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    31 Gennaio 2024

    Donne per le donne, a Catania tre giorni di assemblea delegate della Fisac

    Donne per le donne. Donne determinate, portatrici di cambiamento, in lotta contro le discriminazioni, gli stereotipi e i linguaggi, le…
    31 Gennaio 2024

    Banche: Ricerca Fisac, le donne sono la metà della forza lavoro ma contano meno

    Le donne sono circa la metà della forza lavoro nelle banche ma non ricevono un riconoscimento pari a quello degli…
    31 Gennaio 2024

    Donne Fisac, eletto nuovo escecutivo e coordinamento

    Eletto all’unanimità il nuovo esecutivo donne della Fisac Cgil, composto da Mara Del Buono, Giulia Farinelli, Agnese Palma, Barbara Piancatelli…

    Assemblea delle Delegate 2024
    29 30 31 gennaio 2024
    Aci Castello – Hotel Baia Verde (CT)


    SIAMO QUI PER CONTARE

    Dalle costituenti alla sfida digitale


    PROGRAMMA

    29 gennaio

    14:00 – Accoglienza e registrazione ospiti, delegate e invitati 

    14:30 – Saluti di:

    Alfio Mannino – Segretario Generale CGIL Sicilia 

    Mimma Argurio – Segretaria Generale Fisac Sicilia

    15:00 – Elezione Presidenza e Commissioni (Politica – Elettorale)

    15:20 – Introduzione ai lavori a cura dell’Esecutivo uscente  

    15:30 – Presentazione Calendario 2024/25: Donne di Buona Costituzione

     Illustrazione della Mostra a cura di Luisa Sassu Fresu

    16:00 – “Oh quante belle figlie Madama Dorè”. 

    Ruolo e identità delle donne lavoratrici nella fase costituente con Claudia Rotondi, docente di Storia del pensiero economico Università Cattolica di Milano 

    16:30 – Interventi delle delegate  

    18:30 – Chiusura lavori della giornata 

    20:00 – Cena 

    21:00 – Serata musicale a cura del dj Salmeri, vocalist Alessandro Caruso

    30 gennaio

    09:00 – Interventi delle delegate  

    10:00 – Dalle disparità al valore della differenza 

    • Il gender gap nel settore a cura dell’Esecutivo Donne in collaborazione con l’Ufficio Studi e Ricerche Fisac Nazionale  
    • La valorizzazione delle differenze (di genere e generazionali) nelle imprese del settore a cura di Marcella Chiesi, sociologa del lavoro e consulente di sviluppo organizzativo

    11:00 – Interventi delle delegate

    12:00 – Possibili impatti della digitalizzazione sulle lavoratrici

    • La trasformazione digitale e il ruolo degli stereotipi nell’intelligenza artificiale a cura di Antonio Pescapè, professore ordinario Sistemi Elaborazione Informazioni, Università Federico II Napoli 

    13:00 – Pranzo 

    14:30 – Interventi delle delegate

    15:30 – Empowerment femminile e sicurezza sul lavoro 

    • Una strategia sistemica per la tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro in un’ottica di genere: ruolo della sorveglianza sanitaria – a cura di Gabriella Messina, Segreteria regionale della CGIL Sicilia, componente del CO.CO.PRO INAIL

    16:00 – “Ripensare la relazione per raggiungere la parità di genere e contrastare la violenza” intervento di Raffaele Sibilio, professore e sociologo, Università degli Studi di Napoli

    16:30 – Interventi delle delegate

    18:30 – Chiusura lavori della giornata 

    20:00 – Cena 

    21:00 – Rappresentazione teatrale “lo stupro” e “Barbie”

    interpretate da Rosa Lao Direzione a cura di Matteo Favara

    31 gennaio

    9:00 – Interventi delle delegate

    10:00 – Intervento di Lara Ghiglione Segretaria Cgil Nazionale;

