Proposte di lettura: Quando la donna è merce musicale nessuna obiezione

L’autore mette in luce attraverso un linguaggio semplice, e sicuramente lungi dal volere usare toni moralistici, un aspetto ovvero quanta incoerenza vi sia tra i messaggi che alcuni “artisti” e artiste, spesso paladine dei diritti delle donne, sostengono di trasmettere attraverso i testi delle canzoni “spensierate dell’estate”. In realtà  quelle canzoni, che vengono passate in tutte le radio, ripropongono un demoralizzante ed offensivo concetto di umiliazione della donna.

Ritornelli come “la porto a casa/le faccio la festa/mezzo dolce, mezzo gangsta…E’ piccolina, ma ha un culo giga” sono la conferma del fatto che assistiamo ad una continua oggettivazione della donna, al suo essere qualcosa da possedere.

Continuiamo così, facciamoci del male. Il patriarcato lo combattiamo invocando l’educazione sessuale a scuola, una scuola poi piena di tagli, col personale non formato, con i precari e senza mai criticare questi “artisti” e le multinazionali dei media e dell’intrattenimento.

bengala

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