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FisacSostiene
CR San Miniato, il Punto.
di Marco Lippi
Dopo quasi un anno e mezzo, a partire dall’assemblea dei soci nell’aprile 2016, dove veniva certificata una perdita di 67 milioni di euro relativa all’esercizio 2015, seguita l’anno seguente da una perdita di circa 47 milioni, pare proprio che ci stiamo avvicinando alla messa in sicurezza della Cassa di San Miniato.
La soluzione consiste nell’entrata, in posizione dominante, di Cariparma-Crédit Agricole nel capitale sociale della banca. Medesimo destino per le Casse di Risparmio di Cesena e di Rimini.
Sin dall’inizio del processo di avvicinamento di Cariparma a San Miniato, la posizione della controllata del Crédit Agricole è stata chiara, e precise le condizioni poste: la banca deve essere “ripulita” dai crediti deteriorati, da un lato, e l’organico diminuito di 148 persone, tutte con accesso al Fondo di Solidarietà.
Terza condizione, il “via libera” istituzionale di Banca d’Italia e BCE. Rispetto agli NPL, l’intervento del Fondo Interbancario e di Atlante 2 sta portando a compimento, così almeno ci auguriamo, il compito di sollevare dalle spalle delle 3 Casse la mole di oltre 1 miliardo di crediti dubbi netti.
Riguardo invece al tema dell’uscita di 148 addetti verso il Fondo di Solidarietà, partirà a breve la trattativa relativa. Penso risulti chiaro che, per quanto sia delicato il confronto che concerne il taglio di oltre il 20% del personale e la chiusura di una pari aliquota di agenzie, la partita principale si giocherà dopo.
Per dirla in estrema sintesi, la profonda riorganizzazione della banca, con i rilevanti impatti che ciò avrà sui 510 lavoratori/lavoratrici restanti.
La FISAC Toscana in riunione seminariale il 4 e 5
di Daniele Quiriconi
La 2 giorni di Grosseto nella quale il gruppo dirigente della Fisac Toscana ha discusso, sulla base di un documento preparatorio unitario, del futuro organizzativo e contrattuale di categoria e confederazione, è stata molto positiva.
Per le modalità di riunione seminariale con gruppi tematici che hanno consentito un pieno dispiegamento del dibattito, per il clima unitario con la tavola rotonda conclusiva che, arricchita dalle domande ai relatori, ha spaziato su molti temi.
Abbiamo cercato senza troppe pretese di dare un contributo di merito in una fase nella quale le dinamiche congressuali non sono ancora pienamente in atto, a partire dalla condivisione di alcune linee guida di discussione, immaginando un congresso che possa essere innovativo nelle pratiche, modalità, lunghezza, senza che questo vada a scapito del confronto delle idee e dell’ampiezza del dibattito stesso, soprattutto con gli iscritti e i lavoratori.
Si può fare. L’esperienza toscana dimostra che pur partendo da punti di vista, storie, valutazioni di fase anche assai diverse, è possibile trovare una sintesi con il confronto, l’ascolto, la disponibilità alla composizione dei punti di vista.
Sia che si parli di modelli organizzativi, riduzione degli organismi e modalità di riunione più snelle, sia che si parli di riforma del modello contrattuale o di accordi ( e loro gestione) come nel caso ISP, che hanno dato luogo ad una “ vivace” discussione nei direttivi territoriali e nazionale.
La fase che si apre sarà densa di incognite, stretta come si presenta tra riorganizzazioni aziendali da completare, innovazioni tecnologiche straordinarie, processi di concentrazione e riduzione di organici e filiali nel settore bancario che si preannunciano ancora imponenti.
Riaprire nel prossimo contratto nazionale, una grande vertenza sul modello di banca, l’organizzazione del lavoro, la riduzione di orario, la produttività e la crescita salariale dopo anni di blocco, diventa l’orizzonte strategico per un grande sindacato confederale.
