BPER: La banca. E noi.

3 - Fisac CgilCare colleghe e cari colleghi,

Chi lavora non può decidere come organizzarsi, con chi collaborare, quali orizzonti scegliere né per quali obiettivi lavorare o che direzione dare al proprio mestiere. Chi lavora subisce riorganizzazioni, cessioni, interessi di pochi a danno dei tanti, comunicati asciutti e decisioni prese lontano. Subisce scelte che appaiono spesso inspiegabili, a volte irrazionali, talvolta apertamente ingiuste.

Noi della FISAC CGIL non siamo interessati a plaudire le scelte strategiche dell’azienda.
Siamo però alle porte di un’operazione che porterà migliaia di persone all’interno di un unico grande gruppo e noi non guardiamo da dove si viene, ma dove si va. Sappiamo bene che queste operazioni possono generare incertezze sui perimetri occupazionali, sui ruoli, sulle condizioni di lavoro e sul benessere di lavoratrici e lavoratori: per questo lavoreremo per tutelare al meglio i differenti istituti contrattuali e ottenere una contrattazione di secondo livello ancora più robusta.

Una cosa certa è che la nostra forza è collettiva e, pur con tutte le sue contraddizioni, questa situazione porta dunque con sé anche una possibilità: la concentrazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori con le stesse problematiche, attese e aspirazioni significa anche una collettività di persone accomunate dalla stessa condizione di subalternità che si espande. E quando chi lavora si riconosce dalla stessa parte, questa concentrazione di persone può diventare consapevolezza.

La consapevolezza, se organizzata, è forza.

Benvenute colleghe, benvenuti colleghi.

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