Fisac Veneto: SCIOPERO GENERALE del 24 novembre

Anche in Veneto presidi, cortei e comizi sono stati organizzati nei sette capoluoghi di provincia.  Dopo lo sciopero che si è tenuto venerdì scorso, 17 novembre, e che ha visto in piazza a Padova 10mila lavoratrici e lavoratori (del Comparto pubblico, Istruzione e Ricerca, Trasporti, Igiene ambientale, Poste, Consorzi di Bonifica), studentesse e studenti manifestare contro la manovra di Bilancio, è la volta dei lavoratori del settore privato (Manifatturiero, Commercio, Turismo e tutti i Servizi regolamentati esentati venerdì scorso) di tutto il Nord Italia, che sciopereranno per 8 ore con Cgil e Uil il prossimo venerdì 24 novembre, con presidi in piazza in tutte le province.

La mobilitazione del 24 novembre ribadirà nuovamente il no ad una manovra che, se sarà approvata così com’è, penalizzerà tutti coloro che vivono di lavoro o di pensione, non darà una prospettiva alle nuove generazioni, non migliorerà la condizione materiale delle donne, che più subiscono sotto occupazione, precarietà e bassi salari.

“Dobbiamo stare uniti in questa battaglia – dichiarano Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto, e Roberto Toigo, segretario generale di Uil Veneto – affinché le cose cambino in questo Paese. Rivendichiamo politiche che fermino il costante impoverimento di chi percepisce un reddito fisso, che contrastino la desertificazione industriale, che riducano le diseguaglianze, che puntino allo sviluppo del territorio”.

“Chiediamo – scrivono i sindacalisti – di cambiare questa manovra innanzitutto perché c’è una questione che riguarda i salari e le pensioni, che hanno subito una perdita del potere d’acquisto del 15%. E poi c’è un tema che riguarda la sicurezza sul lavoro, il fisco, le pensioni. Invece di affrontare questi argomenti, invece di dare risposte alle persone che rappresentiamo, il Governo ci attacca sul diritto di sciopero. La verità è che si continua a morire sul lavoro, le tasse continuano a pagarle sempre gli stessi e, ancora una volta, si fa cassa sulle pensioni, con risparmi a carico di lavoratori e pensionati di 68 miliardi di euro”.

“E ancora: come si rilancia l’occupazione? Come si evita la fuga all’estero di tanti nostri ragazzi?Noi speriamo che, in questo Paese, ci sia ancora lo spazio democratico per esprimere il nostro dissenso rispetto a scelte che non risolvono tutti questi problemi. La piazza e la partecipazione per noi restano strumenti fondamentali di democrazia, che sono temuti solo da chi non ammette un pensiero non allineato con chi è pro tempore al Governo dell’Italia. Si tratta di una mobilitazione decisa a livello nazionale, dopo ore e ore di assemblee nelle varie province, e che ha al centro questioni che riguardano tutti i territori e tutte le persone, anche chi non è iscritto al sindacato, che invitiamo a partecipare”.

A Venezia, concentramento alle ore 9.00 presso la stazione ferroviaria di Mestre, corteo e comizi conclusivi in via Palazzo, di fronte al Municipio di Mestre.

A Padova le segreterie di Cgil e Uil cittadine informano che il 24 novembre, a partire dalle 7.00 del mattino, ci saranno presidi e volantinaggi che coinvolgeranno l’intero territorio provinciale: a Monselice, lungo la strada statale all’altezza del supermercato Famila/Mc Donald’s; a Conselve, in zona industriale, nell’area antistante Iperlando; a Campodarsego, davanti all’azienda Carraro Drive Tech; a Limena, nell’area antistante il Bar Industria e a Sant’Angelo di Piove di Sacco, sulla Vigorovea, all’altezza della rotonda fra Piovese e SS516.

Successivamente, alle 10.00, ci sarà il concentramento in Piazza Garibaldi a Padova dei partecipanti alla Manifestazione provinciale, con un corteo che attraverserà il centro storico della città e ritornerà al punto di partenza, dove si terrà il comizio conclusivo con gli interventi dei segretari generali, delle delegate e dei delegati di tutti i settori produttivi coinvolti.