Una riflessione inoltre, andrà sviluppata anche sui tanti modelli di welfare aziendale realizzatisi ( tema anche confederale) figli di una stagione di crisi e di ripiegamento del sistema pubblico, che come ci ricordava Franco Martini, della segreteria nazionale della CGIL, è opportuno ricondurre a sintesi.
Speriamo di aver fornito un contributo alla discussione sia della Fisac Nazionale che della CGIL. Almeno questo era l’auspicio.
Tira una brutta aria
Tira una brutta aria nel paese.
Il persistere di fenomeni migratori di grande portata che saranno la costante da qui al 2.050 fosse solo per l’andamento demografico di Europa e Africa, alcuni orribili episodi di cronaca nera, gestioni maldestre di ordine pubblico ed emergenze sociali di vario tipo, non ultima una crisi che non è finita, hanno innescato complice anche informazione e politica, discussioni regressive e gonfiato le vele al fascismo.
La consapevolezza di avere a che far con problemi molto complessi che per loro natura alimentano se non governati, guerre tra poveri e conflitti tra “diversi”, non può non farci riflettere sulle sbrigative soluzioni proposte dal Governo italiano e applaudite dall’Europa. Il blocco navale del mediterraneo ad opera delle milizie ( ragionevolmente a pagamento e reversibile) e il far finta di non vedere centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini imprigionati nei lager libici o che muoiono nel deserto del Niger, non salva la coscienza dell’Europa e della sinistra in Italia e altrove. Per non dire del Partito Popolare Europeo della signora Merkel che accoglie ancora nelle proprie fila il Fidesz ungherese di Orban il cui profilo fa impallidire Franjo Tudman e i fascisti nazionalisti dell’est Europa del recente passato.
Quell’ Orban che sbeffeggia la Corte di Giustizia Europea per il verdetto sulla “ricollocazione” dei migranti al quale si oppongono i paesi del cosiddetto patto di Visegrad almeno fino a quando le nuove rotte dal mar nero che si stanno già “testando” da parte dei trafficanti, non impatteranno direttamente con i loro territori. L’informazione sincopata soprattutto delle televisioni che produce allarme sociale, ha una grande responsabilità nel contribuire alla crescita di un rancore sociale che alimenta un fascismo di ritorno che di primo impatto può apparire ridicolo ( come l’annunciata marcia su Roma di Forza Nuova) ma che vede moltiplicarsi episodi di violenza e proporre a viso aperto messaggi apologetici e fuorilegge che l’efficiente Ministro dell’Interno dovrebbe considerare con più attenzione.
Se i grandi giornali, con naturalmente in testa quelli spazzatura della destra, scavalcano i deliri social di estremisti, psicopatici, razzisti da sempre presenti in gran numero anche in Italia ( dormienti o meno confinati alle curve o ad altri ghetti che siano) c’è da preoccuparsi.
Siamo per il rispetto della Legge, non ci piacciono i bivacchi e i luoghi di spaccio vanno colpiti duramente; ma un conto è la sicurezza e un altro la risposta securitaria come unica soluzione. Degli incidenti di piazza Indipendenza di Roma non colpisce, al di là delle responsabilità ( recidive) di qualche comandante della piazza, il comportamento della polizia che per sua natura è poliziesco, ma ciò che ci sta intorno.
L’incapacità delle politica e delle Amministrazioni di prendersi cura e accompagnare un processo. L’abbandono e l’abdicazione. E il degrado del dibattito: un tempo la politica era elemento di filtro delle spinte e in qualche caso dell’odore di fogna che proveniva dalla pancia del paese.
Oggi ne è megafono e non di rado procacciatore di liquido infiammabile aggiuntivo. Parlare di corridoi umanitari, flussi regolati, ius soli è diventato tabù.
E’ invece normale routine, leggere i continui insulti a sfondo sessuale o razzista alla Presidente della Camera ( spesso anche ad opera di donne e uomini con belle famigliole) spesso rilanciate da sindaci o esponenti politici nazionali. Così come non fa un bell’effetto ascoltare o leggere i distinguo sullo stupro di Firenze dove, a prescindere dall’esatto svolgimento dei fatti, sono stati violati sicuramente numerosi articoli del codice penale a partire da quello che vieta di abusare di chi è in condizioni psico-fisiche di minorità. Il fatto che i responsabili siano 2 carabinieri è un’aggravante e francamente speravamo di non dover più udire le cose ipocrite di questi giorni.
