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FisacSostiene
Appalto Assicurativo : siglato il  rinnovo del CCNL di Cinzia Melani Il giorno 18 dicembre 2017 è stato siglato il rinnovo del CCNL per i lavoratori delle agenzie in gestione libera (appalto assicurativo) fra ANAPA (con l’assistenza di Confcommercio Imprese per l’Italia) e FISAC CGIL, FIRST CISL, UILCA UIL e FNA. Il nuovo contratto (per comodità CCNL ANAPA), che decorre dal 01/01/2016 e scadrà il 30/06/2020, ripercorre le linee già tracciate nei CCNL 2011 e 2014 e, a fronte di un moderato incremento salariale, introduce maggiori tutele per i lavoratori come ad esempio: - le coperture LTC e TCM a fianco della già esistenze RCT, - il rimborso delle spese sanitarie estesa ai familiari, l'individuazione dei responsabili della sicurezza territoriali (in attuazione del Dlgs 81/2008), - l'introduzione del certificato di servizio che gli agenti saranno tenuti a rilasciare in caso di cessazione del rapporto di lavoro. La conclusione della trattativa e i miglioramenti apportati sono stati possibili anche grazie alla sempre maggiore applicazione del CCNL 2014 sottoscritto dai sindacati maggiormente rappresentativi del settore, dato confermato dalle crescenti adesioni ad Enbass (ente bilaterale), che negli ultimi tre anni sono più che raddoppiate. Lo scenario venutosi a creare nel 2014, con il fenomeno di dumping contrattuale rappresentato da un secondo contratto al ribasso firmato da SNA e dal sindacato delle colf e badanti, con l'aggressività comunicativa di SNA nei confronti dei propri iscritti (all'epoca oltre il 70% degli agenti) e con l'indifferenza quasi totale delle istituzioni sul tema della rappresentanza, ci avevano fatto presagire un depauperamento economico-normativo allarmante per i lavoratori del settore. Evidente quindi l’importanza politica di aver rinnovato quello che per noi è il contratto nazionale di riferimento nel settore dell’appalto assicurativo. Alla luce dei fatti, calcoliamo un 40% di applicazione del CCNL ANAPA contro un 60% di realtà agenziali legate al contratto SNA che, ricordiamo, ha bloccato gli stipendi ai livelli di quasi 10 anni fa e soprattutto ha ridotto i diritti dei lavoratori legandoli alla discrezionalità degli agenti. E' innegabile che il lavoro da fare per riportare equità nel settore è ancora molto, ma è altresì vero che il contratto SNA è scaduto il 7 novembre 2017 ed al momento nessuna trattativa sembra essere in corso per il rinnovo.
Se l’1% possiede la ricchezza del restante 99% di Daniele Quiriconi Mentre in Italia è in svolgimento una delle campagne elettorali più tristi della storia repubblicana, a Davos in un simposio che assomiglia ad un Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite in grande, si discetta delle sorti del mondo. In grande, perché assistiamo alla corsa di Primi Ministri e Presidenti che, convocati in una località amena da una Fondazione privata di miliardari, fanno a gara per essere presenti e dispensare, con grande copertura mediatica, il proprio verbo. In grande, perché a differenza delle soprarichiamate sessioni economiche dell’ONU, a Davos non partecipano consiglieri o ambasciatori, ma i massimi esponenti dei Governi mondiali. Naturalmente a parole ci si mostra preoccupati della crescita delle diseguaglianze globali, si chiede al papa una lettera di saluto ( arrivata) poi, leggi le prime dichiarazioni degli ospiti siano essi esponenti di “autorità” ancorchè non elette da nessuno, come l’OCSE, l’FMI o anche alcuni capi di Governo ( essi si ahimè eletti) e sbigottito assisti alla riproposizione del mantra delle riforme, della flessibilità del lavoro, dell’invecchiamento attivo, cioè il dispiegarsi ulteriore delle teorie