la difficoltà a trascinare in mobilitazioni pesanti e durature i lavoratori, complice una crisi sociale ed economica che continua ad attanagliare i lavoratori. L’ipotesi di accordo conferma tuttavia una sostanziale coerenza con i mandati assembleari e, in sintesi, vede una salvaguardia e allargamento dell’area contrattuale, misure a favore dei dipendenti di compagnie poste in Liquidazione Coatte Amministrative ( LCA ), avanzamenti per i Call Center, nuova declaratoria Funzionari con salvaguardie economiche e professionali. Sull’orario, tema riveniente dallo scorso rinnovo, fin dall’inizio posto da ANIA come condicio sine qua non per il rinnovo, si è respinto la richiesta a livello nazionale (che avrebbe comportato perdita secca del venerdì fin da subito e per tutti), agendo sull’intesa a livello di singole aziende, con limitazione delle flessibilità in mancanza di accordo aziendale, sempre recuperabile dopo un termine di monitoraggio. Si tutelano poi i passaggi di personale infragruppo, escludendo la normativa del jobs act per i dipendenti assunti prima dell’entrata in vigore del d.lgs n.23/2015, si è prevista una dichiarazione su appalto assicurativo dall’indubbio valore politico, si è ottenuto l’impegno di riservare il 3% delle assunzioni al personale licenziato dalle imprese poste in LCA comprendendo anche i lavoratori ancora in servizio di FARO – NOVIT – PROGRESS. Sull’economico, aumento a regime nella vigenza contrattuale 103,00€ mensili 4° livello 7 classe; per il periodo 1 luglio 2013 31/12/2014 gli arretrati saranno corrisposti a titolo di UNA TANTUM 400€ 4° livello 7 classe. L’UNA TANTUM, a scelta del lavoratore, potrà essere versato in previdenza e in tal caso l’importo ammonterà a 489€ NETTI perché esente da imposte; oltre ad arretrati in tabella dal 1/01/2015 al 31/03/2017 pari a 720,00 € 4° livello 7 classe. Possiamo concludere che a fronte dell’attacco sferrato da ANIA, nel tentativo di destrutturare il CCNL, l’ipotesi di intesa ribadisce invece la centralità del contratto, ha una forte impronta sociale nei confronti dei soggetti più deboli della filiera, e consente di affrontare l’inevitabile avvicinamento tra contratto bancario e assicurativo che la realtà ci pone pesantemente davanti (basti pensare all’operazione di aggregazione Generali-Intesa, ancorchè al momento in stand by, e alle recenti dichiarazioni del Presidente ABI Patuelli in tal senso) con uno “zainetto” di specificità proprie del mondo assicurativo.
Costruire Futuro – Assemblea Regionale Alte Professionalità   Il profondo processo di riorganizzazione in atto nel sistema bancario investe struttura delle aziende, presenza territoriale, quantità e qualità del lavoro, sviluppo dei sistemi economici locali; La Fisac Toscana, con la costituzione del coordinamento dei quadri e delle alte professioni, si pone come riferimento per questo segmento del lavoro bancario e assicurativo in una fase, come l’attuale, caratterizzata dallo stravolgimento del sistema così come l’abbiamo conosciuto. Le alte professioni non sono immuni da questa profonda trasformazione e, anzi, per certi versi ne subiscono più di altri le conseguenze. In questi anni, le politiche delle Aziende tese alla razionalizzazione parossistica dei costi operativi, la compressione dei ricavi tradizionali e la ricerca sempre più ossessiva di ricavi da commissioni liberando maggiori energie sul comparto commerciale, hanno inciso profondamente sulla condizione di fasce larghe di lavoratori. Tali scelte strategiche adottate dalla generalità degli istituti hanno prodotto un peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro, appiattimento delle professionalità, aumento dei carichi di lavoro e di responsabilità gestionali e operative relative alle pressioni commerciali. Sulle politiche di retribuzione sono stati messi in atto piani di sostanziale destrutturazione del salario contrattato e, allo stesso tempo, sistemi incentivanti unilaterali spesso iniqui che hanno ulteriormente contribuito al deterioramento del clima aziendale. I recenti sviluppi della crisi, che ha visto un importante per quanto tardivo intervento pubblico a sostegno del sistema (auspichiamo sufficiente a gestire la fase) e una ridefinizione che si renderà necessaria degli strumenti parziali messi in campo per ricapitalizzazione, NPL, liquidità, (compreso il Fondo Atlante) rischiano di amplificare il problema. Da un lato infatti, nuovi piani industriali annunciati e annunciandi, procedure