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Il gigantismo bancario. Una giornata di discussione a Pistoia. di Paolo Cecchi Il 24 novembre u.s. la Fisac Toscana ha organizzato un’iniziativa pubblica dal titolo “gigantismo bancario e sistemi economici locali” presso il Palazzo Comunale di Pistoia. Un’idea che è frutto di una serie di riflessioni che da tempo si svolgono all’interno della categoria rispetto agli effetti dell’evoluzione, in atto, nel sistema del credito. Un’evoluzione che ha come punti cardine: la nascita, tramite fusioni progressive, di pochi grandi player di dimensione continentale, sotto la spinta del mercato, ma anche delle indicazioni dei decisori pubblici; l’espulsione dalle aziende bancarie di lavorazioni non “core”, ma anche di molti bancari. Il tutto può avere effetti sul sistema delle imprese toscane e sulla cittadinanza? Secondo noi, si. Come ben illustrato anche dal pregevole lavoro elaborato dall’Isrf Lab della Fisac, nel nostro territorio si assiste, ormai da anni, ad una progressiva riduzione della presenza sportellare delle banche in specie nelle aree più disagiate, nonché al venir meno di molte direzioni generali in virtu’ dei processi di accorpamento. Tale processo ha sicuramente effetti deleteri sulla quantità e sulla qualità del credito erogato alle aziende, in specie quelle piccole che rappresentano la maggioranza del sistema imprenditoriale della nostra regione (50,7%). Quanto precede, unitamente alla crescita vertiginosa dei depositi e dei conti correnti (+ 34% dal 2014; dato superiore alla media nazionale), trasforma sempre di più la nostra regione in un territorio di raccolta piuttosto che di impieghi bancari. Di questo e di molto altro, si è discusso nell’iniziativa del 24 novembre laddove non sono mancati accenni critici alle nostre tesi da parte di esponenti dell’imprenditoria che, tra l’altro, non vedono nel processo in atto nel credito un vero e proprio nocumento per almeno una parte dell’imprenditoria toscana; piuttosto si solleva la questione della scarsa qualità dei progetti di sviluppo per i quali si chiedono finanziamenti alle banche nonché della capacità di resilienza della micro impresa. Ebbene, in proposito, pur nel rispetto delle diverse posizioni, è bene ricordare che, ancora facendo riferimento alle riflessioni del Lab Fisac, in regioni che mantengono ancora molte direzioni generali di banche – quali l’Emilia o la Lombardia – la quantità di credito erogato è sicuramente più significativa del “caso toscano”. Inoltre, assumendo giustamente la tesi dei limiti del nanismo delle aziende toscane, si sottolinea che qualsiasi serio progetto di sviluppo dimensionale del tessuto economico regionale non può prescindere dagli investimenti delle banche. Tra l’altro, queste preoccupazioni sono state fatte proprie anche dal Presidente della regione Toscana, intervenuto alla nostra iniziativa di Pistoia. Ciò posto, è evidente che per la categoria che noi rappresentiamo, ma anche per la politica che aspira a amministrare bene il territorio toscano, le sfide da affrontare sono complesse e di non facile soluzione perché riguardano, tra l’altro, la digitalizzazione del settore del credito, l’abbandono di “fette” importanti di territorio con la chiusura degli sportelli, la crescente mobilità dei bancari. La Fisac continuerà con le proprie riflessioni e la propria azione al fine di trovare un equilibrio tra le esigenze aziendali, quelle dei lavoratori del credito e le necessità del sistema economico locale. Ci auguriamo, pertanto, che le nostre idee diventino presto patrimonio comune della classe dirigente della nostra regione.
