Per ricomporre la frattura servono atti. Rafforzare la CGIL aiuta.
di Daniele Quiriconi
I risultati del voto dell’Emilia Romagna, hanno riaperto il dibattito, rilanciato più volte anche da Maurizio Landini, sulla ricomposizione della rottura tra la rappresentanza sociale del lavoro, i lavoratori stessi e la rappresentanza politica progressista.
Senza dubbio aver fatto argine, superando distinzioni e particolarismi all’avanzata rozza di parole d’ordine oggettivamente regressive sul piano sociale e della convivenza, le semplificazioni da bar sport, la denuncia urlata, è un fatto di enorme portata, reso possibile dalla discesa in campo di nuove energie incanalate da nuove soggettività.
Tuttavia temo sbaglieremmo se non leggessimo la profonda distanza che separa ancora i partiti di centrosinistra dal sentimento profondo di chi vive di lavoro o della propria pensione.
Per far sì che le scorciatoie siano anti Europa, o guerra al più debole ( migrante o lavoratore con meno diritti) non attecchiscano ulteriormente nelle fasce popolari, occorrono segnali sostanziali e forti anche dal punto di vista simbolico, ed è per questo che abbiamo salutato come “un buon inizio” il provvedimento di redistribuzione fiscale di inizio anno che decorrerà dal 1 luglio e che interesserà 16,9 milioni di lavoratori.
Era dall’attesa “ fase 2” del Governo Prodi del 2006, che non vide mai la luce per la caduta dello stesso, che i lavoratori dipendenti le cui tasse rappresentano il 90% del gettito dell’intero paese, aspettavano qualcosa del genere che riguardasse una platea cosi vasta. Se si riuscirà nel 2021 a raddoppiare le risorse a disposizione e ancor più a rimodulare l’IRPEF in senso davvero progressivo senza gli “scaloni” attuali sarà ancor meglio.
Altro che tassa piatta. Le risorse messe a disposizione della sanità pubblica ( le maggiori da 20 anni ) vanno nella stessa direzione di discontinuità e magari una buona riforma delle pensioni che superi definitivamente la Fornero può rappresentare la conferma di una definitiva inversione di rotta.
Certo non sfugge la fragilità del quadro politico istituzionale, con un intero sistema dei partiti in ricomposizione , parole d’ordine vecchie e neo centrismi riaffioranti che fanno pensare al CAF e a Forlani piuttosto che al futuro e a una politica progressista.
E non è tempo mi pare, nemmeno di testimonianze solipsistiche e minoritarie. Noi cercheremo di stare in campo con le nostre idee.
Criticando duramente il Governo quando è il caso come per lo scandaloso rinnovo degli accordi sui migranti con la Libia, pungolandolo o facendovi accordi come nel caso dell’IRPEF.
In questi giorni di campagna tesseramento qualche lavoratore, dopo la firma del CCNL ha rivolto ai sindacalisti della FISAC la domanda su quale sia in fondo la differenza tra un sindacato e un altro.
Direi che il confronto sulla L. di bilancio fotografa in modo esemplare la differenza tra un sindacato di mestiere e un soggetto di rappresentanza generale come una grande Confederazione.
Occuparsi di quel lavoratore e di quella lavoratrice non solo nello svolgimento di un’attività nel suo luogo di lavoro o nella sua categoria, ma difenderlo invece in tutti gli ambiti che conducono a scelte di politica economico sociale.
Occuparsi della vita delle persone in modo complessivo, si tratti della difesa dell’istruzione universale o del sostegno alle famiglie con non autosufficienti è il solo modo che la CGIL conosce per esprimere la funzione della rappresentanza.
Rafforzare la CGIL significa rafforzare questa idea.
Per questo iscriversi oggi è più importante che mai.
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I risultati del voto dell’Emilia Romagna, hanno riaperto il dibattito, rilanciato più volte anche da Maurizio Landini, sulla ricomposizione della rottura tra la rappresentanza sociale del lavoro, i lavoratori stessi e la rappresentanza politica progressista. Senza dubbio aver fatto argine, superando distinzioni e particolarismi all’avanzata rozza di parole d’ordine oggettivamente regressive sul piano sociale e della convivenza, le semplificazioni da bar sport, la denuncia urlata, è un fatto di enorme portata, reso possibile dalla discesa in campo di nuove energie incanalate da nuove soggettività. Tuttavia temo sbaglieremmo se non leggessimo la profonda distanza che separa ancora i partiti di centrosinistra dal sentimento profondo di chi vive di lavoro o della propria pensione. Per far sì che le scorciatoie siano anti Europa, o guerra al più debole ( migrante o lavoratore con meno diritti) non attecchiscano ulteriormente nelle fasce popolari, occorrono segnali sostanziali e forti anche dal punto di vista simbolico, ed è per questo che abbiamo salutato come “ un buon inizio” il provvedimento di redistribuzione fiscale di inizio anno che decorrerà dal 1 luglio e che interesserà 16,9 milioni di lavoratori.