    10:30 – Elezione del coordinamento donne nazionale

    10:45 – Conclusioni: Susy Esposito Segretaria Generale Fisac CGIL Nazionale

    11:45 – Proposta ed elezione dell’Esecutivo donne nazionale

    12:00 – Lettura e votazione del documento politico

    DOCUMENTAZIONE

    Relazione Introduttiva a cura Esecutivo Donne Nazionale

    SCARICA IL DOCUMENTO ORIGINALE IN PDF

    RELAZIONE INTRODUTTIVA ASSEMBLEA DELLE DELEGATE 2024

    Gli usuali 4 anni ci separano dalla scorsa assemblea delle delegate, ma a ben vedere, sono stati così densi di avvenimenti di portata storica, a partire dall’epidemia Covid19 con tutte le sue ricadute dirette e indirette, da sembrare molti di più.

    Ci eravamo proposti di uscirne migliori, ma non ci siamo riusciti, e forse non ci abbiamo neppure provato.

    Non abbiamo imparato la lezione, abbiamo ripreso a correre, ciecamente, inseguendo una crescita sregolata che, lungi dal migliorare la qualità della vita, sta provocando un aumento delle differenze, della povertà, delle migrazioni e il perdurare di ricadute ambientali che già presentano il conto e ancor più lo presenteranno alle future generazioni.

    Ci ritroviamo, inoltre, con un conflitto nel cuore dell’Europa e con il barbaro riacutizzarsi del conflitto israelo palestinese, il tutto in un quadro di ridefinizione degli assetti geopolitici mondiali difficile da prevedere e con l’inadeguatezza dell’ONU, con le attuali regole, ad affrontare questo quadro, complesso e inquietante.

    A livello globale, il miglioramento dell’uguaglianza di genere è stagnante a causa delle resistenze e delle crisi convergenti che rallentano i progressi. Secondo il Rapporto globale sulla disparità di genere 2023 del World Economic Forum, il divario complessivo tra i sessi si è ridotto di soli 0,3 punti percentuali rispetto allo scorso anno e di soli 4,1 rispetto alla prima edizione del 2006. L’anno di raggiungimento dell’uguaglianza di genere previsto rimane quindi lontanissimo, il 2154. Le donne, infatti, continuano a sostenere il peso dell’attuale crisi del costo della vita e delle interruzioni del mercato del lavoro e sostengono il 75% delle attività di cura a livello globale.

    Nel nostro Paese, le elezioni hanno portato a una pesante sconfitta di ciò che rimaneva del centro sinistra, e a un’importante consenso per la destra, capeggiata da una leader percepita come una novità in termini di età, genere e determinazione, rispetto alla sfiducia generalizzata che investe invece, da anni ormai, la politica. In termini di consenso, forse, ha pagato anche la visibilità acquisita rimanendo, unica, all’opposizione del Governo Draghi, salvo poi attuarne l’agenda una volta raggiunto il potere. Un successo che, però, non ha scalfito i pesanti tassi di astensionismo, né ricondotto a un sano concetto di partecipazione e di cittadinanza attiva e consapevole. Al contrario, restiamo alla delega, acritica e disinformata. Questo è un serio problema, e lo rimarrà sia che le Europee portino a una conferma che a un ridimensionamento dei consensi alla destra. La delega è un tarlo mortale per la democrazia, ed è nemica di tutti i corpi intermedi, e noi lo sappiamo bene.

    Da questo punto di vista, risulta ancor più preoccupante la lettura che ci arriva dal 57° Rapporto Censis sulla situazione del Paese di dicembre scorso. Nell’evidenziare, tra le altre cose, che il 73,8% degli italiani ha paura che non ci sarà un numero sufficiente di lavoratori per pagare le pensioni e che il 69,2% pensa che negli anni a venire la sanità pubblica non riuscirà a garantire a tutti le prestazioni necessarie, l’Istituto di Ricerca osserva che quelli ipotizzati sono scenari che paralizzano invece di mobilitare e che generano l’inerzia dei sonnambuli dinanzi alla molteplicità delle sfide che la società contemporanea deve affrontare. Tutto è emergenza: quindi, nulla lo è

    I dati di genere su occupazione, dimissioni e posizionamento del nostro Paese sugli indicatori di parità non ci conducono a più facili ottimismi.

