Nadia Murad Basee (Kocho 1993) Iraq
Nadia è un’attivista per i diritti umani, nata in una famiglia di agricoltori.
E’ ancora studentessa quando a 19 anni il suo villaggio viene assaltato dalle milizie dello Stato Islamico, che uccidono 600 persone (compresi sei suoi fratelli). Viene rapita e ridotta in schiavitù, assieme a numerose altre giovani donne del villaggio (2014).
Portata nella città di Mosul, viene ripetutamente picchiata, bruciata con mozziconi di sigaretta e stuprata.
Con l’aiuto di una famiglia di Mosul riesce a fuggire dai sequestratori e raggiunge un campo profughi, dove viene intervistata da alcuni reporter belgi.
Assieme a 1.000 donne e bambine beneficia di un programma per i rifugiati, grazie al quale si trasferisce in Germania.
Nel 2016 rende la sua testimonianza sul conflitto in Iraq al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Fugge alla schiavitù, all’Isis e alla guerra non per rimanere una vittima, ma per diventare un’attivista e per essere l’ultima ragazza al mondo con una storia come la sua.
Premio Nobel 2018
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