Le donne contano: lavoro, democrazia, inclusione…una strada ancora lunga

Lunedì 10 marzo la Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna ha organizzato un incontro dal titolo “Le donne contano: lavoro, democrazia, inclusione…una strada ancora lunga” con un panel che ha visto protagoniste compagne provenienti dal mondo della ricerca e del giornalismo, avvocate e sindacaliste, tra cui Esmeralda Rizzi del Dipartimento delle politiche di genere della CGIL.

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Riportiamo di seguito la testimonianza di Tania Olivieri, RSA del Gruppo Unipol, che partecipato ai lavori con grande interesse e ha dichiarato:

“Partecipare a questo incontro sul tema delle donne con disabilità è stato importante e, a tratti, anche duro. Si parla troppo poco di questo argomento, eppure riguarda tante persone che ogni giorno devono affrontare difficoltà su più livelli. Essere donna, infatti, è già spesso sinonimo di ostacoli nel lavoro, nella carriera e nella vita quotidiana. Essere una donna con disabilità significa incontrarne il doppio: barriere fisiche, sociali, culturali ed economiche che rendono l’autonomia un traguardo ancora più difficile da raggiungere.

Uno dei punti su cui si è discusso è la condizione economica di queste donne. Molte dipendono ancora dalla famiglia o dal partner per la loro sussistenza, perché le pensioni di invalidità sono troppo basse per garantire una vita dignitosa. E quando si parla di lavoro, la situazione non migliora: poche opportunità, troppi pregiudizi e quasi nessun sostegno concreto per conciliare occupazione e necessità personali. Il risultato? Un rischio altissimo di isolamento, dipendenza economica e maggiore vulnerabilità alla violenza.

Nel dibattito è emersa anche la necessità di recepire e applicare in modo efficace la Direttiva Europea sulla parità di retribuzione tra uomini e donne, che sottolinea l’importanza della trasparenza salariale e delle pari opportunità nel mercato del lavoro. Questo tema è cruciale anche per le donne con disabilità, che spesso si trovano a dover accettare lavori precari e sottopagati, senza reali possibilità di crescita professionale. Garantire un’applicazione concreta di queste norme significherebbe rimuovere almeno in parte le disparità economiche che pesano sulla loro indipendenza.

Un altro aspetto che mi ha colpito è stato il tema dell’educazione finanziaria come strumento di emancipazione. Parlare di soldi non è mai facile, soprattutto per le donne, che troppo spesso vengono escluse o disincentivate a gestire autonomamente le proprie risorse. Eppure, saper amministrare il proprio denaro significa avere la possibilità di scegliere.

Durante l’incontro è stato fatto un riferimento al film “C’è ancora domani di Paola Cortellesi” dove la protagonista, Delia, risparmia per anni per comprare alla figlia il vestito da sposa, perché quella era la tradizione, quello era il destino scritto per lei. Ma poi compie un gesto rivoluzionario: prende quei soldi e li usa per mandarla a scuola, per offrirle un’alternativa, un futuro diverso.

Ecco, questo è il punto. L’indipendenza economica non è solo una questione di soldi, ma di libertà. Per questo è fondamentale investire nella formazione finanziaria delle donne, dare loro gli strumenti per gestire e pianificare le proprie risorse. Perché senza libertà economica, ogni altro diritto rischia di restare solo sulla carta.

L’incontro è stato un momento di riflessione e confronto prezioso. C’è ancora molta strada da fare, ma quello che è emerso chiaramente è che il cambiamento passa anche da qui: dal garantire a tutte, indipendentemente dalla loro condizione, la possibilità di costruire il proprio domani.”

La parità di genere e retributiva, l’inclusione e l’educazione finanziaria sono in cima all’agenda della FISAC CGIL che da sempre, anche attraverso i coordinamenti delle donne, promuove l’emancipazione e la libertà delle donne dentro e fuori i luoghi di lavoro.

 

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