E.R. Una legge per un tetto alle retribuzioni dei top manager: perché un obiettivo condiviso non può essere unitario?

Dopo l’avvio, nel marzo scorso, di un percorso unitario da parte delle Segreterie Nazionali, con l’invio di una lettera al Governo che ricomprendeva anche il problema etico degli stipendi dei top- manager, la Fiba/Cisl ha deciso di iniziare da sola la raccolta di firme per
una legge di iniziativa popolare sugli stipendi dei top manager.
L’iniziativa è certamente meritevole, perché tutti condividiamo che è giunto il momento di passare dalla denuncia alla proposta.
Infatti anche come Fisac/Cgil, nel “Manifesto della buona finanza”, che è stato approvato nel Direttivo Nazionale Fisac Cgil nel mese di maggio, abbiamo trattato questo tema e abbiamo proposto di procedere sull’argomento, attraverso la presentazione di una legge parlamentare con i medesimi contenuti.
Sarebbe stato possibile convergere su una modalità e su un percorso condivisi e, come Fisac/Cgil, riteniamo, in ogni caso, che sarebbe opportuno, su una questione di tale portata, un impegno unitario di tutte le Organizzazioni Sindacali del settore.
Nella lettera al Governo del marzo scorso le Segreterie Nazionali chiedevano, in coerenza con la domanda diffusa di sobrietà “l’introduzione di un rapporto tra retribuzione complessiva del Top Management delle aziende di credito e retribuzione media del restante personale nella misura di 20 a 1, da estendere a tutti i settori produttivi laddove, in alcuni, i differenziali retributivi sono anche maggiori” (nel settore credito, nel 2012, questo rapporto è stato di 163 a 1 !); si poteva e si doveva andare avanti unitariamente e, invece, la Fiba/Cisl ha deciso di interrompere unilateralmente questo percorso, partendo da sola con la raccolta di firme, anziché ragionare su come procedere insieme nel migliore dei modi.
Infatti sia la proposta di legge parlamentare che abbiamo avanzato come Fisac/Cgil sia la raccolta di firme hanno pregi; la legge parlamentare prevede, con ogni probabilità, un percorso più snello e veloce e, a quanto ci risulta, sarebbero già numerosi i parlamentari disponibili a sottoscrivere il disegno di legge, mentre la raccolta di firme si rivolge in modo più diretto alla cittadinanza.
E, quindi, non comprendiamo le motivazioni che spingono a percorsi solitari la Fiba/Cisl e che rischiano di trasformare questa importante iniziativa in una campagna demagogica volta solo alla ricerca di una visibilità come Organizzazione Sindacale, ma con il rischio di risultati concreti molto limitati.
A questo punto, come Fisac/Cgil proporremo ai nostri associati, a tutte le lavoratrici e lavoratori, di sostenere entrambe le iniziative e continueremo, comunque, a lavorare per un coordinamento unitario dell’azione sindacale sul tema dello stipendio dei manager.

Bologna, 27 giugno 2013

La Segreteria Regionale
Fisac/Cgil Emilia Romagna

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