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FINALMENTE PIÙ SOLDI
IN BUSTA PAGA
“Insieme rappresentiamo il futuro” è il titolo scelto per il congresso della FISAC CGIL del gruppo BNL Bnp Paribas tenutosi tra il 28 e il 30 gennaio. Leggi tutto.
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Dallo scorso autunno la Fisac Cgil Toscana ha aumentato la sua presenza sui social. Al profilo Twitter già attivo da tempo, si è infatti aggiunta, su iniziativa della Segreteria e grazie al coinvolgimento del Coordinamento giovani, una pagina Facebook ed una pagina Instagram. Una presenza necessaria, dettata dalla constatazione di quanto sia importante presidiare anche questo aspetto della comunicazione... Leggi tutto.
RINNOVO CIA GRUPPO UNIPOL : A CHE PUNTO SIAMO
Banche europee: una buona pagella
con alcune riflessioni da fare
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ABI: AL VIA LE ASSEMBLEE PER IL CONTRATTO
Editoriale
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Per ricomporre la frattura servono atti. Rafforzare la cgil aiuta.
Prosegue il confronto con i lavoratori nelle assemblee del Gruppo Unipol, Per fare il punto della situazione e spiegare lo stato dell'arte della trattativa di rinnovo del contratto integrativo aziendale dopo 11 incontri.
In questi giorni la vigilanza europea ha pubblicato i risultati dell’”esame Srep”, che analizza i punti di debolezza delle principali banche del continente richiedendo - eventualmente - requisiti patrimoniali aggiuntivi. Leggi tutto
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La Newsletter
Fisac Cgil Toscana
Numero 35
Febbraio 2020
#FollowForFisacToscana
di Luigi Pizzuto
Dallo scorso autunno la Fisac Cgil Toscana ha aumentato la sua presenza sui social. Al profilo Twitter già attivo da tempo, si è infatti aggiunta, su iniziativa della Segreteria e grazie al coinvolgimento del Coordinamento giovani, una pagina Facebook ed una pagina Instagram.
Una presenza necessaria, dettata dalla constatazione di quanto sia importante presidiare anche questo aspetto della comunicazione, per veicolare il ruolo fondamentale del Sindacato e affermare la nostra identità e il nostro impianto valoriale fatto di democrazia, antifascismo, antisessismo, lotta contro ogni sfruttamento che sta alla base del nostro essere Cgil e del nostro quotidiano agire, fra e per le lavoratrici e i lavoratori.
Diffondere le iniziative, le conquiste negoziali, le lotte e le vertenze, i servizi offerti, le azioni solidaristiche e le campagne di supporto intraprese, la nostra visione del mondo del Lavoro e della società tutta, il nostro essere, insomma, parte di una grande Confederazione, la Cgil, in grado di condizionare e sostenere lo sviluppo politico, civile ed economico del Paese: per diffondere questi messaggi crediamo che sia il momento di affiancare i tradizionali mezzi di comunicazione con i nuovi in modo da arrivare a tutti e con tutti poter stabilire un canale comunicativo.
Il lavoro del sindacato, le iniziative, le lotte e le azioni sono tutte off-line, vivono nel mondo “reale”, ma è necessario essere anche online, passare dalla piazza fisica a quella dei social perché sempre più spesso è lì che trascorrono buona parte del proprio tempo libero e si informano iscritti e colleghi.
Va dunque dispiegata anche online, come già avviene nelle assemblee o nei luoghi di lavoro, questa nostra forza che è duplice ed in grado di coniugare interessi di categoria e temi generali del paese, una forza che si distingue da quei soggetti sindacali meramente settoriali e corporativi, che nascono nella categoria e lì rimangono confinati, completamente ininfluenti e afoni sui molti e interconnessi temi dell’attualità (come non pensare, da ultimo, al ruolo giocato dalla Cgil in occasione del taglio dell’Irpef ottenuto a tutto vantaggio dei Lavoratori).
Per arrivare alle lavoratrici e ai lavoratori anche sullle nuove piattaforme online è indispensabile il contributo dei territori, delle Rsa, dei Coordinamenti, degli Organismi e degli stessi iscritti: solo collettivizzando la produzione di materiali ed esperienze sarà possibile restituire quell’insieme di capacità, passioni, competenze e individualità che sono alla base del nostro fare (ed essere) Sindacato.