E’ necessaria una mobilitazione! Una mobilitazione delle coscienze prima di tutto perché sarà vero, come ha scritto il direttore del TG la 7 nei giorni scorsi a proposito del commento di un sindaco leghista che invitava la Boldrini ad accogliere Lei uno degli stupratori di Rimini che –“un cretino è cretino anche da sindaco”- ma il rubricare a cialtronesco fatto di costume tutto ciò che ci cresce intorno senza adeguata reazione è molto pericoloso. Anzi un pericoloso dejà vù La CGIL dovrà cercare di contribuire a contrastare anche questa deriva.
Contratto Bcc, verso lo sblocco?
di Cristina Pascucci
Lo scorso 4 settembre si è tenuto l'incontro fra Federcasse e OO.SS. per il rinnovo del CCNL. La ripresa dei lavori è avvenuta in modo inusuale con la consegna da parte di Federcasse di un documento che tende a dettare le linee guida per il rinnovo contrattuale in corso.
Tale documento non è stato in quella sede discusso con la controparte, ma è del tutto evidente l'importanza che Federcasse gli attribuisce per andare a definire i termini di un rinnovo da troppo tempo atteso. Il settore è oggetto di una riforma che prevede la nascita di gruppi (al momento pare che siano tre i gruppi in via di formazione) nei quali le banche di credito cooperativo andranno a confluire.
Cambieranno quindi le autonomie, i meccanismi di vigilanza con un ruolo determinante della BCE, i criteri di controllo ai quali sono sottoposte le singole banche di credito cooperativo e gli equilibri di potere che hanno caratterizzato il settore, ma ad oggi sono molti i punti ancora non chiari del disegno complessivo e definitivo.
Dal punto di vista strettamente sindacale, le ricadute sul personale delle aziende che la ristrutturazione del settore comporterà saranno di segno inedito per quello che è stata l'esperienza degli ultimi anni.
Ci poniamo quindi interrogativi che ad oggi non trovano risposta a partire da che fine farà la contrattazione di secondo livello strutturata su base regionale se la formazione dei gruppi bancari supererà questa dimensione.
In Toscana i livelli di tutela forniti dal contratto di secondo livello sono molto avanzati nello scenario complessivo e per questo non possiamo sottrarci a certe riflessioni.
Un rinnovo contrattuale che rafforzi tutele e diritti è oltremodo necessario in questo momento di forte incertezza sul futuro del settore ed è per questo che se di linee guida per il rinnovo si deve parlare, lo si deve fare a partire dal consolidamento delle specificità del credito cooperativo, dalla valutazione degli impatti che avrà la riforma in atto senza per questo porre pregiudiziali al negoziato che dovrà svilupparsi successivamente.
Fra i lavoratori c'è grande attenzione sul l'evolversi della situazione, grandi sono i timori per esuberi e richieste di mobilità territoriali ed è per questo che crediamo sia necessario un passaggio assembleare per rappresentare lo stato di avanzamento della contrattazione e per chiedere ai lavoratori stessi di esprimersi nel merito.
Oggi più che mai la Fisac Toscana intende ascoltare e dare seguito alle istanze presentate dai lavoratori del credito cooperativo per renderli realmente partecipi alla costruzione di un contratto il cui rinnovo è atteso ormai da troppo tempo.
Il prossimo incontro fra Federcasse e Organizzazioni Sindacali si terrà il giorno 20 settembre.
Gruppo ISP: Un autunno intenso
di Elena Cherubini
In Toscana, dopo la pausa estiva, colleghe e colleghi del Gruppo Intesasanpaolo tornano al lavoro con la consapevolezza delle numerose novità che li aspettano e che sono state avviate nel corso dell’estate.
