Siamo tornati da Roma, dove, insieme a 200.000 cittadini, abbiamo chiesto semplicemente di cambiare questo paese, ovvero di rimettere al centro dell’attenzione del Governo e della politica tutta i temi del lavoro e della pace, dei diritti civili e della Costituzione, della salute e dei salari.
Questa battaglia unisce generazioni e professioni nella protesta contro i ritardi, omissioni e scelte che non aiutano le fasce più deboli, anzi acuisce le difficoltà di una parte sempre più grande della popolazione.
Lungo il cammino della marea umana rossa e arcobaleno si sono unite centinaia di Associazioni civili come Libera di Don Ciotti, l’ANPI, l’ARCI, le ACLI i ragazzi di Friday for Future oltre a ricevere la vicinanza del mondo della politica che condivide la sensibilità a questi temi fondamentali.
Questo popolo ha iniziato ieri non una protesta ma una rivendicazione: nelle parole del Segretario Landini “Non ci fermeremo e andremo avanti fino a quando non otterremo risultati”. Lo ha compreso molto bene il Primo Ministro, che ha cercato subito di sviare dai temi fondamentali per cercare di rivolgere l’attenzione ad un episodio molto grave da cui immediatamente tutti abbiamo preso le distanze, dato che la CGIL, da sempre, si batte per superare la cultura patriarcale all’origine di ogni forma di violenza e sessismo verso le donne.
Abbiamo il dovere di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che nulla può cambiare, che bisogna subire.
Sabato abbiamo iniziato. NON ci fermeremo, non ci fermeranno.
🟥 FISAC CGIL Emilia Romagna 🟥
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