Quindi, per concludere con un hashtag, #FollowForFisacToscana.
I nostri profili:
Twitter @FisacToscana
Facebook @FisacToscana
Instagram: go_fisac_cgil_toscana
La Fisac BNL – Gruppo BNP PARIBAS a congresso
di Laura Marchini
“Insieme rappresentiamo il futuro” è il titolo scelto per il congresso della FISAC CGIL del gruppo BNL Bnp Paribas tenutosi tra il 28 e il 30 gennaio.
Tre giorni di lavoro, analisi e confronto durante i quali, insieme ai molti interventi delle delegate e dei delegati, abbiamo approfondito tematiche di attualità come lo smart working e analizzato i dati di BNP Paribas, un gruppo internazionale che conta 200 mila dipendenti nel mondo e in Italia si declina in diverse società la cui maggiore è la banca BNL con 12mila dipendenti.
Al termine dell’assise l’assemblea generale ha licenziato un documento politico che ben riassume le sfide che ci aspettano come sindacato.
A partire dalla centralità che la nostra organizzazione riconosce alle RSA e la necessità quindi di ridiscuterne perimetro e regole di costituzione dato il nuovo modello di servizio scelto dall’azienda. Modello che vede agenzie sempre più povere di personale a favore della digitalizzazione e della robotizzazione dei processi.
Lo Statuto dei lavoratori compie 50 anni, ma oggi come allora lo scopo è quello di garantire democrazia , diritti sindacali e rappresentanza all’interno dei luoghi di lavoro, unica vera tutela della dignità di lavoratrici e lavoratori. Improcrastinabile è anche il governo delle evoluzioni tecnologiche per come incidono su quantità e qualità del lavoro e per le nuove competenze e professionalità che ne discendono.
Da qui l’importanza di ridefinire percorsi professionali coerenti e dare centralità alla formazione che deve essere adeguata e realmente fruibile. Resta aperta una questione generazionale, in parte sanata dall’eliminazione del salario di ingresso, che ci vedrà impegnati nel tenere al centro della contrattazione i giovani.
Nel ribadire la centralità del lavoro, la difesa dei diritti e il riconoscimento delle diversità, l’impegno è a contrastare ogni forma di discriminazione e precarietà.
Il portato valoriale ed identitario della nostra organizzazione sarà il filo conduttore del lavoro di un gruppo dirigente che vede al suo interno all’avvio di un importante processo di rinnovamento.
RINNOVO CIA GRUPPO UNIPOL : A CHE PUNTO SIAMO
di Tania Cità
Prosegue il confronto con i lavoratori nelle assemblee del Gruppo Unipol, Per fare il punto della situazione e spiegare lo stato dell'arte della trattativa di rinnovo del contratto integrativo aziendale dopo 11 incontri.
Si è partiti da una piattaforma che ha raccolto le varie richieste ed esigenze dei lavoratori, da intendersi come quadro complessivo per migliorare il bilanciamento tempi di vita/tempi di lavoro, favorire l'inclusione contrattuale e per questa via tutelare le professionalità, e aumentare adeguatamente il salario diretto e indiretto.
Ci si è scontrati con un'azienda molto cauta nelle aperture e tesa a rivedere in senso peggiorativo alcune parti o istituti del contratto, fino a portarci ad un calendario di assemblee dove i lavoratori hanno espresso le loro preoccupazioni più generali, l'assenza di un vero senso di appartenenza al Gruppo, e hanno dato un mandato a proseguire il negoziato per verificare le reali disponibilità dell'impresa, fuori da ogni tatticismo, ricordando l'importanza di questo Cia nel settore assicurativo anche in vista del rinnovo del CCNL ANIA, seppur Unipol sia tuttora fuori all'associazione di categoria.
Banche europee: una buona pagella con alcune riflessioni da fare
di Paolo Cecchi
In questi giorni la vigilanza europea ha pubblicato i risultati dell’”esame Srep”, che analizza i punti di debolezza delle principali banche del continente richiedendo - eventualmente - requisiti patrimoniali aggiuntivi.
Ebbene, emerge complessivamente una situazione migliorata soprattutto per le banche italiane (richiesto capitale extra pari al 12,07% contro il 12,14% della media); dei 109 istituti analizzati solo 6 non hanno superato l’”esame” (seppur 4 di queste hanno già rimediato a fine 2019).
