Assemblea delle Delegate 2024
29 30 31 gennaio 2024
Aci Castello – Hotel Baia Verde (CT)
Dalle costituenti alla sfida digitale
PROGRAMMA
14:00 – Accoglienza e registrazione ospiti, delegate e invitati 14:30 – Saluti di: Alfio Mannino – Segretario Generale CGIL Sicilia Mimma Argurio – Segretaria Generale Fisac Sicilia 15:00 – Elezione Presidenza e Commissioni (Politica – Elettorale) 15:20 – Introduzione ai lavori a cura dell’Esecutivo uscente 15:30 – Presentazione Calendario 2024/25: Donne di Buona Costituzione Illustrazione della Mostra a cura di Luisa Sassu Fresu 16:00 – “Oh quante belle figlie Madama Dorè”. Ruolo e identità delle donne lavoratrici nella fase costituente con Claudia Rotondi, docente di Storia del pensiero economico Università Cattolica di Milano 16:30 – Interventi delle delegate 18:30 – Chiusura lavori della giornata 20:00 – Cena 21:00 – Serata musicale a cura del dj Salmeri, vocalist Alessandro Caruso
29 gennaio
09:00 – Interventi delle delegate 10:00 – Dalle disparità al valore della differenza 11:00 – Interventi delle delegate 12:00 – Possibili impatti della digitalizzazione sulle lavoratrici 13:00 – Pranzo 14:30 – Interventi delle delegate 15:30 – Empowerment femminile e sicurezza sul lavoro 16:00 – “Ripensare la relazione per raggiungere la parità di genere e contrastare la violenza” intervento di Raffaele Sibilio, professore e sociologo, Università degli Studi di Napoli 16:30 – Interventi delle delegate 18:30 – Chiusura lavori della giornata 20:00 – Cena 21:00 – Rappresentazione teatrale “lo stupro” e “Barbie” interpretate da Rosa Lao Direzione a cura di Matteo Favara
30 gennaio
9:00 – Interventi delle delegate 10:00 – Intervento di Lara Ghiglione Segretaria Cgil Nazionale; 10:30 – Elezione del coordinamento donne nazionale 10:45 – Conclusioni: Susy Esposito Segretaria Generale Fisac CGIL Nazionale 11:45 – Proposta ed elezione dell’Esecutivo donne nazionale 12:00 – Lettura e votazione del documento politico
31 gennaio
DOCUMENTAZIONE
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RELAZIONE INTRODUTTIVA ASSEMBLEA DELLE DELEGATE 2024
Gli usuali 4 anni ci separano dalla scorsa assemblea delle delegate, ma a ben vedere, sono stati così densi di avvenimenti di portata storica, a partire dall’epidemia Covid19 con tutte le sue ricadute dirette e indirette, da sembrare molti di più.
Ci eravamo proposti di uscirne migliori, ma non ci siamo riusciti, e forse non ci abbiamo neppure provato.
Non abbiamo imparato la lezione, abbiamo ripreso a correre, ciecamente, inseguendo una crescita sregolata che, lungi dal migliorare la qualità della vita, sta provocando un aumento delle differenze, della povertà, delle migrazioni e il perdurare di ricadute ambientali che già presentano il conto e ancor più lo presenteranno alle future generazioni.
Ci ritroviamo, inoltre, con un conflitto nel cuore dell’Europa e con il barbaro riacutizzarsi del conflitto israelo palestinese, il tutto in un quadro di ridefinizione degli assetti geopolitici mondiali difficile da prevedere e con l’inadeguatezza dell’ONU, con le attuali regole, ad affrontare questo quadro, complesso e inquietante.
A livello globale, il miglioramento dell’uguaglianza di genere è stagnante a causa delle resistenze e delle crisi convergenti che rallentano i progressi. Secondo il Rapporto globale sulla disparità di genere 2023 del World Economic Forum, il divario complessivo tra i sessi si è ridotto di soli 0,3 punti percentuali rispetto allo scorso anno e di soli 4,1 rispetto alla prima edizione del 2006. L’anno di raggiungimento dell’uguaglianza di genere previsto rimane quindi lontanissimo, il 2154. Le donne, infatti, continuano a sostenere il peso dell’attuale crisi del costo della vita e delle interruzioni del mercato del lavoro e sostengono il 75% delle attività di cura a livello globale.
