
Jean Azéma conferma l’interesse strategico per il mercato assicurativo italiano. Secondo il ceo del gruppo francese Groupama, «è il momento di investire nell’assicurazione in Italia» e perciò la compagnia ha chiesto alla Consob un parere su un eventuale ingresso al 17-20% in Fondiaria-Sai (cui «non siamo disinteressati»), oltre al giudizio sull’accordo da 145 milioni con la famiglia Ligresti per l’ingresso in Premafin. Il contratto siglato a fine ottobre (e rivisto a novembre) con Salvatore e Giulia Ligresti (per Premafin) riguarda l’ingresso di Groupama al 17% circa nella holding di controllo di Fonsai attraverso la sottoscrizione dell’aumento di capitale da 225 milioni già votato dall’assemblea, rilevando l’acquisto dei diritti di opzione dagli stessi Ligresti per circa 40 milioni. Per andare avanti Azéma aspetta il via libera dalla Consob, che deve stabilire se l’accordo Ligresti-Groupama comporta un controllo congiunto su Premafin e a cascata su FonSai e sulla controllata Milano Assicurazioni. Azéma ha parlato ieri a Parigi in occasione della presentazione dei conti annuali del gruppo, chiusi con utili in calo del 35% a 398 milioni, e ha dichiarato: «Siamo in attesa di una risposta (della Consob, ndr) per agire. A questo stadio consideriamo che sia un investimento interessante sul piano finanziario vista l’attuale valorizzazione della società, nel contesto di un mercato italiano che conosciamo bene e su cui abbiamo una presenza importante». E ha chiarito che «la partecipazione in Premafin potrebbe inoltre avere un interesse nel caso ci fossero evoluzioni nella struttura del gruppo». La scelta di Azéma è dunque chiara: adesso conquista uno strapuntino in Premafin, per avere sì un consigliere di minoranza ma anche la possibilità di guardare dentro il gruppo, e tra due anni (quando scadrà il lock-up di due anni cui i Ligresti sono vincolati in Premafin e FonSai) si vedrà il da farsi. E a quel punto non è escluso che i francesi possano puntare al controllo della compagnia o della holding. Ma per il momento il ceo del gruppo assicurativo transalpino non intende affrontare tali discorsi. Intanto bisogna aspettare il parere della Consob che, secondo fonti autorevoli, dovrebbe arrivare la prossima settimana. La questione è complessa perché l’authority presieduta da Giuseppe Vegas deve rispondere a due distinti quesiti presentati dai francesi: sul controllo congiunto e sull’ingresso diretto in Fonsai. Un ingresso, quello nella compagnia, che Groupama ha preso in considerazione, come riferiscono alcune fonti, per due motivi: per mediare il costo di Premafin, che quota a premio rispetto al patrimonio netto, con quello di Fonsai, specialmente se fosse acquistata attraverso l’aumento di capitale da 460 milioni in cantiere; dall’altro lato, perché le proiezioni sugli effetti dell’aumento di capitale hanno evidenziato una diluizione significativa di Premafin in Fonsai (la holding si è impegnata a sottoscrivere per almeno 100 milioni l’aumento della compagnia, meno del 40% di sua competenza), che per i francesi andava colmata. In ogni caso Groupama è vincolata a portare a termine l’operazione in Premafin se la Consob dirà che non c’è controllo congiunto, indipendentemente da come risponderà sul possibile ingresso in FonSai. «Siamo molto fiduciosi, speriamo che la risposta di Consob sia positiva. Se così non sarà, ma ne sarei molto sorpreso, allora esamineremo effettivamente la situazione con il cda», ha aggiunto Azèma. Per il momento comunque «non è prevedibile lo scenario di un’opa su Premafin perché la famiglia Ligresti non intende cedere il controllo». Benché, ha specificato il manager, un’eventuale offerta sia alla portata di Groupama. L’investimento nella catena Premafin-Fonsai, che potrebbe aggirarsi almeno intorno ai 250 milioni, è significativo per il Groupama, che ha chiuso il 2010 con utili in calo del 35% a 398 milioni anche a causa di eventi eccezionali come la tempesta Xynthia. Il fatturato è risultato invece il leggero aumento: a livello consolidato di Groupama sa (la holding destinata a essere quotata ma a partire dal 2012, ha spiegato Azéma) si è attestato a 14,7 miliardi (+1,4%). La raccolta premi è salita dell’1,6% a 17,6 miliardi. Nel ramo Persone (vita, previdenza, malattia) il fatturato è stato di 7,5 miliardi (-0,7%), mentre nel Danni è salito a 6,9 miliardi (+4%). In Italia Groupama Assicurazioni ha registrato ricavi in crescita del 7,8% a 1,5 miliardi (+7,3% nel ramo Danni, +8,9% nel ramo Persone). Azéma ha infine anche parlato di Mediobanca, di cui Groupama è azionista e membro del patto di sindacato. La quota non è stata svalutata e la vendita dell’1,8% non vincolato al patto, ha precisato, «non è d’attualità».