Dip.Fondi Pensione: NEWS di Novembre 2024

PREVIDENZA: VERSO IL SILENZIO/ASSENSO BIS

Pensioni 24 di Marco Lo Conte – Il Sole 24 Ore

La maggioranza intensifica il pressing alla Camera per aprire una nuova fase semestrale di “silenzio assenso” per il Tfr, con l’obiettivo di rafforzare la previdenza complementare. Nel 2023 dei circa 31,3 miliardi di Tfr generati dal sistema produttivo, secondo stime riportate nell’ultima rilevazione della Covip, solo 7,8 miliardi, pari a circa il 25%, sono stati versati a forme di previdenza integrativa: una “quota” leggermente più alta del 22,2% registrato a partire dal 2007, anno in cui sono scattate le regole ora in vigore. Altri 17,3 miliardi sono rimasti accantonati presso le aziende e 6,1 miliardi sono stati destinati al Fondo di tesoreria dell’Inps.

Fondi pensione: nel 2024 in crescita adesioni, contributi e rendimenti 

Una crescita delle adesioni del 3,3%, dei contributi incassati dei 7,9%, delle risorse destinate alle prestazioni del 6,1% e dei rendimenti. Che in media hanno toccato l’8,9% nei fondi pensione negoziali, il 9,6% in quelli aperti e il 10,3% nei Pip (Piani individuali pensionistici). L’ultima rilevazione della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, aggiornata al 30 settembre 2024, conferma, e anzi rafforza, l’andamento positivo della previdenza integrativa nel corso del 2024 e nel confronto con i risultati del 2023. Nei primi nove mesi dell’anno le posizioni in essere delle forme complementari hanno raggiunto gli n milioni, il 3,3% in più rispetto alla fine dello scorso dicembre.

Marco Rogari, Sole 24 Ore

ll sistema pensionistico italiano ha bisogno della previdenza complementare e di ridurre il gender gap

FundsPeople 5 Novembre 2024

L’incidenza della spesa pensionistica sul PIL, oggi pari al 15,6%, è destinata a crescere fino al 17% nell’arco di 15 anni. È quanto rileva Moneyfarm che, in occasione del mese dell’educazione finanziaria, fa il punto sullo stato dell’arte del sistema pensionistico in Italia. La società di consulenza finanziaria con approccio digitale sottolinea come a determinare la crescita sia la crisi demografica: il numero di nuove pensioni liquidate nel corso del 2023, rilevano gli esperti, “supera di gran lunga quello delle nuove nascite, arrivate a segnare un altro record negativo (379.339 neonati vs 519.879 neopensionati)”. All’equazione si somma un altro elemento: secondo le stime di Moneyfarm, ad oggi soltanto un cittadino su quattro di età compresa tra i 30 e i 59 anni investe in previdenza integrativa.

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Pensioni, i fondi sostenibili battono tutti

I primi 9 mesi del 2024 si chiudono per i fondi pensione negoziali con un rendimento medio dei comparti sostenibili in vantaggio rispetto ai competitor. Su un orizzonte di medio periodo hanno la meglio i comparti che non sono articolo 8, ma integrano i rischi di sostenibilità nelle politiche di investimento

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Aumentano ancora gli Esg nella previdenza italiana

da: www.eticanews.it

Gli investimenti sostenibili assumono un ruolo sempre più centrale nelle politiche di investimento degli operatori previdenziali italiani. Sui 99 piani previdenziali che hanno partecipato quest’anno alla ricerca condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional79 dichiarano di includere i criteri Esg nelle decisioni di investimento (un dato in crescita rispetto ai 76 del 2023). La decima edizione dell’indagine, spiega una nota, è stata presentata ieri nell’ambito delle Settimane SRI, la principale rassegna in Italia sulla finanza sostenibile organizzata dal Forum. Lo studio ha coinvolto piani previdenziali appartenenti alle seguenti categorie: casse di previdenza, fondi pensione aperti, fondi pensione negoziali, fondi pensione preesistenti (istituiti prima della riforma del 1993) e piani individuali pensionistici. Tra gli sponsor della ricerca anche il Fondo Pensione Priamo.

Pensioni, il sistema è destinato al collasso?

Secondo l’ultimo studio di Moneyfarm, il calo demografico non mente: già oggi le nuove pensioni superano le nascite. Solo un italiano su 4 investe in previdenza complementare.

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Sicurezza pensionistica: Svizzera il top, Italia perde posizioni

  • Secondo l’ultima edizione del Global Retirement Index di Natixis, il sistema pensionistico italiano si piazza 31esimo in termini di sicurezza su 44 Paesi.
  • L’81% degli intervistati consapevole di dover investire per la pensione

Nonostante le prospettive generalmente positive per la sicurezza pensionistica a livello globale, i risultati della lunga indagine globale di Natixis sugli investitori individuali mostrano che il numero di individui che ritengono che sia sempre più responsabilità loro finanziare la pensione da soli, piuttosto che affidarsi a pensioni pubbliche, è cresciuto dal 67 all’81% tra il 2015 e il 2023.