Nel nostro Paese, le elezioni hanno portato a una pesante sconfitta di ciò che rimaneva del centro sinistra, e a un’importante consenso per la destra, capeggiata da una leader percepita come una novità in termini di età, genere e determinazione, rispetto alla sfiducia generalizzata che investe invece, da anni ormai, la politica. In termini di consenso, forse, ha pagato anche la visibilità acquisita rimanendo, unica, all’opposizione del Governo Draghi, salvo poi attuarne l’agenda una volta raggiunto il potere. Un successo che, però, non ha scalfito i pesanti tassi di astensionismo, né ricondotto a un sano concetto di partecipazione e di cittadinanza attiva e consapevole. Al contrario, restiamo alla delega, acritica e disinformata. Questo è un serio problema, e lo rimarrà sia che le Europee portino a una conferma che a un ridimensionamento dei consensi alla destra. La delega è un tarlo mortale per la democrazia, ed è nemica di tutti i corpi intermedi, e noi lo sappiamo bene.
Da questo punto di vista, risulta ancor più preoccupante la lettura che ci arriva dal 57° Rapporto Censis sulla situazione del Paese di dicembre scorso. Nell’evidenziare, tra le altre cose, che il 73,8% degli italiani ha paura che non ci sarà un numero sufficiente di lavoratori per pagare le pensioni e che il 69,2% pensa che negli anni a venire la sanità pubblica non riuscirà a garantire a tutti le prestazioni necessarie, l’Istituto di Ricerca osserva che quelli ipotizzati sono scenari che paralizzano invece di mobilitare e che generano l’inerzia dei sonnambuli dinanzi alla molteplicità delle sfide che la società contemporanea deve affrontare. Tutto è emergenza: quindi, nulla lo è…
I dati di genere su occupazione, dimissioni e posizionamento del nostro Paese sugli indicatori di parità non ci conducono a più facili ottimismi.
Il nostro Paese è infatti fanalino di coda nell’Ue per il tasso di occupazione femminile. Il quadro emerge da un dossier del Servizio studi della Camera, pubblicato a dicembre scorso. Il tasso di occupazione femminile in Italia “risulta essere – secondo dati Eurostat relativi al quarto trimestre 2022 – quello più basso tra gli Stati dell’Ue, essendo di circa 14 punti percentuali al di sotto della media” (il 55%, a fronte del 69,3% dell’Ue). A ciò si aggiunge che una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della maternità. La decisione di lasciare il lavoro è determinata, per oltre la metà delle donne (52%), da esigenze di conciliazione e per il 19% da considerazioni economiche. L’istruzione, tuttavia, “si conferma fattore protettivo per l’occupazione delle donne con figli piccoli”. Ma l’occupazione femminile è caratterizzata anche da “un accentuato divario retributivo di genere” che è pari al 5% (contro il 13% della media UE) se consideriamo la retribuzione oraria lorda e al 43% (contro il 36,2% media UE) se consideriamo il salario annuo medio, che tiene conto del minor orario di lavoro delle donne, spesso subito e condizionato dai diseguali carichi di cura.
Infine, dal punto di vista della qualità del lavoro, la bassa partecipazione al lavoro delle donne è determinata da diversi fattori, come l’occupazione ridotta, in larga parte precaria, in settori a bassa remuneratività o poco strategici e una netta prevalenza del part time, che riguarda poco meno del 49% delle donne occupate (contro il 26,2% degli uomini).
Da registrare, infine, criticità sul fronte dei servizi che potrebbero aiutare le donne a conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro, come l’assistenza all’infanzia: l’offerta dei nidi risulta in ripresa dopo la pandemia (+1.780 posti), “ma le richieste di iscrizione sono in gran parte insoddisfatte, soprattutto nel Mezzogiorno“. Con una penalizzazione maggiore per le “famiglie più povere, sia per i costi delle rette, sia per la carenza di nidi in diverse aree del Paese“.