fallite che le diseguaglianze, nella crisi, hanno amplificato. Sulla povertà, oltre alla beneficenza da capitalismo caritatevole dei Bill Gates o Warren Buffett, solo banalità e genericismi. In qualche modo l’eco delle parole delle alpi svizzere fa pendant con la campagna elettorale italiana dove le mirabolanti promesse in arrivo da più parti, trovano spesso una surreale convergenza nella parola d’ordine della riduzione delle tasse per tutti, dell’aliquota unica, ignorando che in questo modo, oltre ad una palese violazione della Costituzione e della progressività delle imposte lì richiamata, si opererebbe una ulteriore redistribuzione di ingenti risorse ai redditi più alti, garantendo una mancia a quelli più bassi, ottenendo un arretramento dello stato rispetto ai servizi erogati, in primo luogo salute, assistenza e istruzione. Esattamente un peggioramento della situazione attuale. Facendo finta di non vedere che 12 milioni di italiani già oggi non sono in grado di curarsi, che la spesa pubblica per il personale nella sanità in Italia è ferma a quella del 2004 (duemilaquattro!!!) e aumentando la disillusione e la sfiducia dei cittadini che infatti stabiliranno (pare) il record di astensionismo. Ne sembra che, complice un’informazione più dedita ad alimentare il pettegolezzo e il retroscena che le grandi visioni, la situazione possa migliorare nelle prossime 5 settimane. Quasi che non si possa su poche questioni ribadire un pensiero differente. Ad esempio: no a riduzioni generalizzate delle tasse ma interventi con le detrazioni sui redditi più bassi e famiglie più numerose; rafforzamento con intervento massiccio dello stato dei centri per l’impiego visto che le ultime riforme sono state tutte ad invarianza di costo e che oggi noi destiniamo alle politiche attive 1/7 o 1/10 dei grandi paesi europei; riduzione del numero delle forme contrattuali oggi esistenti; incentivi solo in presenza di creazione di lavoro stabile; Lasciandosi alle spalle politiche fallimentari alla “Garanzia Giovani” che hanno bruciato miliardi di denaro pubblico per far incrociare la richiesta di lavoro con l’offerta di stage mal pagati mai trasformatisi in lavoro, che hanno creato centinaia di migliaia di giovani frustrati. Per tacere appunto di sanità e istruzione il cui accesso dovrebbe essere per lo più gratuito come in molti paesi europei non diretta emanazione dei soviet. Eppure qualche esempio virtuoso di politiche espansive controcorrente, dal Portogallo alla Nuova Zelanda c’è e pur trattandosi di paesi piccoli o agli antipodi, a volte qualche ispirazione se ne potrebbe trarre. Come CGIL e per la parte che ci riguarda come FISAC, cercheremo di stimolare una sia pur tardiva rimodulazione anche del dibattito politico.
Banco BPM: L’accordo di dicembre di Andrea Monti  Il 30 dicembre nel Gruppo Banco BPM è stato sottoscritto un accordo che norma una parte importante della contrattazione di secondo livello: mobilità territoriale, inquadramenti di rete, premio aziendale, part time, permessi e congedi, smart working. Entro il 31 marzo dovranno essere trovate intese anche su welfare e condizioni finanziarie ai dipendenti, completando l’armonizzazione dei trattamenti nel Gruppo. L’accordo costituisce un forte avanzamento nelle relazioni sindacali del terzo gruppo italiano, in quanto a fronte di una iniziale disdetta unilaterale aziendale delle normative in scadenza a fine anno, che coronava un anno di rapporti critici, e di una sostanziale indisponibilità ad un vero confronto sul merito, per certi versi conferma ed estende trattamenti di assoluta tutela, con una mobilità impostata su diritti al consenso al trasferimento variabili per fasce di età ed inquadramento, trattamenti economici