Assicurativi: il sindacato contro i tentativi di fughe in avanti  di Tania Cità Nell'ultima informativa sindacale nazionale con ANIA, ex art. 7 del CCNL ANIA, è emerso un quadro del settore assicurativo decisamente in salute nonostante lo shock pandemico e che continua ad essere un canalizzatore dei risparmi delle famiglie italiane. Molte riorganizzazioni aperte nei Gruppi, che hanno visto nel quinquennio l'utilizzo del Fondo di solidarietà, hanno determinato una lieve flessione nell'occupazione, ma comunque nel complesso c' è una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali e il settore - negli indicatori fondamentali - può dirsi solido. Siamo alla vigilia del rinnovo del CCNL ANIA; nel mese di dicembre si terranno gli attivi unitari per poi passare da gennaio alla fase assembleare per la discussione e approvazione con le lavoratrici e i lavoratori. In questa fase ci siamo trovati di fronte a tentativi di fughe in avanti da parte di alcune aziende, che hanno cercato di forzare le previsioni normative e contrattuali. Zurich, strumentalizzando il protocollo sul Lavoro Agile, che diventerà un allegato del nuovo CCNL ANIA, aveva tentato di chiudere 166 ispettorati in tutta Italia dando la possibilità di lavorare per due anni in remoto e poi richiedendo un trasferimento su Milano, desertificando così i presidi nel resto del Paese. Tentativo respinto al mittente dopo un intervento politico delle segreteria nazionali unitarie. Altra vertenza, tutt'ora aperta, é quella della compagnia Diretta Verti, che ha annunciato un pesante modello operativo che prevede l'esternalizzazione dell'intera struttura Contact Center/back Office e la dichiarazione di 325 esuberi con età media sotto i 45 anni. Tale decisione è stata motivata dall'Azienda da fattori di contesto che imporrebbero di rivedere il modello operativo e di intervenire sui costi fissi a partire dal costo del lavoro. Le Segreterie Nazionali, stante il pesante impatto sull'occupazione, hanno chiesto ed ottenuto prontamente un incontro con l'A.D di Verti, che si è riservato una pausa di riflessione alla luce delle argomentazioni poste dal Sindacato, ed è già stato calendarizzato un prossimo incontro per il 13 dicembre 2021. Nel frattempo, visto l'impatto sulle previsioni del CCNL ANIA sul tema dell'Area Contrattuale, sull'equilibrio del sistema, sulle previsioni del regolamento n.38 dell'Ivass, le segreterie nazionali hanno chiesto anche ad Ania un intervento su Verti affinchè si possano determinare le condizioni per una riorganizzazione aziendale su basi diverse da quelle annunciate, sostenibili e coerenti con il CCNL ANIA e con le logiche del sistema per scongiurare possibili fenomeni di dumping contrattuale e per garantire una corretta competitività tra le Imprese. Il positivo andamento del Settore Assicurativo e il ruolo che l'industria assicurativa ricopre a sostegno dell'economia reale e nel rilancio dell'economia dopo lo shock pandemico impongono la ricerca di una diversa soluzione rispetto al modello operativo che, così come è stato illustrato da Verti al Sindacato, è inaccettabile. Ania si è resa disponibile alla richiesta delle Segreterie Nazionali, dichiarandosi preoccupata per i risvolti occupazionali e contrattuali ed impegnandosi a seguire la vertenza, con l'obiettivo di favorire un percorso negoziale coerente e sostenibile con le logiche e le previsioni contrattuali del Sistema Assicurativo Italiano. La fase storica che stiamo vivendo è certamente complessa e attraversata da profondi e continui cambiamenti, che però non sono accettabili quando ricadono unicamente sulla pelle dei lavoratori.
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La Newsletter della Fisac Cgil Toscana - Numero 45 - Dicembre 2021
16 dicembre 2021 SCIOPERO GENERALE
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Il Cerchio Tetro, l’iniziativa della Fisac Firenze
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POLIZZA CASSA E RC PROFESSIONALE 2022  È già possibile sottoscrivere le nuove polizze Cassa e RC Patrimoniale con la convenzione CGIL Toscana - Assicoop.  Ricordiamo che la convenzione è valida per tutte le iscritte ed iscritti della regione Toscana e per tutti i dipendenti Monte dei Paschi sul territorio nazionale. Oltre alle polizze sopra citate ogni iscritto alla Fisac Cgil Toscana usufruisce gratuitamente (quindi già compresa con l'iscrizione) della protezione della polizza RC Capofamiglia (ora con il massimale a 1 milione di euro).
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Il gigantismo bancario. Una giornata di discussione a Pistoia.