Sempre guardando ai dati, a ottobre 2023 è uscita l’ultima edizione dell’Indice europeo di parità a cura dall’Agenzia europea per l’uguaglianza di genere (Eige) dal quale emerge che mentre la condizione di vita delle donne in Europa migliora, arrivando al miglior punteggio di sempre (70,2 su un massimo di 100 punti), l’Italia, pur facendo anch’essa un grande salto (+3,2, il doppio di quello Europeo) resta al di sotto della media europea, e sotto tutti i paesi europei del G7 e del G20. In sostanza, l’uguaglianza nel nostro Paese regge nelle dimensioni salute che è quella in cui andiamo meglio e in quelle del potere economico e politico, grazie alle regole sui consigli di amministrazione delle imprese quotate, sull’alternanza di genere nelle liste e sulle giunte paritarie. Per contro, anche questa rilevazione fa emergere che andiamo malissimo nel settore dell’occupazione, sia se guardiamo al tasso di partecipazione che alla segregazione che alla qualità del lavoro. Infine, si riscontra un miglioramento nell’uso del tempo per la cura, ma questo miglioramento non è dovuto a un migliore condivisione tra uomini e donne, ma al fatto che le donne fanno meno grazie alle tecnologie, ai servizi di consegna a domicilio, spostando cioè parte della cura su servizi e piattaforme. Questo, lo sappiamo, non basta. Sono necessari cambiamenti strutturali, in famiglia e nella società. Come afferma Claudia Goldin, professoressa di economia e vincitrice del Premio Nobel 2023: «Non avremo mai l’uguaglianza di genere finché non avremo anche l’equità di coppia».
Da ultimo, anche il Rapporto globale sulla disparità di genere del Word Economic Forum conferma i nostri ritardi: nel report 2023 il nostro Paese è precipitato di 13 posizioni scendendo 79esimo posto su 146 Paesi. I dati sono inesorabili: in particolare la partecipazione e la rappresentanza delle donne in politica è drasticamente peggiorata (dal 40esimo posto siamo finiti al 64esimo posto).
In sintesi e conclusione, possiamo dire che l’Italia non sta facendo dei seri passi avanti in tema di parità di genere, in un contesto globale che parimenti non sta di certo accelerando in questa direzione.
Fare progressi nel colmare il divario di genere è invece fondamentale per garantire una crescita economica inclusiva e sostenibile sia a livello di singola organizzazione, che a livello economico, essendo ormai ampiamente dimostrato che la parità di genere è fondamentale per garantire stabilità finanziaria e sviluppo economico.
Veniamo al nostro coordinamento, al lavoro fatto in questi 4 anni, e a quello che ancora rimane da fare, in un ideale passaggio di testimone con il coordinamento e l’esecutivo donne che usciranno da questa assemblea.
Nella scorsa assemblea abbiamo affrontato e approfondito tematiche importanti, la parità salariale, le discriminazioni di genere e la norma antidiscriminatoria, le molestie, il benessere organizzativo e gli stili di leadership.
Sono tematiche sulle quali si è poi incentrata anche la nostra azione negli anni successivi, accanto ad altri temi, alcuni diventati improvvisamente rilevanti per effetto delle restrizioni legate al periodo emergenziale, come il telelavoro, il lavoro agile e la violenza domestica.
Con il convegno “Diamo Credito alle donne, per non dover scegliere tra il lavoro e la cura” ci siamo confrontate sul ruolo delle politiche di welfare e dell’equilibrio tra lavoro di cura retribuito e non retribuito, nella costruzione della parità di genere e di una società più giusta.
I nostri numeri di FP hanno affrontato tematiche importanti e sempre attuali, dalle novità sui congedi ai genitori, alla valorizzazione delle differenze e gestione dei conflitti nella nostra organizzazione, alla digitalizzazione, al lavoro da casa rispetto al lavoro agile, alle diseguaglianze e alla violenza di genere in epoca Covid.
Abbiamo continuato con i corsi di formazione continua i sull’analisi e lettura dei rapporti sul personale maschile e femminile, aprendoli anche ai delegati uomini e aggiornandoli con le novità legate alla certificazione di parità.
Siamo riuscite, con l’aiuto di esperte, a organizzare un primo corso specifico sulle molestie a compagne e compagni delle segreterie di coordinamento e delle delegazioni trattanti delle azienda bancarie e assicurative, raccogliendo apprezzamenti per il contributo che le conoscenze acquisite potranno fornire alla contrattazione aziendale su questo fenomeno che, nonostante gli accordi sottoscritti a livello di settore (quello con Abi recentemente inserito nel nuovo CCNL) è ancora prevalentemente sommerso, anche a causa della sottovalutazione e dell’autoreferenzialità delle policy aziendali non contrattate in materia. Questo corso ci ha inoltre permesso di costruire un rapporto con i coordinamenti aziendali, rapporto che riterremmo utile mantenere e rafforzare in futuro.
