In data 8 gennaio è partito l’ennesimo modello organizzativo BCustomer e la situazione si presenta disorganizzata e potenzialmente esplosiva: solo venerdì pomeriggio/sera moltissime/i colleghe/i hanno scoperto quale ruolo fosse stato loro assegnato, senza peraltro avere una vaga idea di cosa dovranno fare; qualcuna/o non ha una postazione nella quale sedersi, qualcun altro/a ha cambiato filiera, costretto/a ad accantonare competenze e professionalità già acquisite per andare a ricoprire un nuovo ruolo senza previa e adeguata formazione.
Poi è apparsa su Blink la notizia “Bcustomer: pronti, partenza, via!”…ma il via era solo una falsa partenza, perché il link non funzionava e non era possibile accedere alla pagina dedicata per sapere cosa fare.
I trasferimenti sono stati spesso disposti in maniera massiva e senza adeguato preavviso; le lettere sono state inviate in tantissimi casi solo il giorno prima.
In mezzo alla più totale confusione e incertezza, come sempre, ci sono lavoratori e lavoratrici, che ancora una volta dovranno far fronte a carenze e problemi che non hanno contribuito a creare.
Per fortuna il budget, invece, è già pronto ed è stato tempestivamente comunicato alle Direzioni!
Possibile che la sola priorità siano gli obiettivi commerciali?
A parole le persone sono al centro, nei fatti le persone sono sommerse da pressioni commerciali e problemi da risolvere.
Questo modo di (non) gestire le risorse e di (non) organizzare il lavoro appare come un segnale preoccupante della strada che questa Azienda sta imboccando: una strada al tempo stesso farraginosa e autoritaria.
Per quale ragione si è ritenuto necessario spostare così tante persone in un lasso di tempo così breve, aggiungendo solo incertezza e confusione laddove sarebbe invece necessario garantire un minimo di stabilità e qualche punto di riferimento, sia per i lavoratori e le lavoratrici che per la clientela? Per quale ragione questa rivoluzione viene “messa a terra” senza una condivisione vera, con colleghe/i e sindacato, su obiettivi e modalità?
Anche da questo si può cogliere un negativo cambio di prospettiva nelle relazioni industriali e nella gestione del personale del Gruppo Bper.
Le lavoratrici e i lavoratori chiedono rispetto, tutele e risposte.