Proposte di lettura: Aborto libero, donne ancora costrette a spostarsi

Nel 2022 più di 4mila al Sud sono dovute uscire dalla zona di residenza

In Italia, nonostante l’entrata in vigore della legge 194 nel 1978, la situazione dell’interruzione volontaria della gravidanza nel nostro Paese è preoccupante. I dati dimostrano che più di 100 strutture sanitarie, sparse su tutto il territorio, hanno una percentuale di obiettori di coscienza che oscilla tra l’80% e il 100% del personale sanitario e, più in generale, la percentuale di personale medico obiettore supera il 60% in tutto il Paese. Non solo, nell’ultimo periodo abbiamo visto come le associazioni private anti-abortiste si siano, in alcuni luoghi, inserite all’interno dei consultori tramite finanziamenti pubblici.

È innegabile quindi che un diritto fondamentale, come quello all’aborto e all’autodeterminazione, non venga completamente garantito e che persistano difficoltà ad accedervi. Sono tantissime le testimonianze di donne che hanno fatto fatica a trovare un ospedale in cui interrompere una gravidanza, costrette magari a spostarsi dalla propria regione e sono molte le esperienze negative di violenza verbale e psicologica esercitata dal personale medico.
Nella proposta di lettura troverete dati e panoramica di quanto accade nel territorio italiano: www.ilfattoquotidiano.it
Vi invitiamo, qualora non l’aveste già fatto, a firmare la petizione europea “My voice my choise”  tramite questo link: https://eci.ec.europa.eu
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