avviate e chiuse con faticosi accordi difensivi , una sempre più insistente campagna mediatica sul taglio dei costi, dipendenti, filiali e aumento di ricavi da realizzare con strumenti non tradizionali, rischiano di aprire nuovi preoccupanti scenari dai quali scompare il lavoro, il lavoratore, la sua soggettività, la qualità della sua prestazione, il legame con il territorio e il contributo allo sviluppo dei sistemi locali da parte delle banche. Non manca in questa narrazione, una rappresentazione distorta dei processi che hanno accompagnato la riorganizzazione negli altri paesi europei, spesso rappresentati come esempi di misure draconiane verso il lavoro che, numeri alla mano, semplicemente non ci sono state ed il permanere di un’inaccettabile status di privilegio da parte di un management lautamente retribuito a prescindere dai risultati. La FISAC è da tempo impegnata, insieme alle altre sigle, in una vertenza sulle pressioni commerciali con ABI, che ha portato all’accordo dell’8 Febbraio ultimo scorso; sono stati realizzati importanti accordi nei più importanti gruppi fornendo così l’opportunità per il governo di un problema che non sarà risolto una volta per tutte ma necessita della consapevolezza, dell’iniziativa e della solidarietà dei lavoratori, delle RSA e di tutta la categoria. Si pone oggi concretamente il tema della ricomposizione contrattuale della categoria nella sua pratica negoziale; riteniamo tuttavia che in questa fase dove non mancano le azioni distorsive degli istituti contrattuali anche verso una determinata area di inquadramento, si possa dare, a partire dalla Toscana, un contributo originale alle elaborazioni della categoria, unitamente ad un preciso messaggio da inviare alle controparti su una nuova organizzazione da parte di aree strategiche negli organigrammi aziendali, non di rado marginalizzate nei processi decisionali. Almeno questo, nella fase difficile e imprevedibile che si apre, è l’auspicio che questa esperienza propone. Una partecipazione attiva e diretta delle alte professionalità alla attività e all’ elaborazione del sindacato, una FISAC CGIL che si faccia interprete dei bisogni di queste figure è il nostro obiettivo. FISAC CGIL Toscana Coordinamento quadri e alte professionalità FISAC CGIL Toscana
L'educazione finanziaria   di  Paolo Cecchi  L'educazione finanziaria sta assumendo un ruolo sempre più importante in relazione allo sviluppo di prodotti finanziari più complessi, alle difficoltà crescenti nel rapporto tra le banche e clienti, ai casi recenti di dissesto bancario che ha coinvolto anche il risparmio dei cittadini. E non è un caso, ad esempio, che all'interno del decreto salva- risparmio sia stato stanziato 1 milione di euro per un piano nazionale riguardante tale tematica. La Banca d’Italia, ma non solo, è impegnata da tempo sull'educazione finanziaria nelle scuole e sta rapidamente espandendo il proprio intervento. Peraltro, ad esempio nell'anno scolastico 2015-2016, pur con un aumento del 50%, gli studenti raggiunti sono stati attorno ai 90mila, una proporzione molto ridotta e che andrebbe almeno decuplicata. Addirittura gli operatori finanziari privati risultano tra i principali promotori di iniziative del genere, un ruolo che però è come minimo sospetto. Anche all'interno della Cgil, è emersa la necessità di intraprendere un percorso di alfabetizzazione riguardante gli aspetti attinenti il rapporto con le banche e la valutazione degli strumenti finanziari. La gestione contabile delle categorie e delle camere del lavoro nonché le esigenze degli iscritti fanno sorgere questo 'bisogno formativo'. Come bancari siamo impegnati per sottolineare il principio che gli interessi dei risparmiatori ed i nostri sono gli stessi ed hanno come obiettivo comune quello di rafforzare la trasparenza dei prodotti e dei servizi erogati dalle aziende di credito. Proprio perché i bancari non sono i banchieri! Per tutti questi motivi abbiamo deciso di organizzare un'iniziativa pubblica presso la camera del lavoro di Livorno, in via sperimentale e ad appannaggio inizialmente degli iscritti dello Spi, con l'intento di diffondere maggiori conoscenze di base sugli aspetti finanziari. Nell'intento di fornire un servizio efficace utilizzando le expertise della categoria, è auspicio di chi scrive che l'iniziativa costituisca un primo passo su cui sviluppare un'interlocuzione progressiva con la confederazione a tutto vantaggio dei nostri iscritti .