    Il nostro Paese è infatti fanalino di coda nell’Ue per il tasso di occupazione femminile. Il quadro emerge da un dossier del Servizio studi della Camera, pubblicato a dicembre scorso. Il tasso di occupazione femminile in Italia “risulta essere – secondo dati Eurostat relativi al quarto trimestre 2022 – quello più basso tra gli Stati dell’Ue, essendo di circa 14 punti percentuali al di sotto della media” (il 55%, a fronte del 69,3% dell’Ue). A ciò si aggiunge che una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della maternità. La decisione di lasciare il lavoro è determinata, per oltre la metà delle donne (52%), da esigenze di conciliazione e per il 19% da considerazioni economiche. L’istruzione, tuttavia, “si conferma fattore protettivo per l’occupazione delle donne con figli piccoli”. Ma l’occupazione femminile è caratterizzata anche da “un accentuato divario retributivo di genere” che è pari al 5% (contro il 13% della media UE) se consideriamo la retribuzione oraria lorda e al 43% (contro il 36,2% media UE) se consideriamo il salario annuo medio, che tiene conto del minor orario di lavoro delle donne, spesso subito e condizionato dai diseguali carichi di cura.

    Infine, dal punto di vista della qualità del lavoro, la bassa partecipazione al lavoro delle donne è determinata da diversi fattori, come l’occupazione ridotta, in larga parte precaria, in settori a bassa remuneratività o poco strategici e una netta prevalenza del part time, che riguarda poco meno del 49% delle donne occupate (contro il 26,2% degli uomini).

    Da registrare, infine, criticità sul fronte dei servizi che potrebbero aiutare le donne a conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro, come l’assistenza all’infanzia: l’offerta dei nidi risulta in ripresa dopo la pandemia (+1.780 posti), “ma le richieste di iscrizione sono in gran parte insoddisfatte, soprattutto nel Mezzogiorno“. Con una penalizzazione maggiore per le “famiglie più povere, sia per i costi delle rette, sia per la carenza di nidi in diverse aree del Paese“.

    Sempre guardando ai dati, a ottobre 2023 è uscita l’ultima edizione dell’Indice europeo di parità a cura dall’Agenzia europea per l’uguaglianza di genere (Eige) dal quale emerge che mentre la condizione di vita delle donne in Europa migliora, arrivando al miglior punteggio di sempre (70,2 su un massimo di 100 punti), l’Italia, pur facendo anch’essa un grande salto (+3,2, il doppio di quello Europeo) resta al di sotto della media europea, e sotto tutti i paesi europei del G7 e del G20. In sostanza, l’uguaglianza nel nostro Paese regge nelle dimensioni salute che è quella in cui andiamo meglio e in quelle del potere economico e politico, grazie alle regole sui consigli di amministrazione delle imprese quotate, sull’alternanza di genere nelle liste e sulle giunte paritarie. Per contro, anche questa rilevazione fa emergere che andiamo malissimo nel settore dell’occupazione, sia se guardiamo al tasso di partecipazione che alla segregazione che alla qualità del lavoro. Infine, si riscontra un miglioramento nell’uso del tempo per la cura, ma questo miglioramento non è dovuto a un migliore condivisione tra uomini e donne, ma al fatto che le donne fanno meno grazie alle tecnologie, ai servizi di consegna a domicilio, spostando cioè parte della cura su servizi e piattaforme. Questo, lo sappiamo, non basta. Sono necessari cambiamenti strutturali, in famiglia e nella società. Come afferma Claudia Goldin, professoressa di economia e vincitrice del Premio Nobel 2023: «Non avremo mai l’uguaglianza di genere finché non avremo anche l’equità di coppia».

