AGOS: I Lavoratori approvano l’intesa raggiunta da TSUM sul PdR 24 e 25!


Lo TSUM, una volta raggiunto un accordo (in linea con la piattaforma votata in assemblea) apponeva la propria firma formalizzando che “il tavolo sindacale unitario maggioritario, composto dalle sigle FISAC e UILCA, nell’esercizio della rappresentanza della maggioranza dei lavoratori aziendali iscritti (ex art 31 CCNL ABI), ha dichiarato che comunque subordinerà e condizionerà le previsioni del presente Accordo all’eventuale approvazione da parte dei lavoratori coinvolti.

Quindi TSUM, coerentemente, ha chiesto a tutti i lavoratori di votare proponendo di approvare la seguente mozione confermativa dell’accordo:
(con la specifica che: In caso di voto negativo, Fisac e Uilca ritireranno le loro firme e riprenderanno lo stato di agitazione sindacale indicendo lo sciopero.)


Come siamo arrivati INSIEME
all’Accordo sul PdR 2024 e 2025!

Dopo una lunga trattativa, in cui l’azienda perseverava a non voler discutere del PdR secondo le impostazioni sindacali (rivalutare la base economica del 2022 all’aumento contrattuale e collegare l’andamento del premio all’evolvere dell’Utile) ma si ostinava ad autodefinire quale “buona cosa” il mantenere il livello del premio uguale al 2023 (1.079€ per 3L4A), i rappresentanti del Tavolo Sindacale Unitario Maggioritario Fisac-Uilca decidevano quindi di segnalare l’atteggiamento aziendale ai lavoratori in una prima assemblea pubblica.
Nell’assemblea del 23e24 ottobre lo TSUM discuteva con 385 lavoratori la propria piattaforma [esposta anche nel successivo Comunicato_TSUM_20241024] che prevedeva, per il biennio 2024-2025, di

➢ legare il valore finale del premio all’andamento dell’Utile Ante Imposte (UAI)
➢ superare il riferimento economico del PdR23 (1.079€ per 3L4A) portando la tabella base a 1.509€ (per 3L4A) [ossia il valore base del 2021 a cui applicare l’aumento contrattuale]

Messa di fronte al coinvolgimento diretto dei lavoratori l’azienda, solo da quel momento, iniziava a proporre timidi aumenti della cifra (da lei proposta) ma continuava a non voler accettare il collegamento tra PdR ed andamento dell’Utile Aziendale.

A questo punto nei giorni 11e12 novembre il TSUM coinvolgeva nuovamente i lavoratori in una seconda assemblea, a cui partecipavano attivamente ben 617 lavoratori (praticamente 1 lavoratore Agos su 3!). Questa volta il tavolo sindacale non si limitavano a spiegare la ragionevolezza delle proprie richieste ma, sottoponeva al voto dei lavoratori la piattaforma TSUM: chiedendo il mandato per dichiarare lo stato di agitazione sindacale!

In quella che risulta l’assemblea più partecipata di Agos (nonché di tutto il comparto) veniva approvata la seguente mozione:I lavoratori, riuniti in assemblea pubblica, approvano la proposta TSUM sul PDR, come primo passo nel percorso per la stipula di un Contratto Integrativo Aziendale (premio, inquadramenti, polizze etc.) che definisca nuove politiche retributive in azienda, sostenendo Fisac e Uilca nel confronto con l’azienda fino anche all’indizione dello sciopero aziendale.” [Comunicato_TSUM_20241112].

Dopo tale assemblea i sindacalisti TSUM si sono potuti ripresentare di fronte all’azienda forti del mandato popolare (ma soprattutto anche con la possibilità di indire lo sciopero se l’azienda non fosse venuta incontro alle richieste dei lavoratori!).

A riprova che il risultato non era così scontato da raggiungere, c’è voluto quasi un altro mese di dura trattativa.
Infatti, anche in questa nuova fase di trattativa l’azienda continuava a rallentare il confronto (forse per arrivare al ricatto morale “o firmate questo o fate perdere la defiscalizzazione ai lavoratori”?).

Quindi il giorno 3 dicembre le delegazioni trattanti TSUM si riunivano con i propri coordinamenti (quindi tutti e 27 i sindacalisti Fisac e Uilca presenti in azienda) ed alla presenza attiva delle Segreterie Nazionali concordavano un’ultima proposta da presentare all’azienda quale estrema possibile conciliazione che evitasse lo sciopero (che lo TSUM aveva sempre definito come mezzo e non come fine ultimo!).

Il giorno successivo l’azienda “autonomamente” convocava lo TSUM dicendosi pronto ad accettare le richieste dei lavoratori con un meccanismo che a loro dire serviva a tutelare gli stessi lavoratori dal pericolo della troppa variabilità dell’Utile. Se a parole tale meccanismo sembrava una proposta “di buon senso” ad un controllo puntuale si rivelava matematicamente perverso (infatti la proposta aziendale portava al risultato che: se l’UAI calava il PdR scendeva di conseguenza, ma per far alzare il PdR bisognava che l’UAI salisse di oltre il 10%.!)

Di fronte a questa “nuova sorpresala delegazione TSUM abbandonava l’incontro e faceva pervenire per scritto la propria ultima proposta precisando che “in caso di mancato accoglimento” avrebbe provveduto “all’attuazione del mandato rilasciato dai lavoratori nell’assemblee del 11 e 12 novembre” (quindi allo sciopero)”.

A quel punto l’azienda finalmente accettava
e lo TSUM sottoponeva l’accordo al voto dei lavoratori.

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