
L’incontro con il Sindacato dei Bancari di Rio de Janeiro
🇮🇹 Yuri Domenici
Segretario Generale Fisac Cgil Firenze
Siamo di fronte a una concentrazione senza precedenti del potere economico e finanziario. L’1% degli azionisti controlla l’80% del capitale globale, mentre colossi come BlackRock e Vanguard gestiscono patrimoni pari a metà del PIL mondiale. Questi fondi decidono strategie industriali, condizionano governi e mercati, impongono licenziamenti e tagli sociali in nome del dividendo. Il lavoro è diventato una variabile dipendente dalla rendita finanziaria. L’economia finanziaria è ormai 15 volte più grande di quella reale: chi muove i capitali decide il destino delle persone e delle democrazie.
Il problema non è la globalizzazione, ma un capitalismo senza regole, che si nutre di disuguaglianze e produce instabilità, guerre, crisi democratiche. Serve un cambio di paradigma: la politica deve tornare a regolare la finanza, non subirla. È urgente separare la finanza speculativa dall’economia reale. Se non interveniamo, saranno i fondi a decidere quali diritti possiamo permetterci.
Per questo la FISAC CGIL è in campo per un’economia al servizio delle persone, non dei profitti. E in quest’ottica, gli incontri internazionali tra sindacati, come quello che stiamo vivendo in Brasile con i bancari della CUT, non sono solo momenti di solidarietà, ma strumenti concreti per comprendere e contrastare insieme questo modello. Perché solo uniti, a livello globale, possiamo costruire un’alternativa alla dittatura della finanza.
🇧🇷 José Ferreira Pinto
Presidente Sindicato dos Bancários Rio de Janeiro
Questo scambio tra noi e il sindacato italiano è importante per condividere esperienze sul mondo del lavoro bancario. Qui in Brasile assistiamo a un aumento della terziarizzazione (esternalizzazioni – appalti ad aziende che non applicano le condizioni riservate ai dipendenti del credito), in particolare dopo la modifica della legislazione brasiliana del 2017.
Dal 2017, infatti, è stata permessa la terziarizzazione in tutte le attività.
C’è anche il fenomeno più recente dell’uso della tecnologia e dell’implementazione delle banche digitali, che si presentano alla società come banche, ma dal punto di vista della regolamentazione, della contribuzione fiscale e dell’occupazione, operano come aziende diverse. Questo rappresenta una sfida per noi nel cercare di organizzare e stipulare contratti per questa categoria. Noi rappresentiamo 450.000 bancari a cui viene applicato un accordo collettivo, ma ci sono complessivamente oltre un milione di lavoratori nel settore finanziario.
Anche questo è una sfida per la nostra organizzazione nel mondo del lavoro. Inoltre, affrontiamo la questione dell’internazionalizzazione delle banche, come nel caso del Banco Santander, una banca spagnola che si è espansa a livello globale e che qui in Brasile ha una lunga storia di attività, spesso caratterizzata da una forte rigidità, soprattutto in relazione al mondo del lavoro e alla difficoltà di stabilire negoziazioni che portino a reali miglioramenti per i bancari e le bancarie del Santander.
Il progetto “Leadership femminile”
🇧🇷 Adriana Nalesso
Presidenta Federa-RJ
A causa delle difficoltà che incontriamo nell’attrarre più donne verso il movimento sindacale, abbiamo costruito un progetto chiamato “Formazione di Leadership Femminile”, con l’obiettivo di coinvolgere queste compagne e fare in modo che siano effettivamente responsabilizzate all’interno dei sindacati.
Si tratta di un corso di formazione strutturato in tre moduli:
- uno dedicato alla contestualizzazione della storia del movimento sindacale,
- uno alla storia della lotta delle donne,
- e infine un modulo di oratoria, per stimolarle a parlare in pubblico, farsi ascoltare e prendere la parola con autorevolezza.
Sono progetti molto importanti per rafforzare e responsabilizzare le donne nel movimento sindacale. Abbiamo costruito questa idea insieme: facciamo parte di una federazione che riunisce sette sindacati.
Apparteniamo allo stato di Rio de Janeiro e, da lì, abbiamo capito la necessità di creare qualcosa che permettesse alle donne di prendere più spazio. Per dare un’idea, quando abbiamo fondato la federazione c’erano solo due donne nell’esecutivo.
Siamo passate da una rappresentanza femminile del 12% al 33%, cioè la partecipazione femminile è aumentata, il che dimostra che siamo sulla strada giusta.
La terziarizzazione e Santander
🇧🇷 Vinícius de Assumpção
Vice-Presidência – Contraf-Cut
Oggi la terziarizzazione all’interno del Santander – ma in realtà il problema riguarda tutto il sistema finanziario brasiliano – è un fenomeno in espansione. Le banche stanno cercando di ridurre i costi legati al personale e noi siamo in una lotta costante.
