Il nuovo numero di Prospettiva della Fisac Cgil BNL. Pubblichiamo l’editoriale di apertura.
La mia giornata da pendolare è iniziata come tutte le mattine stipata nel treno che mi porterà al lavoro dove tento di leggere il giornale che come al solito mi racconta delle prodezze del Presidente del Consiglio, delle ennesime morti in mare, diventate quasi distratta cronaca, del solito numero di politici sotto inchiesta, delle storie di corruzione e di Mafia e/o di camorra spa, dell’ Europa della finanza e degli affari, e cosi via; una giornata iniziata come tante altre con lo sgomento di vivere in una fase storica in cui quasi nulla mi appartiene. Quasi nulla perché qualche voce si leva, qualcuno in Europa dice no.
Si riaffaccia il Maggio francese e con esso la mia personale speranza, che malgrado la censura di regime, possa nascere un po’ di indignazione anche qui, in Italia. I francesi dicono: non vogliamo fare la fine degli Italiani: hanno ragione. Vantiamo un certo numero di bellissime menti, di persone generose, solidali, intelligenti e illuminate che non smuovono l’amorfa maggioranza. Una parte della mia giornata è stata dedicata alla raccolta delle firme per la Carta dei diritti.
No, la proposta non è la panacea di tutti i mali, ma è una voce fuori dal coro; chiama a raccolta partecipazione e coscienze, dice “ fallo anche tu, insieme proviamo a cambiare le cose” senza spaccare vetrine e accendere fumogeni.
La Carta dei diritti è una scossa. Allora vedere le facce dei tuoi colleghi che abbassano lo sguardo e ti sfuggono, gli stessi che si ricordano che esisti solo se si perpetua una ingiustizia nei loro personalissimi confronti, e si dimenticano di te, anzi ti evitano, quando le ingiustizie sono collettive.
Gli stessi che applicano “mors tua vita mea” con soave leggerezza, gli stessi che non vogliono comprendere che quella morte a conti fatti, può arrivare per tutti, anche per loro, be’ questi mi fanno pensare che sono davvero stanca di tanta ignavia. Che sono stanca del qualunquismo imperante, che sono stanca dell’indifferenza, che sono stanca dell’ingiustizia e che alla fine l’Italia ha quel che merita.
Ma poi incontro una di quelle belle facce, ha trent’anni non è solo arrabbiato. E’ curioso, colto, intelligente: nessuna presunzione, nessuna arroganza. Ecco per quelli come lui, io sarò in piazza, ancora una volta, testardamente. Malgrado voi.