    Da ultimo, anche il Rapporto globale sulla disparità di genere del Word Economic Forum conferma i nostri ritardi: nel report 2023 il nostro Paese è precipitato di 13 posizioni scendendo 79esimo posto su 146 Paesi. I dati sono inesorabili: in particolare la partecipazione e la rappresentanza delle donne in politica è drasticamente peggiorata (dal 40esimo posto siamo finiti al 64esimo posto).

    In sintesi e conclusione, possiamo dire che l’Italia non sta facendo dei seri passi avanti in tema di parità di genere, in un contesto globale che parimenti non sta di certo accelerando in questa direzione.

    Fare progressi nel colmare il divario di genere è invece fondamentale per garantire una crescita economica inclusiva e sostenibile sia a livello di singola organizzazione, che a livello economico,  essendo ormai ampiamente dimostrato che la parità di genere è fondamentale per garantire stabilità finanziaria e sviluppo economico.

    Veniamo al nostro coordinamento, al lavoro fatto in questi 4 anni, e a quello che ancora rimane da fare, in un ideale passaggio di testimone con il coordinamento e l’esecutivo donne che usciranno da questa assemblea.

    Nella scorsa assemblea abbiamo affrontato e approfondito tematiche importanti, la parità salariale, le discriminazioni di genere e la norma antidiscriminatoria, le molestie, il benessere organizzativo e gli stili di leadership.

    Sono tematiche sulle quali si è poi incentrata anche la nostra azione negli anni successivi, accanto ad altri temi, alcuni diventati improvvisamente rilevanti per effetto delle restrizioni legate al periodo emergenziale, come il telelavoro, il lavoro agile e la violenza domestica.

    Con il convegno “Diamo Credito alle donne, per non dover scegliere tra il lavoro e la cura” ci siamo confrontate sul ruolo delle politiche di welfare e dell’equilibrio tra lavoro di cura retribuito e non retribuito, nella costruzione della parità di genere e di una società più giusta.

    I nostri numeri di FP hanno affrontato tematiche importanti e sempre attuali, dalle novità sui congedi ai genitori, alla valorizzazione delle differenze e gestione dei conflitti nella nostra organizzazione, alla digitalizzazione, al lavoro da casa rispetto al lavoro agile, alle diseguaglianze e alla violenza di genere in epoca Covid.

    Abbiamo continuato con i corsi di formazione continua i sull’analisi e lettura dei rapporti sul personale maschile e femminile, aprendoli anche ai delegati uomini e aggiornandoli con le novità legate alla certificazione di parità.

    Siamo riuscite, con l’aiuto di esperte, a organizzare un primo corso specifico sulle molestie a compagne e compagni delle segreterie di coordinamento e delle delegazioni trattanti delle azienda bancarie e assicurative, raccogliendo apprezzamenti per il contributo che le conoscenze acquisite potranno fornire alla contrattazione aziendale su questo fenomeno che, nonostante gli accordi sottoscritti a livello di settore (quello con Abi recentemente inserito nel nuovo CCNL) è ancora prevalentemente sommerso, anche a causa della sottovalutazione e dell’autoreferenzialità delle policy aziendali non contrattate in materia. Questo corso ci ha inoltre permesso di costruire un rapporto con i coordinamenti aziendali, rapporto che riterremmo utile mantenere e rafforzare in futuro.

    Su questo tema, quello delle molestie, inoltre, abbiamo noi stessi dei passi avanti da fare in termini di prevenzione, segnalazione e gestione dei comportamenti molesti che avvengano al nostro interno, a danno delle nostre delegate e i nostri delegati, o di cui questi ultimi siano oggetto in relazione al ruolo che ricoprono. E’ un lavoro che riteniamo debba essere affrontato da tutta l’organizzazione con il contributo, lo stimolo e il supporto che senza dubbio il coordinamento donne può, vuole e deve fornire.