Se le nostre vite non valgono, Lotto Marzo!   di  Chiara Rossi  Secondo l'ultimo dossier Inps dal 2008 al 2015 la percentuale di donne pagate con voucher conquista la maggioranza dei percettori (57%). Tra coloro che percepiscono voucher e non hanno una posizione assicurativa aperta ( cioè non iscritti a nessuna gestione previdenziale quindi pagati unicamente con voucher) l'incidenza delle donne è salita dal 45% del 2010 al 58% del 2015. Le ricadute sul piano previdenziale sono allarmanti infatti quasi la totalità dei percettori di voucher non riesce a maturare neppure l'accredito minimo di un mese di contribuzione per il quale è necessario il versamento di 168,44 euro di contributi pari a 130 voucher. La crisi non è neutra: precarietà, pessime leggi su lavoro e pensioni, privatizzazioni dei servizi colpiscono soprattutto le donne. Il Job's act non ha colmato i divari di genere: il tasso di disoccupazione maschile (seppur con meno tutele) diminuisce ma quello femminile rimane stabile; le donne continuano a morire di fatica vittime del caporalato e la politica non risponde. Anche le donne della politica hanno imparato in fretta le regole del gioco in un contesto – quello politico italiano- fortemente maschilista.   In questo contesto, sempre più urgente è diventata la necessità di trasformare l'8 marzo in una giornata di lotta. L'8 marzo torniamo a dare connotazione politica alla giornata. Una giornata che ribadisca il nostro rifiuto della violenza: quella visibile e quella invisibile, subdola, esercitata sotto forma di controllo economico, psicologico ma anche politico e sociale. Da ottobre 2016 quando le donne argentine gridavano “Ni Una menos” al 26 novembre che ha visto scendere in piazza 250mila persone di persone contra la violenza a Roma, la marea è salita. L'8 marzo le donne di 40 paesi scenderanno in piazza, accomunate da un solo slogan “Se le nostre vite non valgono allora noi non produciamo”. Le donne sciopereranno dai lavori produttivi e riproduttivi per far venire a galla le fatiche date per scontate e spesso non retribuite. In tutta Italia saranno promosse iniziative cortei, presidi e assemblee. I delegati e le delegate della Fisac Toscana hanno risposto all'appello lanciato da Non una di meno e dalla CGIL organizzando in tutta la Toscana assemblee nei posti di lavoro (a Firenze nella sedi di Monte dei Paschi e Cassa di Risparmio di Firenze, a Siena al Consorzio Mps, a Pistoia in Cassa di risparmio Pistoia e Pescia). In assemblea parleremo di violenza, di accesso alle carriere, di disparità di trattamento, e di come le donne vivono il peggioramento della loro condizione lavorativa. Trasformeremo l'8 marzo in un momento di aggregazione di uomini e donne, un'occasione per fare cultura tra i lavoratori e le lavoratrici su tematiche abusate dalla retorica ma sulle quali serve che il sindacato si confronti con le loro reali condizioni di lavoro. E' inoltre fondamentale che il percorso iniziato nell'ormai lontano giugno 2012 con l'assemblea generale delle donne Cgil poi interrotosi, si riattivi. Diventi costruzione di un luogo nel quale possiamo rimanere connesse e rappresenti un momento di elaborazione non solo di idee ma anche di processi decisionali condivisi che ci riportino ad essere protagoniste del sempre più crescente fermento intorno al quale si aggregano soggetti diversi ma con un obiettivo comune : la libertà delle donne.