Andrea, Olivia, Esterina, Marianne, Sergej, Carolina … Sono solo alcune delle personevittime delle discriminazioni mascherate da bullismo, isolamento, violenza, molestie, razzismo. Quelle discriminazioni frutto dell’ignoranza che porta a giudicare le persone per quello che sono o quello che fanno senza prestare attenzione al “come”. Discriminazioni che nascono dalla superficialità con la quale cataloghiamo chi ci sta intorno, secondo antichi stereotipi che ci chiedono di rispondere a regole ignare di ciò che rende gli individui unici e inconfondibili, e perciò inevitabilmente diversi gli uni dagli altri. Vorremo partire da qui, dal bisogno, oggi più urgente che mai, di educare al rispetto dell’altro e, attraverso questo, di se stessi. Educare alla sessualità come cosa intima, ai sentimenti, alla relazione, a riconoscere le differenze non per negare diritti, non per creare classi sociali, non per giustificare trattamenti non paritari, non per alzare confini, ma per valorizzare le diversità e costruire una società nella quale ognuno possa essere “Donna (o un uomo) a modo mio!”
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