Emilia Romagna: il Governo attacca le pensioni

IL GOVERNO ATTACCA LE PENSIONI
QUALE SCENARIO PER CHI LAVORA IN BANCA?

PEGGIO DELLA LEGGE FORNERO

Peggiorare la Fornero: era un’impresa difficile, eppure questo Governo ci è riuscito.

E perché non sembri solo uno slogan propagandistico, proviamo a mettere in fila alcune informazioni per analizzare le concrete ricadute degli interventi del Governo in tema di pensioni.

Innanzitutto è necessario sfatare il mito che si aggira tra i giovani (e anche quelli un po’ meno giovani) del “tanto in pensione non ci si andrà mai”: le aziende possono procedere alla cessazione del rapporto di lavoro per il personale che raggiunge i requisiti previsti per la pensione nelle situazioni previste dalla Legge.

Quindi, se il “quando”, presto o tardi (e anche qui lo vedremo) è un evento sicuro, è il “come” a fare la differenza.

REQUISITI MINIMI

Ad oggi i requisiti minimi per l’accesso pensionistico sono, per chi ha contributi prima del 1996 e si trova quindi nel sistema misto, 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione, mentre chi ha iniziato a versare dal 1996 e si trova nel sistema contributivo (che è più svantaggioso nella modalità di calcolo), 64 anni di età ed almeno 20 anni di contribuzione.

TAGLI

Un “articoletto” della legge di bilancio, ha modificato le aliquote di rendimento delle quote retributive per coloro che hanno versato nelle casse previdenziali INPDAP e CPDEL tra cui di dipendenti pubblici e privati: questo si traduce in un taglio netto dell’assegno pensionistico che arriva fino a diverse centinaia di euro al mese.

INCERTEZZA

L’anticipazione dello slittamento dei requisiti pensionistici in base alla prospettiva di vita, se confermato dalla circolare INPS in fase di rilascio, rende incerto e sicuramente più lontano il momento dell’ottenimento della pensione.

FONDO ESUBERI

A fronte all’incertezza dovuta alle nuove norme, sia relativa all’orizzonte temporale pensionistico che ad un possibile significativo taglio della misura dell’assegno, non è possibile prevedere quali saranno gli scenari che si aprono per il funzionamento e la regolamentazione del fondo esuberi, ma certamente fin da ora si possono nutrire dubbi ed incertezze.

PENALIZZAZIONI

L’attuale legge impone ulteriori penalizzazioni: l’importo dell’assegno di pensione dovrà essere almeno 3 volte la pensione sociale (nel 2024 pari ad euro 534,41) ma non potrà superarlo di oltre 5 volte. Per il mondo del lavoro queste nuove disposizioni avranno degli impatti futuri molto pesanti per tutti: saranno penalizzati i giovani, i precari e chi ha salari bassi e saranno penalizzati anche tutti coloro che hanno avuto un lavoro stabile ed in crescita, con retribuzioni medio alte con sistema contributivo.

RETRIBUZIONI BASSE

Chi ha avuto part time con una riduzione oraria importante, chi ha avuto un salario basso o chi ha avuto una vita di precarietà, rischia di non arrivare alla soglia minima per l’accesso alla pensione anticipata, trovandosi come unica opzione la pensione di vecchiaia.

INQUADRAMENTI MEDIO ALTI

Il tetto massimo di importo di pensione penalizza chi ha avuto un lavoro stabile con una progressione di carriera perchè percepirà un importo inferiore rispetto alla contribuzione versata.


Fisac Cgil Emilia Romagna – info: 051 6087477

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