Servono i fatti

I morti e le distruzioni a Gaza non si contano più. Lo scempio che sta avvenendo è sotto gli occhi di tutti. Più di due milioni di persone sono costrette sotto assedio da mesi e mesi in un fazzoletto di terreno grande come un terzo di Roma.

Adesso, dopo una lunga e sanguinosissima preparazione, l’esercito israeliano sta per scatenare l’attacco “finale” contro Gaza City per completare la sua opera di pulizia etnica. 

Eppure, nonostante la fame, la sete, la mancanza delle più elementari medicine, la sistematica distruzione degli ospedali e i più efferati e continui bombardamenti, nonostante tutto ciò il popolo palestinese, i suoi uomini, le sue donne e i suoi fanciulli continuano a difendere e a rivendicare con le unghie e con i denti la loro determinazione a vivere e a vivere sulla loro terra. 

Nella sua azione di aggressione contro il popolo palestinese, lo stato d’Israele gode del pieno e sostanziale appoggio politico, militare, economico e diplomatico degli Stati Uniti e dell’intera Europa. Senza questo appoggio Tel Aviv non avrebbe alcuna forza e non potrebbe portare avanti la sua politica di guerra e distruzione.

Da ultimo il governo israeliano ha minacciato di considerare “terroristi” tutti coloro che tenteranno di portare aiuti umanitari a Gaza.

Noi pensiamo che a questo punto esprimere indignazione serva davvero a poco e quindi chiediamo alla CGIL di indire prontamente e chiaramente immediate azioni di sciopero qualora, ad esempio, la Global Sumud Flotilla venga in qualunque modo attaccata dai militari israeliani o da “chi per loro”.

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