Toscana – L’Angolo Rosso – l’anno che è stato e l’anno che verrà

Un bilancio del 2025 tra crisi, diritti negati e la forza della mobilitazione

Il 2025 si chiude con un quadro drammatico, segnato da tensioni internazionali, crisi industriali, tagli ai servizi essenziali e una crescente precarietà sociale. Ma è anche l’anno in cui lavoratrici e lavoratori hanno dimostrato che la mobilitazione è ancora uno strumento potente per cambiare il presente e difendere il futuro.

🗣️ Rossano Rossi – Segretario generale CGIL Toscana

Un contesto internazionale sempre più bellicista

L’anno è stato attraversato da una pericolosa deriva verso il riarmo, con oltre cinquanta conflitti attivi nel mondo. Tra questi, il genocidio in atto a Gaza rappresenta uno dei simboli più intollerabili della perdita di umanità. L’Italia, invece di prendere una posizione chiara per il riconoscimento dello Stato di Palestina, ha preferito il silenzio, mentre il governo spinge per introdurre una cultura militarista anche nelle scuole. Fortunatamente, gran parte della società – soprattutto i giovani – rifiuta questa logica.

Le guerre le pagano i poveri

La retorica del riarmo ha conseguenze dirette sui bilanci pubblici: si taglia lo Stato sociale per finanziare le armi. Sanità, scuola, trasporti e servizi agli enti locali sono i settori più colpiti. In Toscana, ad esempio, il sindaco di Firenze ha già segnalato l’impossibilità di garantire i servizi essenziali a causa dei tagli. La guerra, come ricordava Gino Strada, la decidono i potenti, ma la pagano sempre i più deboli: in povertà, in diritti negati, in vite umane.

Crisi industriali e cassa integrazione in aumento

La Toscana, storicamente manifatturiera, rischia oggi una desertificazione industriale. Le cassa integrazioni sono aumentate in modo esponenziale, da uno a dieci. Il settore moda, con 130.000 addetti, è solo il più evidente. Senza un intervento serio, anche l’automotive e altri comparti rischiano di seguire lo stesso destino. Il terziario – commercio e turismo – non basta, e spesso offre solo lavoro nero, precario e sottopagato.

Salari bassi e diritti a rischio

Il salario medio netto in Toscana per un lavoratore a tempo pieno si aggira intorno ai 1.300 euro al mese. Una cifra insufficiente per garantire indipendenza, famiglia, stabilità. I giovani non riescono a costruirsi un futuro. I servizi pubblici, che un tempo compensavano le disuguaglianze, oggi sono sempre più inaccessibili. La sanità, fiore all’occhiello della Toscana, è in grave difficoltà a causa dei tagli: liste d’attesa interminabili e rinunce alle cure sono ormai all’ordine del giorno.

🗣️ Tania Cità – Delega settore credito e assicurazioni, Fisac CGIL

Lavoro povero e dumping contrattuale

Anche nel settore del credito e delle assicurazioni si registra un allarmante fenomeno di dumping contrattuale. Contratti “pirata” firmati da sigle non rappresentative – come quello usato in alcune agenzie assicurative – portano a retribuzioni inferiori anche del 20% rispetto ai contratti collettivi firmati dai sindacati maggioritari. Questo genera una concorrenza sleale tra le imprese e un grave danno economico e sociale per i lavoratori.

🗣️ Tania Cità + Rossano Rossi

La Cgil rilancia: legge sulla rappresentanza e sanità pubblica

Il 2026 sarà l’anno delle proposte. La Cgil sostiene con forza una legge sulla rappresentanza sindacale, per impedire che sigle minoritarie firmando contratti peggiorativi penalizzino lavoratrici e lavoratori. Allo stesso modo, sarà promossa una legge di iniziativa popolare per riportare gli investimenti sulla sanità almeno alla media europea del 7,5% del PIL, contro il 6% previsto dall’attuale governo.

Giustizia: più assunzioni, meno controllo politico

Tra le priorità sindacali del prossimo anno c’è anche il sostegno al referendum sulla giustizia, contro ogni tentativo di rendere la magistratura sottoposta al potere esecutivo. Il problema non è il controllo, ma la mancanza di personale: servono almeno 12.000 assunzioni per garantire processi più rapidi, non leggi che limitano l’autonomia dei giudici.

Mobilitazione: lo sciopero del 12 dicembre e oltre

Lo sciopero generale del 12 dicembre ha mostrato un’adesione altissima, oltre il 70%, e una forte partecipazione in piazza. Firenze è stata l’epicentro della protesta in Toscana, con una presenza massiccia e determinata. I dati dimostrano che il sindacato è ancora vivo e rappresenta un punto di riferimento reale per chi lotta per diritti, lavoro e dignità.

Un 2026 di resistenza e proposte

Il futuro non può essere fatto di disoccupazione, sanità privata, lavoro povero e giovani senza prospettive. L’obiettivo è lasciare un mondo migliore di quello ricevuto, come hanno fatto le generazioni passate. Per questo, la Cgil continuerà a lottare con determinazione, senza farsi intimidire da chi vorrebbe delegittimarla. Perché senza lotta, si torna al medioevo dei diritti.


 

Conclusione

 

Il 2025 è stato un anno difficile, ma anche un anno di presa di coscienza. Il 2026 dovrà essere un anno di azione, proposta e resistenza. Perché il futuro, quello vero, si costruisce con i diritti, non con le armi.

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