Su questo tema, quello delle molestie, inoltre, abbiamo noi stessi dei passi avanti da fare in termini di prevenzione, segnalazione e gestione dei comportamenti molesti che avvengano al nostro interno, a danno delle nostre delegate e i nostri delegati, o di cui questi ultimi siano oggetto in relazione al ruolo che ricoprono. E’ un lavoro che riteniamo debba essere affrontato da tutta l’organizzazione con il contributo, lo stimolo e il supporto che senza dubbio il coordinamento donne può, vuole e deve fornire.
Abbiamo seguito da vicino, e contribuito con le nostre proposte, al rinnovo dei contratti dei nostri settori e portato a casa, questa volta sì, il 100% di retribuzione del congedo anticipato per maternità a rischio nel CCNL ABI che perseguivamo da troppo tempo.
Ci siamo sapute ascoltare e confrontare in modo costruttivo, rispettando le nostre diversità di opinioni e facendone la base per costruire percorsi condivisi. Non è stato sempre facile, ma sempre ci siamo impegnate per trovare una strada comune. Un tema sul quale è stato particolarmente complesso è stato quello della posizione da tenere nei confronti dello sciopero dell’8 marzo e del rapporto con i movimenti su questo tema. Il nostro confronto interno, il dialogo con l’AGN, con la nostra Segreteria Nazionale, e con le donne della Cgil, hanno fatto maturare le condizioni per riconoscere politicamente nella nostra categoria la libertà di proclamare lo sciopero da parte delle singole strutture e la libertà di aderirvi da parte di delegate e delegati anche qualora non ci fossero le condizioni per una proclamazione da parte della nostra organizzazione. Crediamo che anche grazie a questo percorso sia maturata una diversa modalità di confronto collettivo su questo tema nella confederazione, che nei giorni scorsi ha aperto alla discussione con le categorie creando le condizioni perché sia possibile ipotizzare la proclamazione dello sciopero da parte della CGIL per il prossimo 8 marzo.
Ci siamo confrontate tra noi sulla scelta e sul ruolo del coordinamento donne, e sul rapporto con i compagni e con i luoghi misti dell’organizzazione. Abbiamo riletto le norme degli statuti Cgil e Fisac che prevedono il coordinamento in quanto luogo di auto organizzazione delle donne, con specifici diritti di proposta politica.
Abbiamo ripercorso la storia dei coordinamenti donne FLM delle “150 ore delle donne” negli anni tra il 1975 e il 1983, in una fase in cui alle conquiste del movimento dei lavoratori si affiancava una grande vitalità del pensiero femminista e la legislazione italiana era in rapida evoluzione: divorzio, Statuto dei diritti dei lavoratori, nuovo diritto di famiglia, istituzione degli asili nido, nascita dei consultori familiari. Molti di questi diritti sono oggi pesantemente sotto attacco, altri ancora sostanzialmente sotto-applicati. Tutto ciò, ci ha confermate e rafforzate nella convinzione della perdurante necessità di uno spazio autonomo di pensiero e di elaborazione politica delle donne della Fisac e nell’impegno a lavorare perché questo sia e resti sempre un luogo in cui tutte noi possiamo riconoscerci, ascoltando e rispettando le nostre differenze, ma facendo del nostro comune essere donne una forza a vantaggio di tutte.
Con questo spirito, e in conclusione, vogliamo fare nostre le parole di Azzurra Rinaldi, economista femminista autrice del libro Le signore non parlano di soldi.
Noi donne possiamo… (e dobbiamo)… prendere spazio in tutti gli ambiti e in tutti i luoghi. Possiamo… (e dobbiamo)… impegnarci a essere sorelle in spirito con tutte le altre donne. Possiamo… (e dobbiamo)… imparare a chiedere, a contrattare, a pretendere quello che è giusto e che ci spetta. E gli uomini? Possono… (e devono)… levare la loro voce fuori dal coro, essere al nostro fianco nelle mille battaglie quotidiane. Insieme, smantellare pezzo per pezzo il patriarcato e tutto quello che ne consegue; all’interno delle famiglie, sul mercato del lavoro nelle relazioni personali, un futuro equo è tutto da costruire.
