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REGION SUD, LE DIMISSIONI AUMENTANO: UNICREDIT RESTA A GUARDARE?
Nella Region Sud, in questa prima parte del 2025, continuiamo ad assistere a un fenomeno che diventa sempre più allarmante: un numero crescente di colleghi rassegna le proprie dimissioni, scegliendo di lasciare UniCredit per andare a lavorare in altri Istituti di Credito.
Un’emorragia silenziosa ma costante, che coinvolge ogni segmento operativo, dal Retail al Private, e che sta determinando la perdita per l’azienda di importanti professionalità con lunga esperienza, preziose competenze e, in alcuni casi, ruoli chiave di responsabilità.
Chi se ne va, spesso, non lo fa solo ed esclusivamente per ragioni meramente economiche: lo fa anche per disillusione, assenza di prospettive, mancanza di ascolto e di riconoscimento.
Il dato che ci colpisce – e che preoccupa – è che tutto questo all’apparenza non sembra suscitare alcuna reazione concreta da parte della Banca. Come se fosse normale che UniCredit perda risorse formate, qualificate e radicate sul territorio, in favore della concorrenza. È innegabile che operiamo in un mercato del lavoro libero e competitivo, ma è altrettanto vero che la Banca non può limitarsi ad assistere passivamente a questo stillicidio di competenze e risorse.
Anzi, questo fenomeno dovrebbe rappresentare un’occasione per una seria riflessione interna, sia a livello organizzativo che valoriale.
È evidente che qualcosa non funziona: il malessere, spesso latente e non dichiarato, si sta trasformando in scelte definitive, e la Region Sud sta diventando un bacino di reclutamento per la concorrenza. Un fatto che dovrebbe far riflettere, soprattutto chi ha responsabilità nella gestione e nella valorizzazione del Personale.
Dinanzi a tutto questo ci chiediamo e chiediamo all’azienda:
- È normale che una banca come UniCredit non si interroghi seriamente su cosa stia accadendo?
- È normale che nessuno si domandi perché così tante persone scelgano di andarsene?
- Si pensa davvero che bastino corsi online e messaggi motivazionali? Possono davvero compensare una carenza strutturale di motivazione, valorizzazione e riconoscimento?
Noi pensiamo che non sia normale. Ed è ancora meno normale che a pagarne le conseguenze siano i colleghi che restano, costretti a lavorare con organici sempre più ridotti, pressioni crescenti e una catena decisionale che, da questo punto di vista, appare lontana e distratta.
Non possiamo che esprimere seria preoccupazione di fronte a un trend che, oltre a impoverire in modo tangibile il patrimonio professionale della Region, solleva interrogativi profondi sul reale senso di appartenenza dei dipendenti nei confronti dell’istituto.
È ora che UniCredit prenda atto di una realtà che noi denunciamo da tempo: nella Region Sud il disagio è diffuso e l’adesione ai valori aziendali è sempre più flebile, perché ai buoni propositi non seguono azioni concrete.
Come Organizzazioni Sindacali riteniamo non si possa accettare il silenzio o la sottovalutazione del problema. Chiediamo che l’Azienda affronti con serietà questa situazione, mettendo in campo misure reali per trattenere le professionalità, valorizzare le competenze e ricostruire un clima di fiducia. A mero titolo di esempio, attraverso un adeguamento del sistema degli inquadramenti, che riconosca davvero l’impegno di tutti e i rischi elevati che vengono affrontati quotidianamente da figure come a es. i CBR, i Gestori e i Direttori, e con sistemi incentivanti fondati su obiettivi sostenibili e non sfibranti e su regolamenti chiari, trasparenti e non affidati esclusivamente alla discrezionalità aziendale.
Noi siamo pronti a dare il nostro contributo, in un confronto con
l’Azienda sui problemi reali.
15 luglio 2025
COORDINATORI FIRST CISL e FISAC CGIL UNICREDIT REGION SUD