Dal 24 luglio il Gruppo ha avviato le assunzioni dei colleghi che, in via sperimentale, avranno in parte un contratto di lavoro a tempo indeterminato part time e contemporaneamente un contratto di collaborazione da consulenti finanziari da svolgere fuori sede (con la garanzia dell’assunzione a tempo indeterminato full time dopo due anni ottenuta grazie alla nostra azione sindacale).
Il 13 luglio è stato siglato il protocollo riguardante l’acquisizione da parte di ISP delle “ex banche venete” (Veneto Banca e Gruppo Banca Popolare Vicenza) con la dichiarazione di esuberi per un totale di 4000 persone prossime alla pensione (di cui 1000 nelle ex Banche Venete e 3000 nel gruppo ISP).
Un’operazione importante, che ha permesso di dare finalmente certezze e un futuro a colleghe e colleghi che in quelle banche rischiavano il posto di lavoro a causa di operazioni promosse da anni da un management aziendale evidentemente incapace e spregiudicato; un’operazione di solidarietà fra colleghi da parte di un Gruppo che, grazie alla lungimiranza del tavolo sindacale, da sempre ha fatto da ammortizzatore occupazionale per i colleghi delle singole aziende, privilegiando soluzioni di gruppo e dunque ricorrendo al fondo di solidarietà di settore o alle riconversioni professionali, anziché scegliere di far ricadere le riduzioni dei costi sulla singola azienda o unità produttiva via via coinvolta.
Dunque un’opportunità per molti di uscire dalla vita lavorativa accorciando i tempi sempre meno sostenibili dell’età pensionistica, ma anche una necessaria riorganizzazione del lavoro di chi rimane, tanto maggiore in un territorio molto coinvolto come il nostro (per la presenza della ex Cariprato Gruppo PopVI) dall’acquisizione delle banche venete, e già da prima in attesa di una fortissima riduzione del numero di filiali (in Toscana su CRFirenze e CRPistoia) annunciato in previsione del prossimo piano industriale.
Mentre nei prossimi giorni si avvierà a livello di gruppo il confronto non facile per l’armonizzazione contrattuale delle ex banche venete, sul nostro territorio dedicheremo anche la necessaria attenzione alla vicenda dell’azienda informatica Infogroup, con sede a Firenze, che il gruppo ISP ha deciso di cedere a Engineering, con effetti e ricadute tutti da definire.
Le preoccupazioni che esprimiamo come Fisac Cgil sono dunque molte: rispetto alle dislocazioni dei colleghi e al numero di filiali in un territorio vasto e in molte zone rurale, rispetto all’attuale inadeguatezza degli organici nella rete, dove i ritmi di lavoro e il livello dello stress sono in continuo rialzo, rispetto all’esasperazione delle pressioni commerciali, e rispetto anche alla tendenza a dotare le filiali di un’unica postazione di cassa, costringendo colleghe e colleghi a svolgere una funzione di “educazione forzata” della clientela all’uso delle casse automatiche.
Una clientela non ancora evidentemente sempre pronta a recepire istantaneamente le innovazioni tecnologiche della banca del futuro.
Un ricordo di Salvatore Pancari
di Giuseppe Minigrilli
Ciao Salvatore, amico e compagno.
La tua scomparsa fisica non cancellerà il piacevole ricordo della tua persona. Abbiamo avuto il piacere di lavorare insieme nella prima difficilissima fase dell’accorpamento e della nascita della Fisac nel 1981.
Quante intense discussioni in quella Segreteria Regionale! Che grande serenità è stata averti al mio fianco, sentire la tua fiducia. Ho subito riconosciuto le tue qualità di compagno intelligente, aperto, spesso pungente, ma aperto al dialogo.
Quella tua asprezza, talvolta non compresa da tutti, manifestava la tua volontà di tenere il punto. Sei stato tenace, ma accanto alla tenacia hai saputo elargire una grande umanità. E’ una delle più importanti qualità di un buon sindacalista.
Si chiama fermezza, capacità di far valere le proprie idee, in ogni frangente, in qualsiasi condizione anche la più avversa, senza timore, senza troppe ipocrisie e senza valutare il proprio tornaconto.