In questo numero:
MPS: ora un piano di rilancio con al centro il lavoro  
Assicurativi: il sindacato contro i tentativi di fughe in avanti
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BCC, la legalità passa dagli sportelli bancari
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Assemblea Sciopero Generale - GoToMeeting mar 14 dicembre 2021 ore: 17:30 - 19:30  Partecipa alla mia riunione da computer, tablet o smartphone. https://global.gotomeeting.com/join/756391973 È la prima volta che usi GoToMeeting? Scarica subito l'app e preparati all'inizio della tua prima riunione: https://global.gotomeeting.com/install/756391973
Sciopero Generale di Daniele Quirconi Il 16 dicembre CGIL e UIL hanno dichiarato lo sciopero generale contro le politiche economiche del Governo Draghi. Nessuna delle proposte sindacali sul fisco è stata accolta anzi, la riduzione delle aliquote e il progressivo appiattimento delle curve, destinerà la riduzione delle tasse ai redditi più alti: chi percepisce più di 75.000 Euro avrà di più di chi percepisce 35.000 euro l’anno. E ricordiamo che oltre il 90% dell’IRPEF è pagata dai lavoratori e dai pensionati. Si “taglia” di un miliardo l’IRAP per le imprese ( tassa che sostiene in gran parte il sistema sanitario nazionale) e si allarga l’area della “no tax area” solo transitoriamente per un anno. Infine dopo che anche le ultime ricerche hanno stabilito che l’Italia è prima in Europa per evasione dell’IVA e seconda per evasione complessiva, non si nota alcuna misura per il contrasto di questo scandalo,anzi quelle che incentivavano la riduzione dell’uso del contante e quindi dell’evasione sono state sospese. Nebbia fitta sul capitolo pensioni che con il ritorno alla Fornero e la fine del periodo transitorio nel 2026 e il legame (di nuovo) tra età e aspettativa di vita, farà si che un quarantenne di oggi vada in pensione a oltre 70 anni. Siamo consapevoli del quadro politico anomalo, della difficoltà del momento, del sacrificio che chiediamo ai lavoratori ed al paese (i lavoratori della sanità e i servizi ad essa connessi sono esclusi comunque dallo sciopero) ma non è accettabile che il sindacato venga convocato a Palazzo Chigi per ascoltare le decisioni immodificabili già assunte o che quando si preannuncia una misura compensativa sulle bollette attraverso una sterilizzazione del risparmio fiscale sui redditi alti, l’insorgenza del centrodestra ponga il veto e smentisca lo stesso Premier.   Nessuna notizia della legge contro le delocalizzazioni che contrasti il ripetersi di casi come GKN e Bekaert. Ci aspettiamo le solite trite e ritrite accuse. Noi ribadiamo la forza dei numeri e dei fatti: nell’ultimo trimestre +35.000 occupati tutti uomini; nell’ultimo anno 935.000 posti creati di cui 870.000 a termine. Lavoro povero dequalificato e con pochi dirittti. Tutto il resto è rumore di fondo.
