Dopo le Assemblee organizzative, nelle quali sono tornati alla ribalta i temi legati all’innovazione digitale, nel 2022 hanno giocato un ruolo rilevante due momenti di approfondimento seminariale e di confronto politico nella nostra categoria, rappresentati dalle giornate del 4 luglio e del 26 ottobre, al cui interno abbiamo ospitato anche i primi interventi seminariali sulla blockchain.
Per questo oggi si ricomincia da qui, individuando in questa tecnologia una delle possibili direttrici di sviluppo su cui costruire un nuovo percorso di studio e approfondimento, questa volta in collaborazione con il Politecnico di Milano, dove è già presente un osservatorio sulla blockchain e i registri distribuiti.
L’Osservatorio vede anche la partecipazione di numerose imprese, tra le quali banche e assicurazioni. Si tratterà quindi di un luogo non solo di studio e ricerca ma anche di confronto con punti di vista di parte, diversi dal nostro, ma anche un luogo dove portare il punto di vista sindacale, attento alle ricadute sociali dell’innovazione tecnologica, spesso ignorate a favore del mero approccio tecnico. Anche questo è evidentemente un modo per comprendere meglio e più a fondo le implicazioni di questa tecnologia, le sue possibilità di sviluppo e le ricadute materiali e per elaborare in maniera più articolata il pensiero sindacale.
La blockchain è nota ai più come sottostante tecnologico delle criptovalute, ma preferiamo usare la locuzione “registri distribuiti”, che rimanda a una sfera applicativa più ampia, una soluzione tecnologica trasversale a tutti gli aspetti delle attività delle organizzazioni, che potrebbe incidere in modo rilevante anche sui processi delle aziende del nostro comparto, con le conseguenti ricadute sul lavoro.
Le criptovalute costituiscono già di per sé tema appartenente al dominio dell’attività finanziaria, per quanto, mancando di un apparato regolativo appropriato, si collochino ai margini del sistema finanziario “ufficiale” a cui noi facciamo riferimento. Ad esse si affiancheranno presto le monete digitali di emissione statale: il digital renmibi “eCny” è stato introdotto già dall’aprile 2021 dalla Banca Centrale Cinese; per l’euro digitale la proposta di progetto è attesa tra pochi mesi, ma le linee guida dello studio in corso sono già note; il progetto di sterlina digitale “Britcoin” è entrato nella fase di “consultazione pubblica”. Insomma: è solo questione di tempo.
Non si tratta solo di monetica, però. La tecnologia dei registri distribuiti potrebbe avere effetto di cambiamento radicale in tutte le attività che richiedono registrazione ed esecuzione certa e trasparente (smart contracts).
Un’ulteriore linea di sviluppo importante per gli effetti che potrebbe avere sull’organizzazione delle imprese è la cosiddetta DAO (Decentralized Autonomous Organization) una organizzazione decentralizzata gestita da un software che se ne occupa in maniera “autonoma” rispetto ai suoi partecipanti, secondo criteri e obiettivi definiti a priori.
Il Web3 (da non confondere con il Web 3.0) mira alla realizzazione di un’evoluzione della rete internet libera da gerarchie, all’insegna della decentralizzazione, dell’anonimato e della sicurezza, in contrapposizione alle logiche di controllo dell’“utente” esercitato oggi da tutti gli operatori: dalle big tech, dai carrier di telecomunicazione, dagli apparati di sicurezza degli stati, dalle agenzie e dalle imprese private. Anche in questo caso la tecnologia blockchain è fattore abilitante del processo evolutivo di tecnologie già esistenti.