
Intervista a Gisella Protti – Presidente del Comitato Aziendale Europeo di UniCredit
D. Presidente Protti, qual è il significato di questa nuova Dichiarazione Congiunta firmata in UniCredit?
R. Come Comitato Aziendale Europeo diciamo sempre che, pur appartenendo a Paesi e culture diverse, vogliamo parlare con un’unica voce. Questa dichiarazione congiunta rappresenta proprio questo spirito: un documento che raccoglie le diverse sensibilità e prospettive dei Paesi in cui UniCredit è presente. È il frutto di un lavoro condiviso, svolto insieme alla parte datoriale, in cui abbiamo messo a fattor comune esperienze, buone pratiche, criticità e proposte concrete per rafforzare il dialogo sociale e promuovere politiche di non discriminazione, inclusione e pari opportunità.
D. In che modo questa Dichiarazione potrà tradursi nella realtà quotidiana dei lavoratori nei vari Paesi?
R. La Dichiarazione è una fonte d’ispirazione, ma anche un impegno concreto. Contiene principi e linee guida che possono essere applicati ovunque UniCredit operi. Tuttavia, dovrà essere poi tradotta nei singoli contesti nazionali attraverso la contrattazione collettiva o i rapporti con le rappresentanze dei lavoratori. È particolarmente utile per quei Paesi dove la contrattazione è più debole o dove l’attenzione alle tematiche di inclusione è ancora limitata. L’obiettivo è garantire che gli stessi valori valgano per tutte e tutti, indipendentemente dal luogo in cui si lavora.
D. Ci sono elementi di novità rispetto alla precedente Dichiarazione del 2009?
R. Sì, molti. Questa nuova versione introduce concetti innovativi e di grande attualità, come quello della discriminazione intersezionale, riconoscendo che una persona può subire discriminazioni su più livelli contemporaneamente. È un passo avanti fondamentale per poter contrastare efficacemente qualsiasi forma di esclusione nei luoghi di lavoro.
Un’altra grande novità è la concretezza del testo: non si tratta di un documento generico, ma di una dichiarazione che entra nel merito e affronta temi chiave come la formazione inclusiva e orientata al futuro, indispensabile per gestire i cambiamenti e tutelare l’occupabilità.
D. L’Italia è spesso citata come un esempio positivo nella formazione. È così anche in questo caso?
R. Assolutamente sì. In Italia abbiamo un ottimo accordo sindacale con l’azienda proprio sulla formazione continua. Era importante che un principio così avanzato venisse riportato nella Dichiarazione congiunta, in modo da diffondere le migliori pratiche anche negli altri Paesi del Gruppo.
D. La Dichiarazione parla anche di nuove sfide come l’intelligenza artificiale. In che modo?
R. Abbiamo voluto inserire un’attenzione specifica alle possibili discriminazioni derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale, un tema cruciale per il futuro del lavoro. Allo stesso modo, ci impegniamo a colmare i divari ancora presenti nel Gruppo: il gender pay gap, le differenze generazionali e tutte le forme di disuguaglianza che possono compromettere pari opportunità reali.
D. Qual è il ruolo del dialogo sociale in tutto questo?
R. Centrale. La Dichiarazione afferma chiaramente che il dialogo sociale, e quindi la relazione con le organizzazioni sindacali, deve essere praticato a tutti i livelli: dal Comitato Aziendale Europeo alla contrattazione nazionale e locale. Il confronto, anche se non sempre formale, ha un valore essenziale per costruire politiche davvero inclusive. Ora inizia la fase più importante: far arrivare questa Dichiarazione a tutte le lavoratrici e i lavoratori e trasformarla in azioni concrete.
D. In conclusione, quale messaggio vorrebbe lasciare?
R. L’azienda ha una grande responsabilità: tradurre in fatti concreti i principi di questa Dichiarazione. Ma anche noi, come organizzazioni sindacali, abbiamo un compito fondamentale: vigilare, proporre e tutelare chi rappresentiamo. Solo lavorando insieme, come una vera squadra europea, possiamo costruire un futuro basato sull’inclusione, la parità e la dignità per tutte e tutti.
In un mondo che tende a dividere, noi vogliamo andare nella direzione opposta: unire.
CAE Unicredit: dichiarazione congiunta su pari opportunità e non discriminazione