    Abbiamo seguito da vicino, e contribuito con le nostre proposte, al rinnovo dei contratti dei nostri settori e portato a casa, questa volta sì, il 100% di retribuzione del congedo anticipato per maternità a rischio nel CCNL ABI che perseguivamo da troppo tempo.

    Ci siamo sapute ascoltare e confrontare in modo costruttivo, rispettando le nostre diversità di opinioni e facendone la base per costruire percorsi condivisi. Non è stato sempre facile, ma sempre ci siamo impegnate per trovare una strada comune. Un tema sul quale è stato particolarmente complesso è stato quello della posizione da tenere nei confronti dello sciopero dell’8 marzo e del rapporto con i movimenti su questo tema. Il nostro confronto interno, il dialogo con l’AGN,  con la nostra Segreteria Nazionale, e con le donne della Cgil, hanno fatto maturare le condizioni per riconoscere politicamente nella nostra categoria la libertà di proclamare lo sciopero da parte delle singole strutture e la libertà di aderirvi da parte di delegate e delegati anche qualora non ci fossero le condizioni per una proclamazione da parte della nostra organizzazione. Crediamo che anche grazie a questo percorso sia maturata una diversa modalità di confronto collettivo su questo tema nella confederazione, che nei giorni scorsi ha aperto alla discussione con le categorie creando le condizioni perché sia possibile ipotizzare la proclamazione dello sciopero da parte della CGIL per il prossimo 8 marzo.

    Ci siamo confrontate tra noi sulla scelta e sul ruolo del coordinamento donne, e sul rapporto con i compagni e con i luoghi misti dell’organizzazione. Abbiamo riletto le norme degli statuti Cgil e Fisac che prevedono il coordinamento in quanto luogo di auto organizzazione delle donne, con specifici diritti di proposta politica.

    Abbiamo ripercorso la storia dei coordinamenti donne FLM delle “150 ore delle donne” negli anni tra il 1975 e il 1983, in una fase in cui alle conquiste del movimento dei lavoratori si affiancava una grande vitalità del pensiero femminista e la legislazione italiana era in rapida evoluzione: divorzio, Statuto dei diritti dei lavoratori, nuovo diritto di famiglia, istituzione degli asili nido, nascita dei consultori familiari. Molti di questi diritti sono oggi pesantemente sotto attacco, altri ancora sostanzialmente sotto-applicati. Tutto ciò, ci ha confermate e rafforzate nella convinzione della perdurante necessità di uno spazio autonomo di pensiero e di elaborazione politica delle donne della Fisac e nell’impegno a lavorare perché questo sia e resti sempre un luogo in cui tutte noi possiamo riconoscerci, ascoltando e rispettando le nostre differenze, ma facendo del nostro comune essere donne una forza a vantaggio di tutte.

    Con questo spirito, e in conclusione, vogliamo fare nostre le parole di Azzurra Rinaldi,  economista femminista autrice del libro Le signore non parlano di soldi.

    Noi donne possiamo… (e dobbiamo)… prendere spazio in tutti gli ambiti e in tutti i luoghi. Possiamo… (e dobbiamo)… impegnarci a essere sorelle in spirito con tutte le altre donne. Possiamo… (e dobbiamo)… imparare a chiedere, a contrattare, a pretendere quello che è giusto e che ci spetta. E gli uomini? Possono… (e devono)… levare la loro voce fuori dal coro, essere al nostro fianco nelle mille battaglie quotidiane. Insieme, smantellare pezzo per pezzo il patriarcato e tutto quello che ne consegue; all’interno delle famiglie, sul mercato del lavoro nelle relazioni personali, un futuro equo è tutto da costruire.