Mps: ora un piano di rilancio con al centro il lavoro   di Federico Di Marcello La notizia dell’abbandono da parte di Unicredit della trattativa con il MEF per acquisire un perimetro delineato di attività del Gruppo MPS ha sgombrato il campo, per le Lavoratrici e i Lavoratori di MPS, dal pericolo dello smantellamento di una storia aziendale costruita sulle persone e dalle persone. Si rischiava infatti di veder cancellata non un’azienda, ma un modo di fare banca nato dalle persone che ci lavorano e dalla storia sindacale; si stava spezzettando un’azienda, si stavano mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, di professionalità e al tempo stesso si stava minando, per la modalità di gestione degli esuberi che si prospettava, la struttura del CCNL di settore.  Accantonata questa ipotesi, l’immediato futuro che MPS deve affrontare prevede la ricapitalizzazione della banca da parte del MEF, previa autorizzazione di UE e DG Comp e la redazione di un nuovo Piano industriale della durata presumibile dai 2 ai 4 anni, legata anch’essa alla proroga da parte delle istituzioni europee a alla permanenza dello Stato italiano nel capitale azionario di MPS. La Fisac aziendale, dopo essere stata fortemente impegnata in una vertenza per comportamento antisindacale, conclusasi con una conciliazione che ha visto riconosciute tutte le ragioni che l’avevano portata alla denuncia secondo l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori sta affrontando questa fase con attenzione e responsabilità. Il coordinamento aziendale è infatti convinto che il nuovo Piano industriale dovrà essere proiettato al rilancio della banca e non al semplice galleggiamento. Il Governo ed il MEF, oltre a dover svolgere il ruolo di garante del rispetto dei diritti delle Lavoratrici ed ei Lavoratori, dovrà chiedere un allentamento delle misure di penalizzazione finora imposta a MPS e che negli ultimi anni non hanno permesso un ritorno alla competitività sul mercato. Misure che si sono ampiamente dimostrate nocive e prive di qualsiasi visione strategica di sviluppo. Il piano, per la cui realizzazione è necessario il pieno coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, dovrà essere credibile, dovrà avere obiettivi percepiti come raggiungibili anche dai Lavoratori e non dovrà stravolgere per l’ennesima volta la struttura della banca a livello di strutture centrali e di rete commerciale. Soltanto di fronte ad un piano concreto, realizzabile e rispettoso dei concetti che da sempre la Fisac MPS porta avanti saremo disponibili a discutere delle misure che eventualmente ci verranno chieste. Per la Fisac è imprescindibile che il rilancio della banca avvenga tutelando il lavoro, il perimetro della nostra azienda ed i diritti di Lavoratrici e Lavoratori. In questo modo potrà essere evitata la situazione di fronte alla quale ci siamo ritrovati negli scorsi mesi. Il bilancio trimestrale recentemente approvato dimostra che Banca MPS ha tutte le caratteristiche e le potenzialità per continuare a svolgere quel ruolo che ha sempre garantito all’economia italiana e può giocare un ruolo fondamentale nella gestione dei fondi che sono previsti dal PNRR. Ci aspettiamo quindi un pieno coinvolgimento del sindacato aziendale ed un immediato chiarimento da parte dello Stato italiano e del MEF riguardo i piani sul futuro di MPS.
Locandina, video e programma
Il cerchio Tetro di  Elena Aiazzi e Yuri Domenici Lavoro, ambiente e politica alle prese con la finanziarizzazione dell’economia reale Ma la finanza è al servizio dell’economia reale o l’economia reale è al servizio della finanza? Questa la domanda che si è posta la FISAC, assieme alla CGIL di Firenze, quando hanno deciso di organizzare l’iniziativa partendo da una analisi delle conseguenze sul territorio della finanziarizzazione dell’economia reale che sta portando alla desertificazione delle imprese, alla perdita di posti di lavoro e a risvolti sociali, in alcuni casi, drammatici. Il titolo, nell’anno del settimo centenario dalla morte di Dante, fa riferimento al quarto cerchio dell’inferno, dove il poeta posiziona gli avari e i prodighi senza volto, come sono senza volto gli speculatori che avidamente stanno dietro alla finanza speculativa, le cui scelte producono disastri anche sul nostro territorio. Fino a quando la speculazione crescerà in assenza di regole e di autorità di controllo, il nostro mondo è destinato a gravi scompensi, tali da minare le nostre democrazie, ove presenti, e a minacciare la sopravvivenza stessa dell’uomo sulla Terra. Il Lab della FISAC Cgil Nazionale ha lanciato due proposte concrete: una rivolta alla politica che dovrebbe emanare delle leggi che prevedano l’emissione di garanzie a favore dell’investimento del risparmio privato (circa duemila miliardi di euro) verso progetti legati all’ambiente