È una lotta quotidiana, giornaliera, contro questo tipo di precarizzazione. In effetti, la terziarizzazione sta colpendo duramente la nostra categoria.
Con questo meccanismo, le relazioni di lavoro vengono precarizzate. Le banche lo utilizzano per aggirare la nostra ampia convenzione collettiva di lavoro.
Questa convenzione prevede una serie di diritti. Quando un lavoratore viene esternalizzato e passa a lavorare per un’altra azienda, è soggetto a una diversa convenzione collettiva che garantisce meno diritti, meno conquiste, un salario più basso.
Così, tutto il suo rapporto con la banca non è più mediato dal sindacato, e la relazione lavorativa diventa completamente precarizzata.
Noi siamo in lotta: lottiamo politicamente, paralizziamo le unità, realizziamo una serie di attività con i bancari per dimostrare l’importanza della questione.
Ma stiamo anche combattendo in ambito giudiziario, per cercare di mantenere questa parte della categoria all’interno della nostra Convenzione Collettiva di Lavoro.
La vicenda dei dazi al 50% degli USA nei confronti del Brasile
🇧🇷 Ariovaldo de Camargo
Secretário Administração e Finanças CUT
In Brasile viviamo una situazione inusuale, anche se nel corso della nostra storia ci sono stati diversi momenti di tensione con gli Stati Uniti sul piano commerciale.
In questo momento però c’è un elemento che distingue il Brasile dal resto del mondo: si tratta di un intervento politico e non economico. Da 15 anni la bilancia commerciale brasiliana è favorevole agli Stati Uniti, cioè il Brasile registra un deficit da 15 anni nei rapporti commerciali con gli americani.
Il governo statunitense, a causa di un processo politico che stiamo attraversando in Brasile, legato ai crimini commessi da Bolsonaro, ha imposto una tariffa.
Si tratta più di una forma di persecuzione nei confronti della sovranità brasiliana che non di una misura commerciale, come invece è avvenuto con altri paesi. La relazione politica esce quindi dal campo della diplomazia ed entra in un campo di interventismo che il presidente Lula e la società brasiliana certamente non accetteranno. La sovranità del Brasile viene prima di ogni altra cosa. Non faremo marcia indietro.
In questo senso, questa posizione degli Stati Uniti apre la possibilità di far avanzare, ad esempio, il dibattito sull’accordo commerciale tra Unione Europea e Mercosul (Mercato Comune del Sud America).
Un grande commercio tra queste due regioni, finalizzato all’ampliamento equilibrato delle relazioni commerciali e non da un punto di vista protezionista da una delle due parti, ma per stabilire regole più chiare e obiettive, volte a costruire un equilibrio economico tra i due blocchi senza danneggiare nessuna delle catene produttive.
In questo caso, noi brasiliani siamo molto fiduciosi che la crisi con gli Stati Uniti possa tradursi in nuovi mercati e che questi nuovi mercati possano essere più sani non solo dal punto di vista commerciale, ma anche dal punto di vista dell’equilibrio e della tutela dei diritti dell’intera classe lavoratrice.
L’appello per l’estradizione di Carla Zambelli
🇧🇷 Ariovaldo de Camargo
Secretário Administração e Finanças CUT
L’opinione pubblica brasiliana ha seguito negli ultimi tempi la questione dell’arresto (avvenuto in Italia – ndr) di Carla Zambelli, una deputata (dell’estrema destra di Bolsonaro – ndr) che è fuggita dal Paese. In modo inspiegabile, ha lasciato il Brasile per non scontare una pena di 10 anni imposta dalla Corte Suprema brasiliana.
Noi brasiliani ci aspettiamo che il governo italiano possa fare uso del legame storico di amicizia tra Brasile e Italia. È importante che una criminale, che ha lasciato il Paese in circostanze molto strane, venga estradata in Brasile per scontare la pena per i crimini che ha commesso — pena che sarà certamente aumentata, visto che ci sono ancora alcuni procedimenti in corso.
Esigere il ritorno di Carla Zambelli in Brasile è fondamentale. Così come Robinho è stato trasferito dall’Europa al Brasile per scontare la sua pena — era un calciatore — anche in questo caso deve valere lo stesso principio. Per l’estradizione dell’Ex-deputata Carla Zambelli – possiamo già chiamarla così, perché sarà sicuramente destituita – rivolgiamo un appello diretto alle autorità italiane: estradate Carla Zambelli il più rapidamente possibile, affinché possa scontare la sua pena giudiziaria qui in Brasile.
Il servizio andato in onda sulla tv brasiliana del sindacato TVT