Da domani in sciopero
CGIL e UIL hanno deciso di intraprendere un percorso comune di mobilitazione, strutturato su base territoriale e regionale: tra il 17 novembre e l’1 dicembre sono state proclamate una serie di giornate di sciopero generale, articolate in date diverse tra le varie regioni, per protestare contro le politiche economiche del governo.
DATE E REGIONI COINVOLTE
- 17 novembre centro: Lazio – Umbria – Marche – Abruzzo Molise – Toscana
- 20 novembre Sicilia
- 24 novembre nord: V. Aosta – Piemonte – Bolzano – Trento – Friuli. V. G – Liguria – Lombardia – Emilia Romagna – Veneto
- 27 novembre Sardegna
- 1 dicembre sud: Campania – Calabria – Puglia – Basilicata
Ma perché CGIL e UIL scendono in piazza? Per beneficiare di un week-end lungo?
No… non è una questione di svago o di sollazzo, ma piuttosto perché occorre alzare i salari, estendere i diritti e contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati.
Il contesto sociale, economico e politico all’interno del quale questo sciopero nasce, ne definisce in maniera oggettiva e lapidaria non solo la sua legittimità, ma anche la sua necessità.
In sintesi
Scioperiamo perché:
- La manovra economica è miope, non mette un centesimo sulla crescita e non offre nulla per i giovani;
- La manovra umilia le lavoratrici e i lavoratori – peggiorando addirittura le previsioni della Legge Fornero;
- La legge di bilancio mette seriamente a rischio il Sistema Sanitario Nazionale, già deficitario di suo;
- Il Governo non solo non combatte l’evasione fiscale, ma la incoraggia;
- La narrazione del Governo mina le fondamenta democratiche della Repubblica attaccando il diritto allo sciopero sancito dalla Carta Costituzionale.