Il Giro d’Italia BNL

Pubblichiamo l’editoriale di apertura del nuovo numero di Prospettiva, il periodico a cura della Fisac Cgil BNL.

Immaginiamo che il comitato organizzatore del GIRO d’ITALIA (quello ciclistico) decida, inaspettatamente, di abolire questo storico evento.

Immaginiamo poi – per quanto ovvio – di leggere la notizia dalle pagine rosa del famoso quotidiano sportivo che, con incauta franchezza, fornisse dettagli e motivazioni dichiarando, testualmente, tra lo sconcerto degli appassionati e l’entusiastica quanto interessata eccitazione delle testate concorrenti : “ …la manifestazione si è rivelata inutile e dispendiosa. Tuttavia se ne conserverà il nome abbinandolo ad una più che ridimensionata corsa rionale per amatori”.

Facile intuire che la vera notizia non sarebbe tanto quella di veder cancellare con un colpo di spugna il popolare appuntamento sportivo annuale ma, piuttosto, la farneticante nonché autolesionistica modalità con la quale il giornale la renderebbe pubblica suscitando addirittura l’interesse, a scopo di studio, dei più rinomati luminari della neuro psichiatria mondiale.

Per tranquillizzare il lettore e spegnere immediatamente ogni velleità di acquisizione delle quote di mercato lasciate libere nel settore editoriale sportivo diciamo subito che questa breve storia non troverà mai riscontro nelle cronache anche se non possiamo garantire, con altrettanta certezza, di riuscire ad arginare la grande sete di conoscenza che anima gli studiosi della branca medica.

Questi ultimi potrebbero, infatti, rivolgere le smaniose attenzioni sul GIRO d’ITALIA BNL e, più in particolare, sulle decisioni recentemente assunte dal management e rese note con modalità che, tuttavia, poco si discostano, nella sostanza, dal fantasioso e inverosimile racconto di apertura.

L’unico elemento di nostra condivisione risiede nella inutilità e nella dispendiosità dell’evento e, per questi motivi, certamente nessuno manifesterà attacchi di nostalgia a parte i noti personaggi in cerca solo di ribalte a fini di visibilità e potere che appaiono, almeno ai colleghi più anziani che ne hanno memoria, come il famoso radiocronista ciclistico Adriano De Zan che usava dire « Ho fatto malamente il ciclista per essere inattaccabile davanti al microfono. E con quello strumento tra le mani, mi sono divertito un mondo.»…

Quello che invece deve far riflettere riguarda l’ipocrisia manifestata da chi tenta di coprire la responsabilità dei propri errori facendo credere, attraverso dichiarazioni intenzionalmente inspiegabili e contradittorie, di adeguarsi, suo malgrado, al nuovo corso decisionale.

All’Editore che ha deciso di avviare l’ennesimo esperimento di ristrutturazione suggeriamo di pensare un po’ meno alla revisione del modello di servizio – con tutte le solite puntuali ricadute negative sui lavoratori – perché le soluzioni, a volte, sono molto più vicine di quanto si creda.

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Photo by CiclismoItalia

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