importanti e certi per tutti già dai 30km, impegno al rientro dei fuori sede entro 12 mesi, con un accordo sulle professionalità di tipo tradizionale, impostato su inquadramenti e percorsi di carriera verticali e trasversali, che garantisce, soprattutto ai più giovani, la possibilità di una progressione e stabilizzazione certa delle acquisizioni salariali. Confermato ed esteso anche l’utilizzo del part time, che,nei numeri stabiliti garantisce la concessione certa per tutte le causali di richiesta. Gli accordi su permessi e congedi e sullo smart working completano il quadro di forte attenzione sulla conciliazione tempi di vita e di lavoro, collocando nei fatti i dipendenti fra i primi stakeholder del Gruppo. Di questi risultati la Fisac CGIL è stata piena protagonista, indicando ed imponendo scelte negli snodi fondamentali della trattativa, come il ricorso alle assemblee unitarie di mandato, la pervicace insistenza sui dati delle ricadute della riorganizzazione che ha permesso di conoscere, solo il giorno prima della conclusione della trattativa, una problematica di possibile demansionamento massivo e di indiscriminata arbitrarietà aziendale, andando a riportare i ricollocamenti nell’alveo di soluzioni contrattuali rispettose del CCNL. Questa trattativa dimostra che anche nel difficile contesto economico e politico che stiamo attraversando si possono raggiungere accordi acquisitivi, importanti anche in ottica di rinnovo del CCNL, che i lavoratori ci sono, aspettano e sostengono il sindacato e che la fisac CGIL, se unita e coesa, può essere protagonista di questa fase.
Associazione Italiana Partigiani d'Italia
Mai più fascisti  Appello a tutte le Istituzioni democratiche Noi, cittadine e cittadini democratici, lanciamo questo appello alle Istituzioni repubblicane. Attenzione: qui ed ora c'è una minaccia per la democrazia.  Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web. Esse diffondono i virus della violenza, della discriminazione, dell'odio verso chi bollano come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant'anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali. Fenomeni analoghi stanno avvenendo nel mondo e in Europa, in particolare nell'est, e si manifestano specialmente attraverso risorgenti chiusure nazionalistiche e xenofobe, con cortei e iniziative di stampo oscurantista o nazista, come recentemente avvenuto a Varsavia, persino con atti di repressione e di persecuzione verso le opposizioni. Per questo, uniti, vogliamo dare una risposta umana a tali idee disumane affermando un'altra visione delle realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, della solidarietà, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto sociale. Per questo, uniti, sollecitiamo ogni potere pubblico e privato a promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado, l'abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i neofascismi. Per questo, uniti, invitiamo le Istituzioni a operare perché lo Stato manifesti pienamente la sua natura antifascista in ogni sua articolazione, impegnandosi in particolare sul terreno della formazione, della memoria, della conoscenza e dell'attuazione della Costituzione. Per questo, uniti, lanciamo un allarme democratico richiamando alle proprie responsabilità tutti i livelli delle Istituzioni affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino che puniscono ogni forma di fascismo e di razzismo. Per questo, uniti, esortiamo le autorità competenti a vietare nelle competizioni elettorali la presentazione di liste direttamente o indirettamente legate a organizzazioni, associazioni o partiti che si richiamino al fascismo o al nazismo, come sostanzialmente previsto dagli attuali regolamenti, ma