Toscana: un Comune su dieci è rimasto senza banca

Cento sportelli chiusi in un anno e mezzo

articolo di Repubblica Firenze il 13-10-2024

Un Comune su 10 in Toscana non ha uno sportello bancario e certifica una desertificazione che galoppa. Nel 2023, secondo la Fisac Cgil, la media fu di una chiusura ogni sei giorni. Un ritmo costante, che fa sì che vi siano secondo un’elaborazione First Cisl su dati Bankitalia e Istat – 46mila toscani e 2.900 imprese senza nemmeno uno sportello nel proprio Comune.

Dall’ottobre 2022 al maggio di quest’anno ne sono stati chiusi un centinaio, soprattutto in provincia di Firenze (20), Pistoia (13), Arezzo e Siena (12). Così il 17,6% dei Comuni ha uno sportello solo, il 9,5% nessuno.

Ma non è finita. Due giorni fa, ad esempio, il sindaco di Londa, Tommaso Cuoretti, è entrato nell’unica banca del suo Comune rifiutandosi di uscire al momento della chiusura: «Inutile parlare di mantenimento di aree interne e ripopolamento della montagna se non vengono attuate politiche che mantengano i servizi pubblici essenziali» ha spiegato, ricevendo il sostegno di parecchi sindaci vicini.

La questione è molto sentita: a Vernio a metà luglio il comitato “Una banca per Vernio” iniziò a raccogliere le firme per protestare contro la decisione, raccogliendone più di mille. «Purtroppo è arrivato anche qui il momento della chiusura della filiale di Mercatale, che lascia 2mila correntisti di Vernio e Cantagallo senza un servizio essenziale» ha spiegato due giorni fa, con rammarico, la sindaca di Vernio Maria Lucarini. Sia questa che quella di Londa sono filiali Intesa San Paolo che spiega che la continuità dei servizi e i rapporti coi clienti sono garantiti nella filiale accorpante, e che, per la specificità del territorio, è possibile prelevare gratuitamente per 6 mesi da altre banche e per 12 dagli esercizi commerciali del circuito Mooney (di cui uno a Londa) dove è possibile prelevare contanti, oltre che pagare bollette, F24, fare bonifici.

Negli ultimi anni pressoché tutte le banche hanno chiuso sportelli, da Mps, a Banco Bpm, Ubi, una serie di Bcc. Con Capraia e Limite quale Comune più grande che non ne ha più: 10 anni prima, spiegò nel 2022 il sindaco Guidi, di sportelli ce ne erano 4-5. Più di recente, hanno protestato i sindaci di Pieve a Nievole, Calci, Monterotondo Marittimo, dove il sindaco ha annunciato di voler avviare una raccolta firme per la riduzione d’orario a 3 giorni da parte di Mps. «Da anni la questione è all’attenzione di Anci. Stiamo lavorando sulle deleghe e ne daremo su spopolamento e aree interne e piccoli Comuni proprio perché la questione ci sta a cuore – spiega la neo-presidente di Anci Toscana Susanna Cenni – . La mia massima solidarietà va al sindaco di Londa, ma parlare di questo tema significa fare conti con servizi di ogni tipo: dalle poste alle scuole».

Nel 2016 la Regione con Cgil, Cisl e Uil e le federazioni bancarie sottoscrisse un protocollo per la creazione di un osservatorio permanente: un anno fa il segretario First-Cisl toscano Stefano Bellandi chiese di rilanciarlo, ora lo rimarca Paolo Cecchi, Segretario Generale Fisac Cgil Toscana: «Abbiamo chiesto l’apertura di un osservatorio così da cercare di spingere le banche a rendersi conto dei danni che fanno le chiusure, specie in certe zone. Vengono colpiti i più deboli: anziani ma pure Pmi e artigiani che per la loro attività necessitano di un rapporto frequente con la banca. Esprimiamo solidarietà al sindaco di Londa – conclude Cecchi – , questo è un processo che va avanti in modo quasi inesorabile, spinto dalla digitalizzazione e dal fatto che le banche così massimizzano i profitti. Ma l’attività bancaria e dell’intermediazione creditizia sono anche attività a valenza pubblica»

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