
In questi giorni il Monte dei Paschi è al centro dell’attenzione; stampa e media non fanno che parlare di noi e, visto come ne parlano, ne avremmo fatto volentieri a meno. I clienti, spaventati dalle notizie che circolano, ci chiedono spiegazioni, vogliono essere tranquillizzati. Ai lavoratori il difficile compito di dare risposte, fugare dubbi, ridimensionare e sdrammatizzare quanto letto su questo o quel quotidiano o sentito in tv. E i lavoratori, ancora una volta abbandonati da un’azienda che solo la sera del 24, dopo la riunione del consiglio di amministrazione, ha dato segni di vita, questo hanno fatto. Quei lavoratori che la nostra banca, mentre brucia miliardi e credibilità, considera un costo da tagliare, hanno dato al nostro management, ancora una volta, una lezione di responsabilità e dignità. Ed è per questo, in nome di questa generosità, di questa serietà e professionalità che chiediamo, proprio in considerazione del momento che stiamo vivendo, un riconoscimento che si traduca in percorsi condivisi che non possono essere le esternalizzazioni o la cancellazione del contratto integrativo. Non con la mortificazione e il ricatto si creano le condizioni per il risanamento. “Il risanamento e il rilancio del MPS, dei quali vogliamo essere protagonisti, sono possibili, con il contributo determinante di Lavoratrici e Lavoratori ma senza che questo comporti mortificazioni sulle loro prerogative contrattuali o precarizzazioni inaccettabili”. 1 “Oggi più che mai, alla luce delle potenziali uscite per prepensionamento più alto delle previsioni aziendali, risulta oltremodo praticabile il “progetto sindacale unitario” originario di sostituire integralmente l’esternalizzazione di 1110 lavoratori con la fuoruscita definitiva già nel 2013 di un numero superiore alle aspettative e con l’ulteriore possibile bacino di utilizzo del 2014 e 2015. Uscite che certamente possono coprire, in termini di immediato risparmio di costi, gli importi previsti da un piano di outsourcing inaccettabile, difficilissimo da attuare e ancora oggi privo di contenitori possibili e di partner definiti. Come abbiamo già scritto, tali uscite potrebbero essere finanziate rendendo calcolabili e temporanei i tagli sul CIA, operando sulle retribuzioni più alte a partire da quelle del Top Management, allargando le previsioni di richiesta del part-time”.1 A tale proposito, le assemblee indette in tutto il territorio nazionale dalla FISAC CGIL, per la votazione sull’accordo separato firmato da FABI, Fiba-Cisl, Uilca e UGL , sono state
157 delle 164 programmate e hanno visto la partecipazione di 6.985 lavoratori, il voto di 6.752 di essi di cui 6.364 contrari, (94, 25%), 116 favorevoli (1,72%) e 272 astenuti (4,03%).
Nella DTM di Viterbo e Rieti, su un organico di 146 unità, sono state fatte 4 assemblee che hanno visto la partecipazione di 76 colleghi, il voto di 73 di essi, di cui 72 contrari e 1 astenuto.
La partecipazione e il voto sono stati certificati, così come previsto dal CCNL; sono state registrate le firme all’ingresso, elette una presidenza e una commissione elettorale in ogni assemblea, redatti tutti i verbali. I dati (partecipanti, votanti, favorevoli, contrari, astenuti) vengono inoltre resi pubblici quotidianamente anche tramite il nostro sito.
Vorremmo a questo punto conoscere i dati certificati rivenienti dalle assemblee organizzate dalle OOSS firmatarie.
Non per capriccio ma perché questo è l’unico modo, utilizzando le regole del CCNL, per sapere se l’Ipotesi di Accordo è stata approvata o respinta.
Del resto, la portata dell’accordo, ma soprattutto i lavoratori, meritano questa serietà e trasparenza.
Il resto, a partire dalla minaccia delle sigle firmatarie di allontanarci dal primo tavolo, sono iniziative totalmente sterili soprattutto in un momento così complicato per i Lavoratori e per la Banca e che richiederebbe altissimo senso di responsabilità da parte di tutti.
Ed è proprio per questo senso di responsabilità che riteniamo, in un momento come l’attuale, poco opportuno cedere a provocazioni e alla tentazione di rispondere alla miseria con la stessa miseria.
Quindi, in risposta al recente “APPUNTINI PUNTINI” della locale FABI, solo poche righe.
Respingiamo al mittente il “sospetto”, “i lavoratorastri” e le “presunte omesse denunce”
consigliandogli, per il futuro, di non applicare a noi il suo metro.
Non ci imputi modi di pensare ed operare con i quali lui, e solo lui, ha mostrato e mostra grande dimestichezza.
Non ci metta addosso quegli “abiti” che solo a lui appartengono.
Non siamo e non saremo mai della stessa sua taglia e questo, può anche non crederci, ci riempie di orgoglio.
E, a conferma della nostra diversità, preferiamo non replicare alla questione, peraltro da lui riportata in modo travisato, dell’ “aiutino”.
Viterbo, 29 gennaio 2013 La Segreteria