non sempre applicato, e a proibire nei Comuni e nelle Regioni iniziative promosse da tali organismi, comunque camuffati, prendendo esempio dalle buone pratiche di diverse Istituzioni locali. Per questo, uniti, chiediamo che le organizzazioni neofasciste o neonaziste siano messe nella condizione di non nuocere sciogliendole per legge, come già avvenuto in alcuni casi negli anni 70 e come imposto dalla XII Disposizione della Costituzione. Per questo, uniti, come primo impegno verso una più vasta mobilitazione popolare e nazionale invitiamo a sottoscrivere questo appello le cittadine e i cittadini, le associazioni democratiche sociali, civili, politiche e culturali. L'esperienza della Resistenza ci insegna che i fascismi si sconfiggono con la conoscenza, con l'unità democratica, con la fermezza delle Istituzioni. Nel nostro Paese già un'altra volta la debolezza dello Stato rese possibile l'avventura fascista che portò sangue, guerra e rovina come mai si era visto nella storia dell'umanità. L'Italia, l'Europa e il mondo intero pagarono un prezzo altissimo. Dicemmo “Mai più!”; oggi, ancora più forte, gridiamo “Mai più!”. Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
mai più fascismi 
È appena uscita La Newsletter  Fisac Cgil Toscana  Numero 24 Gennaio 2018
  Fisac Graffiti
Se l’1% possiede la ricchezza del restante 99%
BANCHE: l'Europa e il veleno nella coda
Appalto Assicurativo: siglato il CCNL
Qui MPS: la fase attuale
Qui Banco BPM: l’accordo di dicembre
Come abbiamo scritto e detto più volte, spesso il veleno si annida nella coda. Ciò vale anche per la crisi bancaria e il controverso rapporto con le autorità europee. Quando sembrava che il pressing di parlamento europeo e Governi nazionali avesse posto uno stop al cosiddetto...   Leggi tutto
Mentre in Italia è in svolgimento una delle campagne elettorali più tristi della storia repubblicana, a Davos in un simposio che assomiglia ad un Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite in grande, si discetta delle sorti del mondo. In grande, perché assistiamo alla corsa di Primi Ministri e Presidenti che, convocati in una località amena da una Fondazione privata di miliardari, fanno a gara per essere presenti e dispensare, con grande copertura mediatica, il proprio verbo. In grande, perché a differenza delle soprarichiamate sessioni economiche dell’ONU, a Davos non partecipano consiglieri o ambasciatori, ma i massimi esponenti...   Leggi tutto
FisacSostiene
EDITORIALE
Appello a tutte le Istituzioni democratiche Noi, cittadine e cittadini democratici, lanciamo questo appello alle Istituzioni repubblicane. Attenzione: qui ed ora c'è una minaccia per la democrazia. Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web. Esse diffondono i virus della violenza, della discriminazione, dell'odio verso chi bollano come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant'anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali. Fenomeni analoghi stanno avvenendo nel mondo e in Europa, in particolare nell'est, e si manifestano specialmente attraverso risorgenti chiusure nazionalistiche e xenofobe, con cortei e iniziative di stampo oscurantista o nazista, come recentemente ....  Leggi tutto.
Il giorno 18 dicembre 2017 è stato siglato il rinnovo del CCNL per i lavoratori delle agenzie in gestione libera (appalto assicurativo) fra ANAPA (con l’assistenza di Confcommercio Imprese per l’Italia) e FISAC CGIL, FIRST CISL, UILCA UIL e FNA. Il nuovo contratto (per comodità CCNL ANAPA), che decorre dal 01/01/2016 e scadrà il 30/06/2020, ripercorre le linee già tracciate nei CCNL 2011 e 2014 e, a fronte di un moderato incremento salariale, introduce maggiori tutele per i lavoratori come... Leggi tutto.
