da: www.collettiva.it – Articolo di Giorgio Sbordoni
“8 ore di sciopero in tutta la Regione per alzare i salari, estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. Perché crediamo serva un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile, ma necessaria e urgente”, si legge nel comunicato sindacale.
Per Natale Di Cola, segretario generale della Cgil del territorio, “il vergognoso ricorso alla precettazione deciso dal Ministro Salvini è un vero e proprio attacco al diritto di sciopero e alle libertà sindacali. Un motivo in più per scioperare, anche per le lavoratrici e i lavoratori a cui è stato impedito”. L’appuntamento è quello delle 9:30 in Piazza del Popolo, dove prenderanno la parola Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri, oltre alle testimonianze delle lavoratrici e dei lavoratori.
“Ancora una volta – ha detto Natale Di Cola – leggiamo una ricostruzione slegata dalla realtà sulle politiche fiscali portate avanti della Regione Lazio. È un fatto, non ci stancheremo di ripeterlo, che dal primo gennaio 2024 aumenti la pressione fiscale per la maggioranza delle lavoratrici, dei lavoratori e di chi è in pensione. Non è propaganda, è matematica e non c’è narrazione che tenga”.
“Il motivo – aggiunge – è il mancato rifinanziamento da parte della Giunta del fondo “taglia tasse” che consentiva l’applicazione dell’aliquota dell’addizionale regionale del 1,73 per cento sui redditi tra i 15 mila e i 35 mila e riconosceva un’indennità una tantum di 300 euro per i redditi compresi tra i 35mila e i 40mila come compensazione dell’aumento delle spese energetiche per le famiglie.
La Cgil di Roma e Lazio – sottolinea il segretario – ha deciso di non firmare un testo, ben lontano dal definirsi accordo, che rimanda la discussione al prossimo anno e nel frattempo legittima una stangata che per una famiglia può superare i 600 euro. Su questo tema non faremo un passo indietro. Il 17 novembre è sciopero generale anche contro le scelte sbagliate di Rocca che ha messo le mani in tasca ai cittadini. Siamo abituati a firmare solo accordi che migliorano le condizioni reali di vita delle persone.
In tutto questo dispiace rilevare che un’importante organizzazione confederale scelga come interlocutori organizzazioni sindacali ben lontane dalla tradizione e dalle pratiche del sindacato confederale”, conclude Natale Di Cola.