Non si ferma il calo degli sportelli. A Ferrara dati sempre più preoccupanti

Un proverbio italiano recita…. “ogni primavera ha il suo autunno” …. Come tutti gli anni puntualmente a primavera arrivano i dati di Bankitalia relativi alla presenza degli istituti di credito a livello nazionale. Il 2023 ha confermato il dato preoccupante di questi ultimi anni sulla la presenza dei servizi bancari nel territorio nazionale: ci sono sempre meno filiali. A mancare sono soprattutto gli sportelli nei piccoli comuni. Solo nell’ultimo anno nel nostro paese sono state chiuse 823 filiali bancarie fisiche (più di due ogni giorno), che hanno lasciato senza servizi finanziari 3.300 Comuni per oltre 4,3 milioni di persone in Italia senza uno sportello bancario.

E anche quest’anno, per quanto riguarda Ferrara, sia sul capoluogo, sia nel resto della provincia la situazione rimane sempre molto preoccupante. Detto in estrema sintesi: le banche non solo abbandonano i nostri territori, ma sembrano avere una gran fretta di farlo, con chiusure che procedono ad una velocità maggiore rispetto a quanto avviene in altri territori regionali. Vediamo nel dettaglio l’andamento delle chiusure di sportelli bancari nella nostra Provincia, suddiviso per Comune.

Comune 31/12/2023 31/12/2015 Differenza %
ARGENTA 9 15 -40,00%
BONDENO 6 7 -14,29%
CENTO 19 22 -13,64%
CODIGORO 5 6 -16,67%
COMACCHIO 10 17 -41,18%
COPPARO 4 7 -42,86%
FERRARA 46 82 -43,90%
FISCAGLIA 2 6 -66,67%
GORO 2 3 -33,33%
JOLANDA 1 1 0,00%
LAGOSANTO 1 3 -66,67%
MASI TORELLO 1 2 -50,00%
MESOLA 3 5 -40,00%
OSTELLATO 1 4 -75,00%
POGGIO RENATICO 3 5 -40,00%
PORTOMAGGIORE 5 6 -16,67%
VIGARANO MAINARDA 2 3 -33,33%
VOGHIERA 2 -100,00%
TERRE DEL RENO 5 8 -37,50%
RIVA DEL PO 1 5 -80,00%
TRESIGNANA 3 5 -40,00%
TOTALI 129 214 -39,72%

Alcuni dati sono impietosi. In primis il dato medio dal 2015 al 2023 segna un calo complessivo quasi del 40% nel ferrarese, ben superiore sia alla media regionale (-30,9%), sia a quella nazionale (-30,6%)

Una piccola flebile luce è rappresentata da un paio di aperture di sportelli di BCC nel 2023 a Ferrara e a Cento. Ma nel complesso i dati sono tutti con forti cali in termini di presenza bancaria sul territorio provinciale.

Voghiera non ha più una presenza bancaria fissa. Riva del Po, Ostellato, Lagosanto, Fiscaglia hanno riduzioni di sportelli rispetto al 2015 superiori al 60%. Ferrara, Copparo, Comacchio, Masi Torello subiscono contrazioni più elevate rispetto alla media provinciale. Unico dato positivo: Iolanda di Savoia per ora resiste coraggiosamente con il suo sportello bancario.

Il Comune di Ferrara peraltro ha il dato di chiusure ovviamente maggiore in termini assoluti: –36 sportelli in città e soprattutto nelle frazioni (le frazioni del comune di Ferrara ormai sono sostanzialmente prive di uno sportello bancario). Peraltro questo dato è ancor più preoccupante in quanto è proprio sul capoluogo provinciale che si concentra la maggior ricchezza in termini di risparmio e, di converso, la maggiore esigenza di credito su imprese o privati.

Inoltre entro l’estate è prevista un’ulteriore chiusura di una filiale bancaria in zona Gad, lasciando gli abitanti di quella zona privi di uno sportello bancario di prossimità. Altra beffa: un turista che arriva in stazione a Ferrara non troverà nemmeno un Bancomat disponibile in zona!

Lo ribadiamo per l’ennesima volta: la chiusura degli sportelli bancari nei piccoli comuni non sarà probabilmente la causa principale dello spopolamento, ma è sicuramente un fattore che lo accelera. Non è azzardato affermare che il subentro dei grandi gruppi nazionali, al posto dalle banche locali che fino a qualche anno fa erano al servizio del territorio, abbia contribuito in modo tangibile alla fuga dalle aree più fragili della provincia.

Si parla tanto, e con legittima preoccupazione, dell’autonomia differenziata. In realtà le banche hanno già realizzato una secessione di fatto tra territori ricchi e territori poveri.

Peraltro ricordiamo che a Ferrara c’è un paradosso ancor più doloroso: in una provincia economicamente fragile come la nostra, i risparmi dei ferraresi spesso finanziano attività non presenti sul nostro territorio… A Ferrara si raccoglie denaro… che si presta altrove: ad oggi il differenziale fra prestiti e risparmi è di 3,4 miliardi di risparmi di ferraresi che vengono prestati dalle banche fuori provincia!

COME SI SPIEGANO QUESTI NUMERI?

Le ragioni sono diverse.