⇒ Claudia Rotondi: “Oh quante belle figlie Madama Dorè”
⇒ A cura dell’Esecutivo Donne nazionale: “Il divario di genere nel settore”
⇒ Marcella Chiesi: “Dal gender gap ai nuovi strumenti per il suo superamento”
⇒ Antonio Pescapè: “Intelligenza Artificiale e Stereotipi di Genere”
⇒ Carla Raimo: “Possibili impatti della digitalizzazione sulle lavoratrici”
⇒ Raccolta degli atti curata da Eleonora Pinzuti “LIBERIAMO IL LAVORO DALLE MOLESTIE”
IL COORDINAMENTO ELETTO
ADORNO | EMANUELA | LOMBARDIA |
AGUECI | MARIA | TOSCANA |
AMELIO | ELISA | VENETO |
AMMANNATI | SERENA | TOSCANA |
AMOROSO | GIACINTA | BASILICATA |
ANDREONI | ANNA | PIEMONTE |
APORTONE | GIUSEPPINA | MARCHE |
ARGURIO | DOMENICA | SICILIA |
AVANZO | DIANA | LAZIO |
BAGNULO | FRANCESCA | LOMBARDIA |
BARIGELLI | BEATRICE | LAZIO |
BEATRICE | CHIARA | CAMPANIA |
BELLUCCI | CRISTINA | LAZIO |
BELMONTE | BRUNA | CALABRIA |
BERTINI | ILARIA | TOSCANA |
BERTO | RACHELE | VENETO |
BERTUZZI | ANTONELLA | CALABRIA |
BIELLO | SILVIA | ABRUZZO-MOLISE |
BIGGERI | MANOLA | TOSCANA |
BORGIA | CINZIA | PIEMONTE |
BOTTARELLI | BARBARA | EMILIA ROMAGNA |
BRAGA | MARTINA | VENETO |
BRILLI | LUCIA | TOSCANA |
BRUNETTI | PAOLA | LAZIO |
CACCIAVILLANI | CLAUDIA | CAMPANIA |
CALLO | CINZIA | EMILIA ROMAGNA |
CAMIN | MANUELA | TRENTINO |
CANTON | CHIARA | VENETO |
CAPONE | STEFANIA | CAMPANIA |
CARBOTTI | MARIAPIA | PUGLIA |
CASA | PATRIZIA | LOMBARDIA |
CHERUBINI | ELENA | TOSCANA |
CHINELLI | AGNESE | EMILIA ROMAGNA |
CITA’ | TANIA | TOSCANA |
COLANTONIO | NUNZIA | CAMPANIA |
CONGIU | RAFFAELA | SARDEGNA |
COZZA | OLGA | CALABRIA |
CUOZZO | ROBERTA | CAMPANIA |
DAL ZOVO | ROSANNA | VENETO |
DALLA BARBA | VIVIANA | VENETO |
DEIDDA | CLAUDIA | LAZIO |
DEL BUONO | MARA | PUGLIA |
D’EREDITA’ | ELISABETTA | PUGLIA |
DI GENNARO | SUE | LOMBARDIA |
DI LUZIO | MARTA | ABRUZZO-MOLISE |
DI TROIA | CARMELINA | EMILIA ROMAGNA |
DOZ | CRISTINA | FRIULI VENEZIA GIULIA |
DURANTINI | LAVINIA | CALABRIA |
ELEFANTI | EMANUELA | EMILIA ROMAGNA |
EMILIANI | DANIELA | PIEMONTE |
ESPOSITO | SUSY | CAMPANIA |
FAGGIANO | DANIELA | LOMBARDIA |
FALCITELLI | MARIA | PIEMONTE |
FARINA | ELENA | LOMBARDIA |
FARINELLI | GIULIA | EMILIA ROMAGNA |
FASCETTI | LAURA | TOSCANA |
FERRANTE | MARIA RITA | SICILIA |
FERRARI | LUCILLA | LIGURIA |
FERSINI | COSIMA | LOMBARDIA |
FIORELLA | ANNA NUNZIA | PIEMONTE |
FLORIO | SERENA | UMBRIA |
FRIGERIO | STEFANIA | PIEMONTE |
GALASSO | ORIANA | LOMBARDIA |
GALUZZI | ALESSANDRA | LOMBARDIA |
GINNETTI | ESTER | LAZIO |
GIRLETTI | MARIA ELIDE | TOSCANA |
GIULI | CHIARA | TOSCANA |
