CAI: 8 -9 giugno, il voto è la nostra rivolta

L’8 e il 9 giugno si voteranno i quesiti referendari sui temi del lavoro e della cittadinanza: cinque SÌ dietro le parole ‘Il lavoro è la nostra rivolta’.

Siamo stati accusati di usare la parola “rivolta” per denunciare il modo iniquo con cui vengono trattati i più giovani nel mondo del lavoro, con salari bassi, lavoro precario. 

Una persona non è libera se è precaria, se non arriva alla fine del mese, se muore sul lavoro, se in base alle sue espressioni o genere può essere discriminata. Stiamo provando a mettere in campo un’azione che vuole riconquistare una cultura della libertà fondata sulla solidarietà tra le persone

  • il nostro tasso di occupazione, fermo al 67%, è il più basso tra i 27 Stati membri dell’Ue e resta di quasi 10 punti inferiore alla media, un divario che aumenta a 20 punti per le donne;
  • crescono le assunzioni diminuiscono le ore lavorate, chiaro indicatore della diffusione di contratti con retribuzioni modeste e durate brevi;
  • l’Italia è al 23esimo posto su 38 Paesi, con 41.438 dollari di salario medio contro i 48.500 della Francia e i 56.000 della Germania. Il lavoro è vita, ma non basta se arrivi a stento alla fine del mese;
  • oltre 2 milioni di ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: il 16,1% del totale, altro pessimo primato tricolore in Europa.

LA SICUREZZA SUL LAVORO È UNA CHIMERA: chi afferma che basta rafforzare i controlli non sa da dove partiamo. Ogni volta si annunciano misure d’emergenza come la patente a punti per le aziende, ogni volta riciclano fondi già stanziati per rafforzare i controlli e assumere nuovi addetti all’Ispettorato, dove i soliti 3.848 “controllori” svuotano il mare col cucchiaio, dovendo vigilare su 4 milioni di imprese.

Il tuo voto è la tua voce, non lasciare che nessuno ti tolga la voce.

“La tirannia di un principe in un’oligarchia non è pericolosa per il bene pubblico quanto l’apatia del cittadino in una democrazia.” (Montesquieu)

Non diventiamo apatici, esprimiamo il nostro dissenso nel modo più democratico possibile, con il nostro voto 8 e 9 giugno nelle urne.

DI SEGUITO UN APPROFONDIMENTO SUL QUESITO NUMERO 4 CHE RIGUARDA LA SICUREZZA SUL LAVORO

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