Credem è risultata la 3° banca migliore in Europa e la prima tra le “commerciali”. Degno di nota anche il fatto che nel corso degli ultimi 5 anni le npl “in pancia” ai principali istituti continentali si sono dimezzate (da 1000 mld di Euro a poco più di 500).
Peraltro, in questo quadro favorevole, la Vigilanza si è detta preoccupata rispetto ad alcuni casi di “gestione inefficace da parte degli organi di amministrazione e di lacune nei controlli interni” nonché relativamente a crescenti “rischi di condotta”; rispetto ad essi l’organo di sorveglianza ha annunciato futuri interventi.
Inoltre è stata rilevata una complessiva bassa redditività del sistema bancario sia per gli insufficienti flussi reddituali sia per i costi di struttura ancora troppo elevati. In proposito, la Vigilanza auspica ulteriori misure di consolidamento comprese fusioni ed acquisizioni transfrontaliere.
Come sottolineato da alcuni osservatori della materia, l’esame dello Srep evidenzia due elementi piuttosto chiari:
1 - gli sforzi del sistema bancario europeo per superare gli effetti della crisi sono stati importanti seppur non ancora risolutivi.
2 - le dimensioni delle banche nel nostro continente risultano ancora eccessive e /o non efficienti.
Con riferimento a tale ultimo aspetto, si rileva ad esempio che il sistema bancario italiano “vale” circa il doppio del Pil nazionale, in Francia tale rapporto è pari a 3,1.
E’ chiaro pertanto che la definizione data di “Europa overbanked” è appropriata; logica conseguenza è che – in generale – il rendimento aziendale non riesce a coprire il costo del capitale. Tale “gigantismo” per forza di cosa ingenera problemi di governance e maggiori probabilità di carenze nei controlli interni.
Peraltro, la solita (e facile) soluzione delle ristrutturazioni e delle fusioni (con annessa riduzione drastica di personale) mai come adesso appare quantomeno insufficiente; basti pensare che i processi di riorganizzazione degli anni ’90 evidenziano come questa “medicina” non produca sempre miglioramenti.
La necessità di ridurre e di efficientare la capacità produttiva bancaria deve innanzitutto riguardare ciascuna singola banca (che senso ha fondere due imprese inefficienti?), ma soprattutto deve tener conto del contesto in cui le aziende di credito operano: nel nostro paese, dove oltre il 90% sono piccole e medie imprese (per buona parte sottocapitalizzate), forse sarebbe necessario rilanciare altresì l’idea della cosiddetta “banca del territorio”, purché sia efficiente, che sia in grado di assistere e aiutare il tessuto economico nazionale a crescere.
AL VIA LE ASSEMBLEE PER IL CONTRATTO
Partiranno questa settimana le assemblee dei lavoratori per l’illustrazione dell’accordo di rinnovo del CCNL per i lavoratori del credito sottoscritto poco prima di Natale.
Si tratta di un accordo importante che redistribuisce reddito a favore delle lavoratici e dei lavoratori dopo anni di sacrifici, con aumento medio a regime di 190 Euro, supera l’insopportabile discriminazione verso i giovani neoassunti ripristinando l’antico concetto che a parità di lavoro deve essere garantita la parità di salario, allarga le tutele previste dalla prima parte del contratto.
Anche le parti riferite a disconnessione e relative pressioni commerciali, trovano una risposta, mentre non ha purtroppo trovato accoglimento la “ sterilizzazione” della parte del jobs act relativa ai licenziamenti senza giusta causa ( art.18) richiesta che le parti però rimandano al legislatore come raccomandazione per una revisione.
Il dibattito di queste ore in seno alla maggioranza di Governo sul tema, testimonia dell’attualità della rivendicazione del sindacato. Non un posto in più è stato garantito coi licenziamenti facili e le sentenze della Corte costituzionale e le richieste del Presidente della Repubblica, reclamano al più presto un intervento.
A difendere la norma, rimangono solo le vedove inconsolabili di quella stagione politica e alcune associazioni di impresa ripiegate su una visione ideologica e reazionaria del rapporto di lavoro disancorata dai fatti.
Nel complesso un ottimo contratto, nelle condizioni date e in un contesto che, dal punto di vista esterno, è variato moltissimo dalla data delle assemblee sulla piattaforma, alla conclusione finale.
E che, nel corso del negoziato, ha visto respingere in modo unitario con durezza, tutte le provocazioni di ABI, a partire dalla vera e propria “ contro piattaforma” presentata nella fase finale del negoziato. Per questo vi chiediamo di partecipare, approvarlo e sostenere il sindacato e in particolare la FISA CGIL.