La prima è di carattere storico. Nella nostra provincia avevano sede due Casse di Risparmio fortemente radicate che, oltre alla rete di filiali, avevano tutti i centri direzionali ubicati prevalentemente a Ferrara e a Cento. L’acquisizione da parte di banche di dimensione nazionale ha portato allo svuotamento di queste strutture ed al trasferimento delle lavorazioni presso le sedi delle aziende subentrate. Con una relativa perdita delle professionalità in loco e spostamento dei centri decisionali (in particolare sul credito) fuori provincia.

La seconda è da ricercarsi nel fatto che la nostra provincia è più “avanti” delle altre nel processo di abbandono da parte dei grandi istituti. Quindi, mentre in altri territori regionali le chiusure riguardano prevalentemente agenzie piccole, a Ferrara gli sportelli di dimensioni minori sono stati già chiusi, ed ora le chiusure cominciano a riguardare le filiali più grandi.

La terza è che nei centri più importanti, dove restano aperte filiali storiche, il loro organico viene ridimensionato. Così, capita di vedere grandi filiali, un tempo affollate di lavoratori e lavoratrici, nelle quali oggi si trovano pochi colleghi a presidiare una distesa di scrivanie vuote o di stanze chiuse.

La quarta risiede nel fatto che la politica locale si trova spesso disarmata o in certi casi anche disinteressata da queste dinamiche e le subisce passivamente.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELL’ABBANDONO BANCARIO?

Le banche sostengono che la chiusura delle filiali non abbia alcun impatto sull’economia locale in quanto l’avvento del digitale rende superflua la presenza fisica sul territorio. Un’osservazione a tal proposito: non siamo tutti digitalmente evoluti, soprattutto se abitiamo in periferia e/o se abbiamo i capelli grigi. Poi rileviamo che i dati relativi all’andamento dei crediti concessi dimostrano una realtà ben diversa: dove chiudono le filiali cala il credito soprattutto a danno delle piccole e medie imprese. Ricordiamo una recente analisi dell‘Ufficio Studi & Ricerche Fisac Cgil che ha evidenziato un netto calo dei prestiti alle imprese ferraresi di oltre il -28% dal 2011, il dato peggiore sia della media regionale, sia di quella nazionale.

Cosa ci dicono questi numeri? Che quando non trovano filiali bancarie sul territorio le piccole imprese non riescono più a finanziarsi. Cosa fa una piccola azienda quando non riesce più ad ottenere credito? O chiude, oppure cerca altri canali di finanziamento, finendo in mano agli usurai.

A tal proposito in termini di legalità esaminiamo qualche dato tratto dalla classifica delle province italiane 2023 redatta annualmente dal Sole 24 Ore: La classifica ci dice che, se da una parte Ferrara non è messa male come indice di criminalità complessivo (17° su 107 provincie), d’altra parte non è molto virtuosa in termini di estorsioni (89° posto) e in termini di delitti denunciati (91° posto). Come cessazioni di imprese siamo ben all’86° posto…

COSA SI PUO’ FARE?

Il tema dell’abbandono bancario ha visto la Fisac CGIL impegnarsi a fondo, per denunciarlo ma anche per cercare di proporre soluzioni alle aziende bancarie e alle istituzioni locali.

Un primo possibile provvedimento  potrebbe consistere nel  trasferire delle lavorazioni centrali e/o di direzione delle grandi banche nella nostra provincia. Si può fare, si fa già (grazie allo smart working), si deve fare di più. Almeno così riusciremo a tamponare l’emorragia occupazionale Ferrarese ed a mantenere professionalità specialistiche in loco, il tutto peraltro senza arrecare disagio alle aziende di credito. Puoi tranquillamente assumere un professionista di direzione a Ferrara, farlo lavorare qui anche in smart working (nei numerosi uffici/filiali ad oggi vuoti), invece che a Milano, Roma, Bologna o Modena dove, peraltro, la vita costa molto di più.

È inoltre urgente costituire un Osservatorio  provinciale sul  Credito che possa provare a governare il fenomeno. Si fa già in altri territori in Italia, a Ferrara non se ne parla più. Sicuramente non si può impedire ad una banca di chiudere una filiale, ma con una tempestiva pianificazione si può provare a cercare ipotesi alternative, mettendo in condizione i Comuni di proporre soluzioni attraenti per le Banche o magari di provare a rimpiazzare l’Istituto uscente, ad esempio proponendo o facilitando l’apertura ad una filiale di una BCC che ha, per statuto, una vocazione territoriale.

Serve però una politica attenta e lungimirante su queste non facili tematiche. Ferrara non può più permettersi ulteriori chiusure bancarie e conseguenti riduzioni del credito concesso ad imprese e privati. Altrimenti al temuto deserto demografico ferrarese si affiancherà un’altrettanta disastrosa desertificazione economico finanziaria.

Un’ultima provocazione… i cittadini e le imprese possono sempre cambiare banca a beneficio di quelle più attente al territorio, è un potere molto forte che… in certi casi, in ultima istanza… andrebbe esercitato!

SAMUEL PAGANINI FISAC FERRARA


DALLA STAMPA:

Desertificazione bancaria Ferrara

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