    Documento Politico e OdG

    Documentazione 29 gennaio

    Documentazione 31 gennaio

    ⇒ Raccolta degli atti curata da Eleonora Pinzuti “LIBERIAMO IL LAVORO DALLE MOLESTIE”

    IL COORDINAMENTO ELETTO

    Tutte le compagne del Coordinamento Donne Nazionale

    ADORNO EMANUELA LOMBARDIA
    AGUECI MARIA TOSCANA
    AMELIO ELISA VENETO
    AMMANNATI SERENA TOSCANA
    AMOROSO GIACINTA BASILICATA
    ANDREONI ANNA PIEMONTE
    APORTONE GIUSEPPINA MARCHE
    ARGURIO DOMENICA SICILIA
    AVANZO DIANA LAZIO
    BAGNULO FRANCESCA LOMBARDIA
    BARIGELLI BEATRICE LAZIO
    BEATRICE CHIARA CAMPANIA
    BELLUCCI CRISTINA LAZIO
    BELMONTE BRUNA CALABRIA
    BERTINI ILARIA TOSCANA
    BERTO RACHELE VENETO
    BERTUZZI ANTONELLA CALABRIA
    BIELLO SILVIA ABRUZZO-MOLISE
    BIGGERI MANOLA TOSCANA
    BORGIA CINZIA PIEMONTE
    BOTTARELLI BARBARA EMILIA ROMAGNA
    BRAGA MARTINA VENETO
    BRILLI LUCIA TOSCANA
    BRUNETTI PAOLA LAZIO
    CACCIAVILLANI CLAUDIA CAMPANIA
    CALLO CINZIA EMILIA ROMAGNA
    CAMIN MANUELA TRENTINO
    CANTON CHIARA VENETO
    CAPONE STEFANIA CAMPANIA
    CARBOTTI MARIAPIA PUGLIA
    CASA PATRIZIA LOMBARDIA
    CHERUBINI ELENA TOSCANA
    CHINELLI AGNESE EMILIA ROMAGNA
    CITA’ TANIA TOSCANA
    COLANTONIO NUNZIA CAMPANIA
    CONGIU RAFFAELA SARDEGNA
    COZZA OLGA CALABRIA
    CUOZZO ROBERTA CAMPANIA
    DAL ZOVO ROSANNA VENETO
    DALLA BARBA VIVIANA VENETO
    DEIDDA CLAUDIA LAZIO
    DEL BUONO MARA PUGLIA
    D’EREDITA’ ELISABETTA PUGLIA
    DI GENNARO SUE LOMBARDIA
    DI LUZIO MARTA ABRUZZO-MOLISE
    DI TROIA CARMELINA EMILIA ROMAGNA
    DOZ CRISTINA FRIULI VENEZIA GIULIA
    DURANTINI LAVINIA CALABRIA
    ELEFANTI EMANUELA EMILIA ROMAGNA
    EMILIANI DANIELA PIEMONTE
    ESPOSITO SUSY CAMPANIA
    FAGGIANO DANIELA LOMBARDIA
    FALCITELLI MARIA PIEMONTE
    FARINA ELENA LOMBARDIA
    FARINELLI GIULIA EMILIA ROMAGNA
    FASCETTI LAURA TOSCANA
    FERRANTE MARIA RITA SICILIA
    FERRARI LUCILLA LIGURIA
    FERSINI COSIMA LOMBARDIA
    FIORELLA ANNA NUNZIA PIEMONTE
    FLORIO SERENA UMBRIA
    FRIGERIO STEFANIA PIEMONTE
    GALASSO ORIANA LOMBARDIA
    GALUZZI ALESSANDRA LOMBARDIA
    GINNETTI ESTER LAZIO
    GIRLETTI MARIA ELIDE TOSCANA
    GIULI CHIARA TOSCANA
    GIULITTI SAMIRA LIGURIA
    GLORIOSO MARIA SICILIA
    GOVONI ESTER EMILIA ROMAGNA
