
Siamo venuti a conoscenza (grazie alle segnalazioni di lavoratori) di una revisione dei modelli di auto aziendali previsti per il personale viaggiante e abbiamo chiesto e ottenuto incontro con l’azienda per discutere il tema.
COSA ABBIAMO DETTO ALL’AZIENDA:
Tutti i colleghi, di qualsiasi segmento, denotano un notevole peggioramento dei modelli oggetto di scelta sia in termini di quantità che di diversificazione dei modelli che di allestimenti.
Pur apprezzando la svolta green che l’azienda ha voluto dare alla flotta aziendale, ci chiediamo se si sia data la giusta importanza ad alcune questioni:
- la tutela della salute del Lavoratore viaggiante. A mero titolo esemplificativo, non ci pare infatti tutelante della sicurezza dei lavoratori, proporre per il segmento D, solo utilitarie compatte (e un’unica versione business sw quando in passato ve ne erano 2 o 3 tra cui scegliere). Chi copre territori molto vasti, come la maggior parte degli account (soprattutto post riorganizzazioni), utilizza infatti quasi sempre strade ad alta percorrenza di mezzi pesanti, come autostrade e superstrade, con limiti di velocità alti, in cui il rischio di incidente grave è molto alto. Secondo noi e soprattutto secondo i colleghi che qui rappresentiamo, le auto assegnate e presenti in griglia sono invece più adatte per percorrenze brevi e strade urbane in cui al massimo si rischia un tamponamento.
- abbiamo ricordato, poi, che l’auto è data al lavoratore ad uso promiscuo per cui il lavoratore paga una trattenuta, ma, soprattutto in alcuni segmenti, la scelta reale per alcune esigenze private (per esempio famiglie numerose) si riduce ad un modello quindi ad una non scelta.
COSA CI HA RISPOSTO L’AZIENDA:
Durante l’incontro di lunedì 11 agosto, a cui era presente anche La direttrice del personale Laura Pedretti, ci è stato comunicato che le griglie sarebbero state riviste in base a nuovi e stringenti limiti sulle emissioni imposte dalla capogruppo.
L’azienda si è comunque impegnata a vedere se è possibile integrare le griglie aggiungendo modelli che, pur rispettosi del valore green, vadano incontro anche alle esigenze dei lavoratori dotati di auto aziendale ad uso promiscuo che gli abbiamo riportato.
Altresì l’azienda si è impegnata, dopo nostro promemoria, a vedere se era possibile estendere l’utilizzo della carta carburante anche per le ricariche elettriche dell’auto ad oggi ancora in capo ai colleghi che hanno scelto modelli completamente elettrici o plug-in.
IL NUOVO TAVOLO SINDACALE UNITARIO FISAC-UILCA
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