“Anche sul nostro territorio – dichiarano Aldo Marturano, segretario generale della Cgil di Padova, e Massimo Zanetti, coordinatore della Uil di Padova – si sentono gli effetti della crisi sociale che sta colpendo l’intero Paese e contro cui il Governo non sta facendo nulla, se non addirittura peggiorare la condizione di insicurezza e precarietà che coinvolge tutti, a partire dalle donne e dai giovani”.

“La dimostrazione più evidente – proseguono i due segretari – ci è data dall’ultimo studio condotto dai nostri Caf, secondo il quale la conferma della riduzione del cuneo contributivo (- 7% per i redditi lordi inferiori a 1923 euro e – 6% per i redditi lordi fino a 2692 euro: una misura inaugurata dal Governo Draghi e ampliata nel luglio scorso, di cui i lavoratori stanno già usufruendo) e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef (partendo da una no tax area di riferimento per i redditi fissata a 8.500 euro e prevedendo un’aliquota Irpef al 23% fino a 28.000 euro e al 35% fino a 50.000 euro) produrrà benefici molto ridotti e del tutto insufficienti a coprire la perdita del potere d’acquisto dei redditi fissi. A fronte di un’inflazione che nel corso di quest’anno è oscillata tra il 5 e il 6%, e che va sommata all’8,1% del 2022, il guadagno effettivo a partire da gennaio sarà di appena 7/8 euro al mese tra i 15.000 e i 20.000 euro, e di 22 euro per i redditi sopra i 30.000 euro. Neanche un caffè al giorno o una pizza al mese. È proprio il caso di dirlo: la montagna ha partorito un topolino”.

“Se consideriamo – proseguono Marturano e Zanetti – che il 40% di chi ha un lavoro dipendente si trova nella fascia inferiore ai 15 mila euro, e non riceverà nulla, che tra i 15 mila e i 28 mila euro si colloca un lavoratore su tre, e che comunque l’85% del totale dei dipendenti è sotto i 35 mila euro, si comprende immediatamente che gli annunciati aumenti, da parte della presidente del Consiglio, di 100 euro al mese nelle buste paga del 2024 sono del tutto immaginari e buoni solo ad alimentare la pubblicità ingannevole del Governo”.

“Una presa in giro – concludono il segretario generale della Cgil di Padova e il coordinatore della Uil di Padova – che risulta perfino più grave sul tema previdenziale: in campagna elettorale promettevano il superamento della Legge Fornero, ma alla prova dei fatti stanno riuscendo addirittura a peggiorarla e rendere più difficoltosa l’uscita dal lavoro a chi ne aveva la possibilità. C’è un evidente stretta sull’Ape sociale, su Opzione Donna e, in definitiva, nessuna risposta a chi oggi vive nel precariato lavorativo con la prospettiva di peggiorare ulteriormente le sue già difficili condizioni, il giorno in cui smetterà di lavorare perché avrà una pensione assolutamente insufficiente a garantirgli una vita dignitosa. La risposta del Governo si limita alla nuova quota 103 che con il ricalcolo contributivo che taglierà l’assegno fino al 30%, renderà accessibile la pensione a neanche 300 lavoratori padovani. Una cifra ridicola. La misura è colma, ‘Adesso Basta!’”.

A Treviso, concentramento alle ore 10.30 presso piazza dell’Università, dove si svolgeranno i comizi.

A Vicenza, concentramento alle ore 9.00 presso piazza Esedra, viale Roma. Interventi conclusivi in Piazza Matteotti.

A Verona, concentramento alle ore 10.00 presso piazza Cittadella, corteo e ritorno in Piazza Cittadella per i comizi.

A Rovigo, concentramento alle ore 8.45 presso Piazzale Consigli, di fronte alla Questura, comizi in Piazza Matteotti.

A Belluno, concentramento alle ore 10.30 presso sede Uil (via Giovanni De Min 6) e conclusione presso la sede Cgil (Viale Fantuzzi 19).

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