GIULITTI | SAMIRA | LIGURIA |
GLORIOSO | MARIA | SICILIA |
GOVONI | ESTER | EMILIA ROMAGNA |
IVALDI | ELISA | LIGURIA |
LEVA | VALERIA | LOMBARDIA |
LEVITO | PAOLA | LOMBARDIA |
LORUSSO | FRANCESCA | LOMBARDIA |
LUCIFERO | DANIELA | LAZIO |
LUPORINI | LAURA | LAZIO |
LURASCHI | EMANUELA | LOMBARDIA |
MAFFEI | ROSA | PUGLIA |
MAGGIANI | ARIANNA | LIGURIA |
MAGISTRO | MARCELLA | SICILIA |
MAGLIOCCHI | PAOLA | LAZIO |
MANGIA | MARIANGELA | PUGLIA |
MARCHINI | LAURA | TOSCANA |
MARGARIA | ELISA | PIEMONTE |
MARIANO | ANGELA | PIEMONTE |
MARRICCHI | SABRINA | TOSCANA |
MASCARO | NICOLETTA | ALTO ADIGE |
MASCIARELLI | ELISABETTA | TOSCANA |
MAZZARINI | DONATELLA | LAZIO |
MEZZANOTTE | MARIA DELE | EMILIA ROMAGNA |
MICHELOTTI | LORENA | TRENTINO |
MIGNANI | LUANA | LOMBARDIA |
MILANESIO | MARINA AUXILIA | VALLE D’AOSTA |
MOROLLA | ANNA | PUGLIA |
MOSCHETTI | MARZIELLA | PIEMONTE |
NERONI | ANNA | EMILIA ROMAGNA |
ONGARO | CINZIA | LOMBARDIA |
ORLANDO | ALESSANDRA | LOMBARDIA |
PAGLIARO | SUSY | CAMPANIA |
PALMA | AGNESE | LAZIO |
PALMIERI | PAOLA | SARDEGNA |
PANNELLA | PIERA | LOMBARDIA |
PAPPAIANNI | ANNA RITA | LOMBARDIA |
PAPPALARDO | VINCENZA TERESA | SICILIA |
PARMA | DANIA | EMILIA ROMAGNA |
PASCUCCI | CRISTINA | TOSCANA |
PEDRALI | SIMONA | LOMBARDIA |
PELLEGRINI | ELIANA | FRIULI VENEZIA GIULIA |
PIANCATELLI | BARBARA | LOMBARDIA |
PICCHIONI | PAOLA | LOMBARDIA |
PIERI | GIULIA | MARCHE |
PIROLA | NADIA | LOMBARDIA |
PIZZO | IVANA | SICILIA |
PONCHIO | MARINA | VENETO |
PONZANO | SIMONA | PIEMONTE |
PORCELLUZZI | SABINA | EMILIA ROMAGNA |
PRANDA | VALERIA | LOMBARDIA |
PROTTI | GISELLA | LOMBARDIA |
RAGNO | SONIA | VENETO |
RAIMO | CARLA | CAMPANIA |
RICCI | SIMONA | PIEMONTE |
RICCIARDO | GIUSI | SICILIA |
RIGON | ELISA | VENETO |
ROSSI | CLAUDIA | TOSCANA |
ROSSI | CHIARA | TOSCANA |
ROSSI | EMILIA | LIGURIA |
ROSSI | ROBERTA | VENETO |
RUGGERI | MARIA | VENETO |
RUGGIERO | MIRIAM | LAZIO |
SACCO | ALESSANDRA | VENETO |
SALAMONI | ROBERTA | LAZIO |
SALVIATO | FRANCESCA | VENETO |
SARAIN | CINZIA | LOMBARDIA |
SARTORI | ROBERTA | VENETO |
SAVINI | RAQUEL | LAZIO |
SCALVENZI | SONIA | LOMBARDIA |
SCANDURA | TIZIANA | SICILIA |
SICILIANO | FABIANA | CAMPANIA |
TERRUSO | LAURA | LIGURIA |
THOGERSEN SAIANI | FAUSTA | TOSCANA |
TOFFOLETTI | FEDERICA | EMILIA ROMAGNA |
TUTERI | CRISTINA | LAZIO |
UNIDA | GLORIA | SARDEGNA |
URGEGHE | LAURA | SARDEGNA |
VECCHIONE | MARTINA | EMILIA ROMAGNA |
ZACCAGNI | SAMANTHA | ABRUZZO-MOLISE |
ZAMBETTA | PALMA GIOVANNA | PUGLIA |
ZEMA | VALENTINA | LIGURIA |
ZINNO | STEFANIA | CAMPANIA |