 Dalle banche
Qui Mps: La fase attuale   di Federico Di Marcello Il Piano di Ristrutturazione 2017-2021 del Gruppo MPS, presentato lo scorso Luglio dall’Amministratore Delegato Marco Morelli (riconfermato dalla recente Assemblea degli azionisti MPS) ha finora comportato il raggiungimento di numerosi accordi derivanti da una continua contrattazione all’interno del Gruppo. I principali accordi finora sottoscritti hanno riguardato la cessione della Piattaforma di gestione degli NPL che ha previsto il distacco per 24 mesi di 102 risorse nella società veicolo denominata Juliet. Questo accordo, unitamente alle politiche di contrasto messe in atto dalla FISAC MPS negli ultimi anni ha permesso di scongiurare soluzioni utilizzate in altri istituti come la cessione di ramo d’azienda. Altri accordi hanno riguardato in maniera quasi simultanea la chiusura di numerose filiali ed un’altra apertura di finestra del Fondo di settore per ulteriori 1200 Lavoratori che si sono aggiunti ai precedenti 600. La Fisac MPS è riuscita ad imporre il Fondo come unico strumento per gestire gli esuberi. Tuttavia, le misure previste da queste procedure, imposte dai “commitments” dell’Unione Europea destano non poche preoccupazioni della FISAC e dei Lavoratori MPS. Gli stessi commitments, si accaniscono infatti in maniera miope nei confronti della Banca e dei suoi Lavoratori, prevedendo obiettivi di ricavi sostanzialmente uguali a quelli del 2016, da raggiungere però con circa 600 filiali e 4800 lavoratori in meno. Un’impresa sostanzialmente titanica. Nel momento in cui il confronto tra Banca e Organizzazioni Sindacali, a tratti aspro, ma sempre teso alla ricerca di intese che permettessero di rilanciare la Banca, tutelando i diritti dei Lavoratori, sembrava procedere spedito, il Consiglio di Amministrazione in scadenza a Dicembre 2017, ha deliberato la promozione a dirigente di 49 dirigenti e l’elargizione discrezionale di un premio “Una Tantum” ad un ristretto numero di colleghi. Questa decisione ha comportato la sospensione immediata delle trattative in essere (riguardanti pezzi importanti di Organizzazione del Lavoro) e la richiesta di un incontro con l’Amministratore Delegato dal quale abbiamo ottenuto la calendarizzazione dei tavoli straordinari su Assunzioni ed Inquadramenti e sul Salario variabile e la convocazione immediata delle commissioni Welfare e Politiche commerciali. Tavoli e commissioni sui quali ci giocheremo buona parte delle condizioni future dei Lavoratori del Monte dei Paschi e sui quali tenteremo di aprire anticipatamente alcune tematiche riguardanti il rinnovo della contrattazione integrativa. Gli accordi già raggiunti con l’Azienda e la prossima fase di confronto hanno confermato che il concreto rilancio della Banca e del Gruppo debba necessariamente passare dal riconoscimento del ruolo dei Lavoratori e delle Organizzazioni Sindacali, che da sempre dimostrano un costante impegno ed attaccamento al Monte dei Paschi.
Banche, l’europa e il veleno nella coda Come abbiamo scritto e detto più volte, spesso il veleno si annida nella coda. Ciò vale anche per la crisi bancaria e il controverso rapporto con le autorità europee. Quando sembrava che il pressing di parlamento europeo e Governi nazionali avesse posto uno stop al cosiddetto " addendum" sulla svalutazione automatica dei crediti deteriorati su cui da tempo si sta applicando il commissario Nouy, in queste ore si profila solo un lieve slittamento dei tempi senza cambiamenti di sostanza. Nonostante in questi stessi giorni il Ministro Padoan si sforzi di sottolineare come la riduzione degli NPL delle banche italiane sia stata già del 25% e metta in guardia dagli aggiustamenti artificiali dei bilanci e delle reazioni dei mercati alle prescrizioni burocratiche di questo tipo, la linea della rigidità continua a prevalere. E a nulla vale la controffensiva sugli "Asset Tier 3" nella pancia delle banche tedesche per controbilanciare politicamente questa offensiva che è anche politica. Quasi che le tossicità tedesche, sia pure considerando la differenza di solidità tra paesi non contino nulla. Quando si parla di "+ Europa", c'è perfino un partito che si chiama così candidando alfieri del neoliberismo economico nelle sue fila con elezione garantita nel centrosinistra, la domanda che sorge è "quale Europa" . Quando poi si legge che il supervisore UE su MPS per ammissione della commissaria Vestager è pronto a far applicare la clausola di salvaguardia con tagli secchi di personale (oltre a quelli già preventivati?) ci preoccupiamo per il messaggio inviato ai lavoratori ai mercati e ai risparmiatori. Un po' di prudenza insomma, aiuterebbe. Altrimenti ogni contrasto ai populismi demagogici risulta vana fino ad apparire persino sbagliato.