Armi, clima e finanza: le contraddizioni di BNP Paribas alla luce della crisi globale

BNP Paribas si è impegnata dal 2021 a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, come membro della Net-Zero Banking Alliance. Nei suoi documenti ufficiali, afferma di voler allineare i propri investimenti agli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi, fissando traguardi intermedi al 2030 nei settori più inquinanti, come energia e cemento. Tuttavia, una contraddizione centrale emerge: il gruppo non include il settore militare tra le attività da decarbonizzare, continuando a finanziare aziende belliche europee per miliardi di euro. Questo è particolarmente problematico, dato che studi

IPCC e IPBES stimano che la filiera militare produca tra l’1% e il 5% delle emissioni globali di CO₂.

Anche tralasciando l’aspetto etico del finanziare l’industria delle armi, l’impatto ambientale di queste attività contrasta con gli impegni climatici assunti dalla banca.

BNP Paribas dichiara di non finanziare armi vietate dal diritto internazionale, come le mine antiuomo e le bombe a grappolo. Nel documento di politica settoriale aggiornato nel 2025, si legge:

BNP Paribas excludes the financing of weapons governed by major international agreements, suchas antipersonnel mines or cluster bombs.” (BNP Paribas – Sector Policy Defence, 2025)

Il 29 giugno 2025, il presidente ucraino Zelensky ha firmato il decreto per il ritiro dell’Ucraina dal Trattato di Ottawa, che vieta le mine antiuomo. La decisione, legata al conflitto con la Russia, riapre un fronte critico anche per il mondo finanziario: come gestire investimenti in aziende attive in paesi che non rispettano più le convenzioni internazionali?

Da un lato, BNP Paribas promuove la sostenibilità, un impegno che riteniamo importante e che auspichiamo venga rafforzato, anche di fronte alle retoriche negazioniste oggi riemergenti sulla scena globale. Dall’altro, però, finanzia un settore altamente inquinante e oggi più che mai controverso.

Riteniamo, come già comunicato all’Azienda, che se vuole essere coerente con i propri impegni deve includere tra gli obiettivi di decarbonizzazione anche l’industria bellica. Se non lo fa per una questione etica, lo faccia almeno per coerenza con gli impegni ambientali. Chiediamo inoltre con fermezza che la Banca ci confermi di non finanziare la produzione di mine antiuomo e bombe a grappolo, in conformità con gli impegni dichiarati.

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