Agos: nuova arcadia: il lavoratore non è un “utente”!!!

3 - Fisac Cgil

NUOVA ARCADIA:

IL LAVORATORE NON È UN “UTENTE”!!!
NO A CONTROLLI A DISTANZA RIFIUTA IL CONSENSO

Ieri l’azienda -a nostra insaputa- ha di fatto imposto ai lavoratori di scaricare (su smartphone privato!!!) una nuova vera e propria APP Arcadia (finora era una “webapp”, e le differenze sono sostanziali) che implica di fatto vari cambiamenti procedurali di fatto, su cui non ci ha mai interpellato:

  • smart-working (calcolo delle percentuali presenza)
  • timbrature (di fatto reintrodotte, perché i dati di ora e luogo saranno conservati)
  • ulteriori funzioni (prenotazione riunioni, visibilità presenze etc…) gestite necessariamente via APP.

Questioni cruciali, delle quali ci saremmo aspettati che l’azienda avrebbe discusso con i rappresentanti dei lavoratori prima della effettiva “messa a terra”.
Quindi, come Tavolo Sindacale Maggioritario FISAC UILCA, già nella giornata di ieri abbiamo immediatamente chiesto un incontro urgente all’azienda, segnalando le serie problematiche legali relative a:

  • CONTROLLI A DISTANZA: visibilità presenza, orari di attività, geolocalizzazione, etc…
  • TRATTAMENTO DATI PERSONALI: eccessività ed invasività di raccolta e trattamento

Urgente perché persino dalla fase di installazione dell’APP emerge già la
prima criticità ossia la “richiesta” del CONSENSO.
Mentre Agos dichiara che “opererà il trattamento dei dati personali come da gestione del rapporto contrattuale per i quali non è richiesto il consenso esplicito del dipendente”, in realtà l’APP richiede il consenso del lavoratore, e di fatto lo impone per alcune attività lavorative (altrimenti non accessibili).

Ma se il trattamento legittimo a fini lavorativi non richiede il consenso… perché invece l’APP lo richiede?
Geolocalizzazione? Future implementazioni?

Vediamo un esempio, partendo dal documento sul consenso della Nuova Arcadia:
“Attraverso il bluetooth degli smartphone, laddove nelle sedi di riferimento sono istallati ricevitori appositamente dedicati (Beacon, attualmente ancora non presenti in sedi e filiali), la app consente la rilevazione del passaggio ai fini della registrazione dell’accesso e rilevazione della presenza nei luoghi di lavoro…” [1.3 del consenso]

Come avevamo già chiarito all’azienda nel 2021 in occasione dell’installazione di Genesys: il consenso non va chiesto ai dipendenti, perché non è mai libero, ma è la base giuridica per raccolte e trattamenti dati invasivi.
Allora l’azienda si era corretta eliminando la richiesta consenso (la cui finalità è a tutela del gestore dell’applicativo), utilizzando invece una informativa privacy (che è a tutela del lavoratore).
Notiamo che nella Nuova Arcadia il consenso non solo è richiesto, ma viene “imposto” in maniera forzosa, penalizzandone il rifiuto con l’esclusione del lavoratore da attività lavorative vere e proprie, come la prenotazione delle sale riunioni: un assurdo giuridico!!!

Nonché la possibilità di prenotare il posto auto, diventata magicamente adesso una “funzionalità avanzata” in cambio della quale l’azienda richiede la cessione della propria privacy.

Chiediamo l’azienda di discutere con il sindacato per superare le criticità della Nuova Arcadia e non costringere il lavoratore ad una scelta solitaria tra la tutela dei propri diritti ed il “quieto vivere aziendale”.

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