![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
Si è appena conclusa la fase dell’assegnazione del Bonus Pool 2023 e tra vincitori e vinti il malessere che si respira nel nostro territorio non può lasciare indifferenti.
Non entriamo nel merito dei criteri presi a riferimento, degli importi erogati o delle modalità di gestione dei premi in sé (se chiari ovviamente), in quanto libera scelta della banca: il sistema incentivante è materia dell’azienda e nessun coinvolgimento e accordo sindacale ne detta le regole.
Ci sono alcuni aspetti però davanti ai quali non possiamo chiudere gli occhi, in quanto afferenti alla dignità della classe di lavoratrici e lavoratori che rappresentiamo, e della quale facciamo parte.
Primo fra tutti l’opacità e la poca trasparenza degli obiettivi di struttura da conseguire, comunicati tardivamente, senza un monitoraggio costante, con budget e parametri di raggiungimento modificati fino all’ultimo momento. Poi i criteri di distribuzione dei premi, riportati in modo generico, che hanno reso le regole di assegnazione altrettanto fumose e, anche in questo caso, oggetto di misteriosi ritocchi dell’ultimo secondo, tutt’ora aleggianti nell’olimpo del “vuolsi così colà dove si puote”.
In sostanza niente nel tempo è scampato all’inesorabile ritocchino, nemmeno il processo Performance Management (tra i criteri individuali) che, ricordiamo, è stato modificato a marzo 2024 per le valutazioni 2023.
Purtroppo nemmeno sul sommario peso della presenza c’è stato modo di poter contare per avere un criterio misurabile e oggettivo: la legge, i principi del codice Etico, le regole di inclusione e la recente acquisizione della certificazione di parità ci porterebbero ad escludere, per coerenza, l’ipotesi che gli importi del premio siano stati ridotti sulla base delle assenze indistintamente dalla causale (permessi “Legge 104”; malattia, congedi parentali, MPsolidale, permessi per studio, congedo matrimoniale, permessi delle RSA o degli RLS ecc.) o che la contribuzione fornita al raggiungimento dei risultati sia stata legata alla disponibilità di tempo del singolo. Quale è allora la
motivazione dei tagli?
Insomma, in questa cabala del premio, quello che è venuto meno è stato proprio l’aspetto incentivante, che avrebbe reso più contenti i premiati e meno afflitti gli esclusi.
La cosa certa è che al momento il vero unico “incentivo” per lavoratrici e lavoratori, resta il gioco di squadra, la tenacia, l’impegno e il rispetto per il proprio lavoro e dei clienti.
Da parte nostra, nell’augurarci comunque che per la prossima volta sia la Banca a fare meglio, come OO.SS. continueremo a impegnarci nel percorso iniziato di recupero di diritti, tutele e retribuzione per tutte e tutti.
Insieme possiamo e dobbiamo fare la differenza.
R.S.A. DEL VENETO BANCA MPS