DOPO SCIOPERO NESSUNO SI PUÒ PIÙ NASCONDERE
“Dopo l’ottima riuscita dello sciopero del 4 giugno scorso, che ha visto sfilare per le vie di Roma migliaia di lavoratrici e lavoratori dei call center in outsourcing, nessuno si può più nascondere: né le istituzioni nazionali né quelle locali. Lo stesso dicasi per le aziende committenti del settore: Telecom, Vodafone, Wind H3g e così via”. Così, in una nota, Fabrizio Micarelli, segretario della Slc Cgil di Roma e del Lazio. “Le lavoratrici e i lavoratori – continua – hanno chiesto con forza e con chiarezza alla politica un intervento immediato per salvare un settore ormai maturo e che non può essere più considerato di passaggio. Le istituzioni devono far rispettare le normative di legge vigenti: la direttiva europea 2001/23 sulle cessioni di ramo di azienda e l’articolo 24 bis del Decreto sviluppo 2012”. “Quando un cittadino effettua una chiamata a un call center – precisa – deve essere informato preliminarmente sul paese estero in cui l’operatore è fisicamente collocato e deve, al fine di veder garantita la protezione dei suoi dati personali, poter scegliere che il servizio richiesto sia reso tramite un operatore collocato nel territorio nazionale. Quando invece un cittadino è destinatario di una chiamata da un call center deve essere preliminarmente informato sul paese estero in cui l’operatore è fisicamente collocato. Deve essere inoltre rivisto il sistema di incentivazione per le aziende che assumono e una nuova normativa sugli appalti che individui nel costo medio orario dei contratti collettivi la soglia sotto la quale non è possibile scendere nelle gare di appalto, evitando così quei deprecabili fenomeni del massimo ribasso e delle delocalizzazioni che stanno trascinando il settore al collasso, con il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro”. “Fondamentale – dice ancora Micarelli – è anche l’inserimento delle clausole sociali: in caso di cessione di ramo d’azienda, cambi e successioni di appalti e commesse i committenti debbono affidare le attività garantendo la continuità occupazionale dei lavoratori dell’impresa non più aggiudicataria dell’appalto. Così facendo, si arriverebbe a una sana concorrenza non più basata sul minor costo del lavoro ma sulla qualità e l’efficienza”. “Un ringraziamento – conclude – va alle lavoratrici e lavoratori della nostra regione che con la loro altissima partecipazione hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita della bellissima manifestazione: Almaviva Contact ha registrato una adesione del 93% con punte del 100% in alcune commesse e nello staff; Call & Call ha fatto registrare una percentuale ben oltre il 65%”.