ed al sociale. L’altra rivolta ai detentori e gestori dei fondi integrativi di pensione che, amministrando circa 130 miliardi di risparmi, dovrebbero consapevolmente indirizzare gli investimenti a sostegno di aziende che operano con regole e finalità sostenibili e rispettose dei criteri della ESG (Environmental, Social, Governance). Il Dir. Agenzia delle Dogane Marcello Minenna ha sottolineato come la gran parte della liquidità immessa nel sistema mondiale dagli interventi legati alla pandemia sia finita nel circuito della finanziarizzazione, in particolare in quella collaterale gestita dai sistemi digitali. Annamaria Romano vicepresidente di Unifinance ha illustrato le proposte rivolte alla Commissione europea ed alla Bce, con la quale il sindacato dei lavoratori della finanza si confrontano, come quella di pretendere una sostenibilità degli investimenti finanziari non solo in ambito ambientale o di combattere il wash out dei prodotti sostenibili che si dichiarano tali ma che nei fatti non lo sono. La vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi ha sottolineato che, come avviene nel modello tedesco, dovremmo individuare un luogo dove si costruiscono degli strumenti finanziari che investano ad esempio in infrastrutture e opere indispensabili per un territorio, legati a fini sociali e garantiti in ultima istanza dallo stato. Secondo il segretario generale della FISAC CGIL Nino Baseotto, la desertificazione delle banche sul territorio e dei servizi finanziari di base e l’utilizzo di sistemi informatici in sostituzione del fattore umano, sono un segnale negativo per la comunità. L’algoritmo regola anche le offerte finanziarie che arrivano alla clientela sui canali digitali, senza un controllo di chi e cosa si nasconde dietro tali proposte. In conclusione, solo attraverso la regolamentazione dei mercati al servizio dell’economia reale si può immaginare di cambiare rotta, consapevoli che la disintermediazione dell’intero sistema bancario, ad opera delle oltre 10mila criptovalute private in circolazione, deve farci altrettanto preoccupare per l’instabilità finanziaria ed economica che ne deriverebbe, a vantaggio esclusivo dei grandi capitali.
BCC, la legalità passa dagli sportelli bancari - il seminario di Chiara Rossi Le segnalazioni antiriciclaggio rappresentano uno degli adempimenti a maggior rischio operativo per le colleghe e i colleghi bancari; infatti la normativa, complessa e in continuo aggiornamento, li espone a reati di natura anche penale. In un momento storico di forte crisi come quello attuale, caratterizzato da una ristrettezza del credito, l’impresa soprattutto la piccola (di cui è formato principalmente il nostro tessuto produttivo) è a forte rischio di penetrazione da parte della criminalità organizzata e la formazione, obbligatoria per le aziende, è erogata quasi esclusivamente on line e senza la garanzia della fruizione in sede protetta. Per questo motivo il 3 dicembre abbiamo organizzato un’ assemblea regionale per le lavoratrici e i lavoratori delle Banche di credito Cooperativo della Toscana, alla quale hanno partecipato moltissim* iscritt*, che già ci avevano espresso una forte esigenza di comprendere meglio la materia dell’ Antiriciclaggio. Abbiamo concentrato l’intervento su 2 aspetti: 1) In quale pezzo di flilera della lotta al riciclaggio si pone la responsabilità dei lavoratori e delle lavoratrici bancarie. 2) Come evitare di fare errori che spesso, seppur commessi in buona fede, portano oltreché sanzioni penali anche disciplinari. All’interno del percorso di lotta al riciclaggio le banche svolgono un ruolo determinante, la maggior parte delle segnalazioni provengono proprio dalle lavoratrici e lavoratori bancari, più virtuosi rispetto alle altre categorie chiamate a presidiare tali adempimenti ( avvocati, notai, commercialisti). Anche per questo esprimiamo da tempo forte preoccupazione per la diminuzione degli sportelli bancari sul nostro territorio: laddove sparisce uno sportello bancario sparisce un presidio di legalità. Gli sportelli automatici, le intelligenze artificiali non sono in grado di effettuare un’adeguata verifica del cliente, di conoscere elementi aggiuntivi rispetto alla frequenza dei versamenti o al codice di attività nè di giudicare se un’operazione è realmente sospetta. Contrastare la criminalità attraverso la lotta al riciclaggio vuol dire contrastare anche l’evasione fiscale generatrice di iniquità e danno per l’intero sistema economico e la società tutta. La presenza sul territorio di persone che, adeguatamente formate, siano in grado di contrastare il riciclaggio è fondamentale per la CGIL sia per promuovere e accrescere la cultura della legalità sia per essere vicino, aiutare ed eventualmente tutelare quanti tutti i giorni si trovano a dover affrontare i temi in questione.