Siamo all’alba di una nuova rivoluzione tecnologica, che come le precedenti, ci si aspetta avrà impatti sul mondo del lavoro e la sua organizzazione, nonché sulla vista sociale, economica e politica.
Con l’avvento di Internet, prima rivoluzione tecnologica, non era facile capire a cosa avrebbe portato. Per essere completata e poi compresa ha richiesto molto tempo: sono state necessarie diverse fasi dovute a cambiamenti di infrastrutture, di connessione e dei dispositivi per gli utenti.
Con l’avvento dei social, seconda rivoluzione tecnologica, siamo passati da fruizione di informazioni, di cui oggi non se ne può fare a meno, a scambio di informazioni creati da tutti noi tramite le varie identità social. Sono nati così anche nuovi modelli di business e nuove modalità di fruizione dei dati. Contestualmente si è passati ad una diminuzione del valore della produzione di un bene appannaggio del crescente valore della detenzione di dati o informazioni. Si è reso necessario quindi cambiare l’analisi dei rischi, la sicurezza informatica e la regolamentazione della gestione dei dati.
Cosa succederà con l’avvento della blockchain web3? Con l’avvento della Blockchain/Web3, la nuova rivoluzione tecnologica, si passerà alla gestione di informazioni certificate, che consentirà di rendere trasparenti i processi digitali. Pertanto se un’azienda volesse digitalizzare una parte di processo o tutto il processo stesso, tramite la blockchain avrà il vantaggio di renderlo trasparente e con informazioni certificate e gestite automaticamente.
Per individuare le ricadute sull’organizzazione del lavoro e gli impatti sulla vita sociale economica e politica, si ipotizza che sia fondamentale conoscere e capire cosa questa tecnologia permette di fare, sperimentandola nei vari settori. In Italia diverse aziende, anche nel credito e assicurativo, hanno implementato alcuni progetti prototipo basati sulla tecnologia blockchain:
“Da Barilla a Mediolanum: 10 aziende italiane che usano già la Blockchain:
Ania – In collaborazione con Ibm e Reply, ha sviluppato il progetto Sandbox, un campo di gioco protetto in cui sperimentare la procedura di risoluzione delle controversie tra assicurazione e assicurato in ambito blockchain. Gli assicurati hanno interesse a partecipare al progetto in quanto garantisce una risoluzione dei contenziosi molto più veloce.
Banca Mediolanum – Ha affidato alla blockchain di Ethereum il processo di certificazione dell’immodificabilità della dichiarazione non finanziaria (un documento che raccoglie ad esempio informazioni sulle politiche ambientali e sociali), con la pubblicazione dell’hash (la chiave criptata) del documento sul sito istituzionale della banca. Sta studiando altre possibili applicazioni per autenticare i documenti.
Barilla – In collaborazione con Ibm ha sviluppato un progetto pilota che sfrutta la blockchain per garantire la provenienza, la qualità dei prodotti e delle materie prime, dal campo alla tavola. La prima applicazione è per il basilico fresco italiano.
Carrefour Italia – È stata la prima azienda della grande distribuzione italiana a utilizzare la blockchain per la tracciabilità dei prodotti sui propri scaffali. Le informazioni sono disponibili anche tramite un’app su smartphone. Il progetto è iniziato con i polli nel 2018 ed è stato esteso agli agrumi nel 2019
Comune di Bari – In collaborazione con Sia, ha avviato un progetto basato su tecnologia blockchain che punta a digitalizzare il processo di gestione delle polizze fideiussorie, dematerializzando l’iter di rilascio di garanzie da parte di banche, intermediari finanziari, assicurazioni, certificandole in modo univoco e irrevocabile.
Consorzio Arance Rosse di Sicilia – Ha realizzato su blockchain uno strumento per sventare frodi alimentari e far riconoscere ai consumatori l’origine e la genuinità dell’agrume con una semplice scansione da smartphone del bollino Igp presente su ogni cassetta o retina di arance. È possibile verificare il campo di produzione, la data del raccolto, le modalità di conservazione e distribuzione.
Crea – Ente vigilato dal Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali e dedicato alla ricerca in ambito agroalimentare, ha adottato soluzioni blockchain di Microsoft per sviluppare un’applicazione per la tracciabilità del legno, dall’albero al consumatore. È stata simulata l’intera catena di approvvigionamento forestale, a partire dagli alberi piantati fino al prodotto finale, passando attraverso il processo di taglio dell’albero e la lavorazione in segheria.
itTaxi – Il più grande network di tassisti in Italia (quasi 15mila unità), insieme alla startup italiana Chainside, ha attivato un sistema che permette il pagamento delle corse in bitcoin; appena sarà terminato il montaggio sulle vetture dei pos di nuova generazione, o smart pos, diventerà una delle maggiori reti commerciali di criptovalute.
Poste Italiane – Ha già investito in Conio, il wallet italiano per l’acquisto e lo scambio di bitcoin, avviando poi lo sviluppo di altri progetti con Ibm e Hyperledger.
UniCredit – Partecipa alla piattaforma we.trade, insieme ad altre otto banche europee, per permettere l’utilizzo di criptovalute in seno alle tradizionali attività bancarie. Il 19 marzo scorso ha permesso al Gruppo Asa (produttore di imballaggi metallici) di concludere l’acquisto in criptovaluta di una partita di banda stagnata da un suo fornitore (Steelforce) a sua volta supportato da Kbc Bank in Belgio.”
Tutto ciò ci porta a dire che le aziende italiane stanno investendo sulla tecnologia blockchain, in attesa che venga emanata una normativa adeguata, al fine di completare la conversione dei loro modelli di business attuali sulla nuova tecnologia.
Per farci trovare pronti sarà fondamentale comprendere la tecnologia per capire come questa possa essere utilizzata a vantaggio o svantaggio dei lavoratori. Si dovranno identificare gli strumenti corretti tramite cui il Dirigente sindacale potrà fare accordi sulla materia, per tutelare i lavoratori riconvertendone le professionalità per i nuovi ruoli e profili richiesti, e per evitare che sia l’automatizzazione dei processi a determinare i ritmi di lavoro.
Per il primo obiettivo va preso in considerazione che l’adozione della tecnologia blockchain ha un potenziale impatto organizzativo sulle seguenti aree: infrastruttura, connettività, sviluppo software, cybersecurity, operation, risorse umane, audit e procurement e sui seguenti processi: onboarding dei clienti, antiriciclaggio, gestione della documentazione e processo di assunzione del personale. Quali sono quindi le nuove competenze richieste all’interno di queste aree? E quali sono invece quelle competenze che non serviranno più?
Per il secondo obiettivo va preso in considerazione che la tecnologia blockchain lavora 24×7 e che le transazioni effettuate con la tecnologia blockchain sono in tempo reale. Sarà quindi necessario far turnare i lavoratori per una copertura 24×7?
In conclusione non va dimenticato però che le applicazioni basate sulla tecnologia blockchain sono un prodotto di codice sviluppato da persone e che i requisiti e il comportamento dell’applicazione stessa vengono definiti generalmente dagli utilizzatori oppure dai responsabili dei processi da automatizzare. Sarà quindi importante trovare un accordo tale per cui anche il Dirigente sindacale possa fornire i requisiti a tutela dei lavoratori e della loro salute e sicurezza.
di Lara Barlassina