La scatola rossa è un’idea nata nel corso della prima riunione che abbiamo fatto come gruppo donne Fisac Bologna.
La prima volta che ci siamo incontrate, in settembre, era da poco successo un fatto di violenza di gruppo a Palermo ai danni di una ragazza 19enne e avevamo iniziato a riflettere sul ruolo della cultura, giovani, contesto sociale, riflettendo su quanto importante sia l’educazione, in famiglia e nelle scuole.
Adesso ci troviamo nel pieno dell’emozione suscitata dal terribile femminicidio di Giulia Cecchettin. Grandissimo clamore anche in questo caso e contesto sociale e culturale diverso.
Devo dire che questo ultimo fatto mi ha fatto molto riflettere perché contro tutti i preconcetti, il contesto sociale era diverso, in una cultura diversa.
Allora mi sono messa a cercare un po’ di numeri e ho trovato alcuni dati dell’osservatorio di non una di meno. Più di cento casi di femminicidio da inizio anno.
I casi riguardano tutta Italia e nelle prime posizioni in classifica spiccano Emilia Romagna e Lombardia.
C’è poi un altro aspetto: la violenza sulle donne riguarda molto anche i giovani, nello specifico gli under 30. Quello della 22enne Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turretta, è il decimo caso da inizio anno.
Mettere insieme questi dati è stata un’operazione che mi ha messo di fronte a una realtà diversa da quella che avevo in testa, si è andato a scontrare con una serie di preconcetti che avevo.
Primo fra tutti il fatto che ci siano territori come l’Emilia Romagna, mia regione di adozione, che mi sconvolge vedere al secondo posto.
Due la diffusione fra i giovani, anche parlando fra noi ci dicevamo, i ragazzi di oggi sono avanti, hanno tutto un altro modo di vedere le cose.
Non c’è un territorio più avanzato e nemmeno un livello culturale abbastanza avanzato da escludere il femminicidio.
Il problema è questo, una cultura maschilista, una società fatta a misura degli uomini, da cui tutti siamo pervasi e i nostri figli recepiscono ciò.
Il cambiamento culturale da fare è davvero enorme, che se lo pensi tutto insieme sembra impossibile.
Ma le cose si fanno a piccoli passi.
E sicuramente un piccolo passo è la giornata odierna in cui poter parlare di preconcetti, strutture e gabbie mentali che ci rendono difficile a volte vedere i problemi a tutto tondo. E questo vale anche per il tema della violenza sulle donne, in cui siamo per forza tutti condizionati da una cultura radicata in noi.
E secondo me, oltre allo sforzo che ognuna/o deve fare per sé e per liberarsi dai preconcetti è anche importante la condivisione, perché vedere altri punti di vista può aiutarci ad ampliare il nostro di punto di vista.
Da qui un po’ l’idea della scatola rossa, che è un modo di riflettere e condividere le riflessioni.
Abbiamo chiesto alle lavoratrici del nostro settore di darci come contributo una loro riflessione sull’argomento, posizionando una scatola rossa in punti dedicati, oppure attraverso la compilazione di un questionario in forma anonima.
Leggi ➡️La scatola rossa – pensieri e parole sulla violenza di genere
Il primo dato che è emerso è che ci sono state più risposte tramite il canale telematico che in quello fisico: questo può farci pensare a una sorta di paura ad esporsi.
Le riflessioni emerse verranno lette da Alice de Toma, attrice che con il Tomax Teatro lavora anche con i giovani all’interno delle scuole, affrontando i temi della memoria, della legalità e appunto della condizione delle donne.
Nel form abbiamo posto la domanda “quali azioni metteresti in campo per ridurre drasticamente il fenomeno della violenza sulle donne” e sono uscite molte risposte che riguardano l’educazione, in famiglia e nelle scuole, pene certe, gruppi di sostegno, aiutare le donne a prendere consapevolezza del problema. Anche l’uso del linguaggio. E gentilezza e libero amore.
Violenza è anche e soprattutto violenza economica, sappiamo tutte quanto sia importante l’indipendenza economica per poter essere davvero libere e compiere scelte consapevoli. E allora abbiamo dato voce alle lavoratrici di La Perla, storico marchio bolognese di lingerie, oggi in mano al Fondo olandese Tennor, con sede a Londra e controllato dal finanziere tedesco Lars Windhorst, che ha lasciato le 350 lavoratrici di altissima professionalità in uno stato di precarietà, in palese violazione degli impegni assunti con le Istituzioni locali, con i sindacati e con le lavoratrici stesse.
La battaglia delle Perla è una battaglia femminile e corale. Sarà con noi Marina Prati a raccontarci le sue riflessioni. A sostegno della causa abbiamo organizzato una raccolta fondi lasciando un contributo all’interno della scatola rossa sistemato all’ingresso dove verrà allestito anche un piccolo “aperitivo solidale”.
Nel corso della serata si avvicenderanno anche sul palco Federica Mazzoni, Presidente del quartiere Navile, Segretaria provinciale del PD e fortemente impegnata nel tema della condizione delle donne e Chiara Stellato in rappresentanza dell’UdU per condividere il punto di vista delle giovani generazioni.
A chiusura della nostra riflessione collettiva potremmo assistere a LE MIE LUNE, uno spettacolo di teatro-canzone scritto da Laura Gramuglia, scrittrice e conduttrice radiofonica, tra l’altro autrice del primo podcast italiano sulla disparità di genere nell’industria musicale: “Rocket Girls – Storie di ragazze che hanno alzato la voce”.
“Le Mie Lune” è liberamente tratto da testi e liriche di Milva, Nada e Cristina Donà, tre fantastiche artiste italiane appartenenti a tre diverse generazioni.
A rappresentarle sul palcoscenico tre bravissime cantanti: Barbara Giorgi, Camilla Ferrari e Daniela Galli con musiche sono arrangiate e realizzate da Davide Belviso.
In conclusione un grande ringraziamento al gruppo donne Fisac CGIL di Bologna, compagne che hanno condiviso con me e con Dania Parma le fasi di realizzazione di questo progetto: Lisa Degli Esposti, Elisa di Donfrancesco, Giulia Farinelli, Manuela Monaco, Anna Neroni, Tania Olivieri, Sabina Porcelluzzi, Palmina Romano, Tania Troilo.
Un ringraziamento alla Camera del Lavoro di Bologna, al Segretario Generale Michele Bulgarelli, alla segretaria con delega alle politiche di genere Cristina Pattarozzi, al Segretario Generale della FISAC di Bologna Mario Gnessi, al responsabile dell’ufficio tecnico della Cdlm Franco Giambini.
Ringraziamo anche Vincenzo Mauriello e Stefania Pisani della Filctem per averci messo in contatto con le lavoratrici de La Perla.
Infine il nostro impegno si inserisce all’interno della campagna della Cgil nazionale “siamo qui per restare”, restare vive ma anche essere pienamente valorizzate nel mondo del lavoro. Per il diritto a un’occupazione equamente retribuita.
Maria Adele Mezzanotte Segreteria FISAC CGIL Bologna
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