
Quando ci è stato presentato il piano di riorganizzazione del mondo affari avevamo espresso le nostre perplessità sulla figura del gestore condiviso.
Ora che il progetto è stato messo a terra le perplessità si sono concretizzate in problemi reali e concreti.
Il modello prevede che tutti gli ndg dei clienti assegnati al portafoglio del gestore condiviso, ora denominato gestore POE, vengano trasferiti sulla filiale ‘madre’ con i rapporti che invece rimangono radicati sulle filiali ‘figlie’.
La gestione presenta criticità sotto vari aspetti e per tutti i soggetti coinvolti. Proviamo ad andare con ordine:
- Il gestore, seduto nella filiale ‘madre’, sui rapporti dei clienti acquisiti ha un’operatività ridotta a causa dei limiti della circolarità. Questo limite impatta anche sull’operatività della filiale “figlia”
- La contiguità territoriale utilizzata come principio nell’accoppiamento delle filiali non tiene conto dei territori geograficamente più difficili, che rendono lo spostamento del gestore e dei clienti oneroso in termini di tempo, con il cliente che probabilmente continuerà a rivolgersi alla filiale di sempre, dove però non trova più un referente.
- Le recenti restrizioni in termini di mobilità dei colleghi, ormai costretti all’utilizzo dei mezzi pubblici, rendono ancora più difficili gli spostamenti, soprattutto nelle zone con viabilità più complicata.
- Le dimensioni dei portafogli, in media di 380 clienti, in molte realtà si avvicinano o superano la soglia massima di 550 clienti, numeriche che rendono difficile una gestione attenta e capillare da parte del gestore.
Sulle filiali ‘madri’ tutto questo si trasforma in un aggravio di attività: dalla gestione delle telefonate al presidio del credito problematico su posizioni e realtà non conosciute.
Temiamo che ciò possa trasformarsi in una minore attenzione al rischio di credito, non già per cattiva volontà dei colleghi, ma per l’appesantimento di lavoro generato da questo modello.
Temiamo inoltre che le numeriche e la gestione di clienti non conosciuti e spesso geograficamente lontani renda molto difficile il raggiungimento del budget da parte del gestore condiviso, con ripercussioni sull’intera filiale di appartenenza.
Il rischio è quello di creare filiali di ‘serie A’ e filiali di ‘serie B’ e di perdere professionalità in materia di credito nelle filiali ‘figlie’, chiamate comunque a relazionarsi con clienti che non appartengono più alla loro unità operativa.
I prossimi mesi ci diranno quanto i nostri timori siano fondati; vorremmo per una volta essere smentiti dai fatti nell’interesse dei colleghi e delle colleghe. Continuiamo a raccogliere le segnalazioni dei gestori che faremo nostre e proporremo di affrontare in “Commissione Organizzazione del Lavoro” da cui attendiamo risposte.