    IVALDI ELISA LIGURIA
    LEVA VALERIA LOMBARDIA
    LEVITO PAOLA LOMBARDIA
    LORUSSO FRANCESCA LOMBARDIA
    LUCIFERO DANIELA LAZIO
    LUPORINI LAURA LAZIO
    LURASCHI EMANUELA LOMBARDIA
    MAFFEI ROSA PUGLIA
    MAGGIANI ARIANNA LIGURIA
    MAGISTRO MARCELLA SICILIA
    MAGLIOCCHI PAOLA LAZIO
    MANGIA MARIANGELA PUGLIA
    MARCHINI LAURA TOSCANA
    MARGARIA ELISA PIEMONTE
    MARIANO ANGELA PIEMONTE
    MARRICCHI SABRINA TOSCANA
    MASCARO NICOLETTA ALTO ADIGE
    MASCIARELLI ELISABETTA TOSCANA
    MAZZARINI DONATELLA LAZIO
    MEZZANOTTE MARIA DELE EMILIA ROMAGNA
    MICHELOTTI LORENA TRENTINO
    MIGNANI LUANA LOMBARDIA
    MILANESIO MARINA AUXILIA VALLE D’AOSTA
    MOROLLA ANNA PUGLIA
    MOSCHETTI MARZIELLA PIEMONTE
    NERONI ANNA EMILIA ROMAGNA
    ONGARO CINZIA LOMBARDIA
    ORLANDO ALESSANDRA LOMBARDIA
    PAGLIARO SUSY CAMPANIA
    PALMA AGNESE LAZIO
    PALMIERI PAOLA SARDEGNA
    PANNELLA PIERA LOMBARDIA
    PAPPAIANNI ANNA RITA LOMBARDIA
    PAPPALARDO VINCENZA TERESA SICILIA
    PARMA DANIA EMILIA ROMAGNA
    PASCUCCI CRISTINA TOSCANA
    PEDRALI SIMONA LOMBARDIA
    PELLEGRINI ELIANA FRIULI VENEZIA GIULIA
    PIANCATELLI BARBARA LOMBARDIA
    PICCHIONI PAOLA LOMBARDIA
    PIERI GIULIA MARCHE
    PIROLA NADIA LOMBARDIA
    PIZZO IVANA SICILIA
    PONCHIO MARINA VENETO
    PONZANO SIMONA PIEMONTE
    PORCELLUZZI SABINA EMILIA ROMAGNA
    PRANDA VALERIA LOMBARDIA
    PROTTI GISELLA LOMBARDIA
    RAGNO SONIA VENETO
    RAIMO CARLA CAMPANIA
    RICCI SIMONA PIEMONTE
    RICCIARDO GIUSI SICILIA
    RIGON ELISA VENETO
    ROSSI CLAUDIA TOSCANA
    ROSSI CHIARA TOSCANA
    ROSSI EMILIA LIGURIA
    ROSSI ROBERTA VENETO
    RUGGERI MARIA VENETO
    RUGGIERO MIRIAM LAZIO
    SACCO ALESSANDRA VENETO
    SALAMONI ROBERTA LAZIO
    SALVIATO FRANCESCA VENETO
    SARAIN CINZIA LOMBARDIA
    SARTORI ROBERTA VENETO
    SAVINI RAQUEL LAZIO
    SCALVENZI SONIA LOMBARDIA
    SCANDURA TIZIANA SICILIA
    SICILIANO FABIANA CAMPANIA
    TERRUSO LAURA LIGURIA
    THOGERSEN SAIANI FAUSTA TOSCANA
    TOFFOLETTI FEDERICA EMILIA ROMAGNA
    TUTERI CRISTINA LAZIO
    UNIDA GLORIA SARDEGNA
    URGEGHE LAURA SARDEGNA
    VECCHIONE MARTINA EMILIA ROMAGNA
    ZACCAGNI SAMANTHA ABRUZZO-MOLISE
    ZAMBETTA PALMA GIOVANNA PUGLIA
    ZEMA VALENTINA LIGURIA
    ZINNO STEFANIA CAMPANIA