Ed è una verità che voglio ricordare: se c’è una cosa che non ti è mai piaciuto è l’ipocrisia, la falsità di maniera. Anche per queste ragioni ti ho apprezzato e stimato e ci siamo capiti.
Sei stato un esempio di generosità, di disponibilità verso il prossimo, di saper guardare ai diritti dei più deboli, la lotta contro ogni tipo di diseguaglianza.
Avevi le virtù tipiche del bravo sindacalista, che sa ascoltare il bisogno degli altri lavoratori, dei sindacalisti più giovani, le loro aspettative, il loro stato d’animo le loro aspirazioni.
Ecco perché ancora oggi molti dei compagni che ti hanno conosciuto, a Livorno, come in Banca, al Regionale e dovunque ti continuano a considerare un maestro; maestro di vita e di sindacato.
Grazie per ciò che hai fatto quando ci siamo conosciuti e per quello che hai continuato a fare verso la comunità.
È appena uscita
La Newsletter
Fisac Cgil Toscana
Numero 20
Settembre 2017
Lo scorso 4 settembre si è tenuto l'incontro fra Federcasse e OO.SS. per il rinnovo del CCNL. La ripresa dei lavori è avvenuta in modo inusuale con la consegna da parte di Federcasse di un documento che tende a dettare le linee guida per il rinnovo contrattuale in corso. Tale documento non è stato in quella sede discusso con la controparte, ma è del tutto evidente l'importanza che Federcasse gli attribuisce per andare a definire i termini di un rinnovo da troppo tempo atteso. Leggi tutto
Contratto nazionale BCC
Tira una brutta aria nel paese
La FISAC Toscana in riunione seminariale
FisacSostiene
Il persistere di fenomeni migratori di grande portata che saranno la costante da qui al 2.050 fosse solo per l’andamento demografico di Europa e Africa, alcuni orribili episodi di cronaca nera, gestioni maldestre di ordine pubblico ed emergenze sociali di vario tipo, non ultima una crisi che non è finita, hanno innescato complice anche informazione e politica, discussioni regressive e gonfiato… Leggi tutto.
Gruppo ISP: un autunno intenso
CR San Miniato
Il punto.
a cura della Fisac Cgil Toscana
www.fisac-cgil.it/toscana
Un ricordo di Salvatore Pancari
In Toscana, dopo la pausa estiva, colleghe e colleghi del Gruppo Intesasanpaolo tornano al lavoro con la consapevolezza delle numerose novità che li aspettano e che sono state avviate nel corso dell’estate. Dal 24 luglio il Gruppo ha avviato le assunzioni dei colleghi che, in via... Leggi tutto.
Dopo quasi un anno e mezzo, a partire dall’assemblea dei soci nell’aprile 2016, dove veniva certificata una perdita di 67 milioni di euro relativa all’esercizio 2015, seguita l’anno seguente da una perdita di circa 47 milioni, pare proprio che ci stiamo avvicinando alla messa in sicurezza della Cassa di San Miniato. Leggi tutto.
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La 2 giorni di Grosseto nella quale il gruppo dirigente della Fisac Toscana ha discusso, sulla base di un documento preparatorio unitario, del futuro organizzativo e contrattuale di categoria e confederazione, è stata molto positiva.Per le modalità di riunione seminariale con gruppi tematici che hanno consentito un pieno dispiegamento del dibattito, per il clima unitario con la tavola rotonda conclusiva che, arricchita dalle domande ai relatori, ha spaziato su molti temi. Abbiamo cercato senza troppe pretese di dare un contributo di merito... Leggi tutto
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EDITORIALE
La tua scomparsa fisica non cancellerà il piacevole ricordo della tua persona. Abbiamo avuto il piacere di lavorare insieme nella prima difficilissima fase dell’accorpamento e della nascita della Fisac nel 1981. Quante intense discussioni in quella Segreteria Regionale! Che grande serenità è stata averti al mio fianco... Leggi tutto.
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