In linea generale, negli ultimi anni gli investitori hanno vissuto con una certa ansia il passaggio da pensioni a prestazione definita a piani a contribuzione definita, unito a shock di breve periodo come la pandemia e la conseguente esplosione del debito pubblico, oltre all’inflazione e alla volatilità dei mercati. Di fatti, cresce anche quella fetta di intervistati che non credono alle loro possibilità di raggiungere la sicurezza pensionistica (dal 40 al 45% tra il 2021 e il 2023).

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Previdenza, tre ricette per un lifecycle anti inerzia

Focus di Mefop sul meccanismo di adeguamento semi automatico del rischio di portafoglio degli iscritti ai fondi pensione. E rimediare alla scarsa propensione alle scelte degli aderenti

Stefania Luzi – Il Sole 24 ore 26/11/24

L’inerzia degli aderenti nelle scelte di investimento e il conseguente rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi previdenziali hanno richiamato l’attenzione degli operatori del settore sull’opportunità di prevedere strategie di riallocazione automatica delle risorse, quali il life cycle. L’offerta nel sistema di previdenza complementare italiano risulta al momento ancora modesta, per quanto sia la Covip sia le autorità internazionali stiano promuovendo i profili life cycle quali piani di default, in cui l’iscritto viene diretto nel caso di mancata scelta del comparto di adesione.

Al fine di promuovere una riflessione sullo stato dell’arte, sia in Italia sia all’estero, e aprire un momento di confronto tra gli operatori con esperienze diverse, Mefop ha organizzato il tavolo di lavoro “Il life cycle tra detrattori e sostenitori: facciamo il punto sullo stato dell’arte e le prospettive nel sistema italiano”. Il tavolo, tenutosi lo scorso 30 ottobre, ha visto la partecipazione di oltre 60 operatori, a indicare il grande interesse nei confronti del tema.

Il tavolo si è aperto con una fotografia del sistema italiano e la presentazione di alcuni casi di studio di esperienze estere, la cui analisi è stata contestualizzata tenendo conto delle caratteristiche dei sistemi di I e II pilastro di ciascun paese. A seguire sono stati presentati i risultati di simulazioni effettuate al fine di valutare la performance di profili life cycle rispetto ad altre strategie: l’evidenza statistica mostra che un profilo di investimento composto al 70% da obbligazioni e al 30% di azioni e il life cycle hanno risultati molto simili e un qualsiasi profilo life cycle ha una distribuzione dei risultati replicabile con una strategia a composizione costante. Ciò nonostante, il rischio di coda è ben diverso, giacché il life cycle riduce l’esposizione alle componenti più rischiose all’avvicinarsi dell’età di pensionamento; tale esposizione rimane invece costante in una strategia a pesi fissi nel tempo, esponendo l’iscritto a un maggior rischio di perdita nella fase finale di accumulo.

Tra gli spunti emersi, sono da segnalare i seguenti:

il dovere fiduciario del fondo pensione che, nel definire l’offerta di investimento, ha una responsabilità nei confronti dell’iscritto nel renderla effettivamente usabile. Il life cycle supera i problemi di inerzia e di emotività delle scelte, estremamente dannosi ai fini dell’accumulazione previdenziale. Un fondo multicomparto, con linee differenziate in base al profilo rischio-rendimento, ha già una visione di investimento di tipo life cycle. Perché non assumersi la responsabilità di dichiararla impostando un profilo ad hoc?

l’opportunità di rivedere la previsione del D.Lgs. 252/2005 in relazione al conferimento tacito del Tfr alla linea garantita. Il versamento in una linea garantita dei flussi contributivi dei silenti, soprattutto nel caso di giovane età, può causare una perdita di opportunità in termini di redditività e quindi condizionare anche il montante a scadenza. Il life cycle quale opzione di default per il tacito conferimento potrebbe ovviare a tali rischi.

• La composizione azioni/obbligazioni del profilo life cycle e la traiettoria seguita nella riduzione all’esposizione al rischio potrebbe essere diversa rispetto a quelle attualmente in essere ove fossero possibili forme di decumulo all’interno del fondo pensione. Consentendo agli iscritti di mantenere il montante nel fondo con possibili prelievi parziali successivi, si potrebbe continuare a beneficiare dell’investimento delle risorse non prelevate.

I materiali presentati nel tavolo di lavoro sono disponibili al seguente link: www.mefop.it

 

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