BNL: trasumanar e organizzar

Come nel più classico dei giochi, quello dell’oca, ci pare essere cascati nella casella “tornate indietro”; il nuovo progetto di riorganizzazione aziendale – partorito dopo oltre 9 mesi di gestazione – è simile, per alcuni aspetti, ad un passato ormai lontano, demolendo ciò che è stato fatto in questi ultimi anni. Tutto ciò non solo conferma le nostre critiche ai diversi piani susseguitisi nel tempo, ma stigmatizza il fallimento di un certo tipo di progettualità aziendale evidenziando, purtroppo, l’unico risultato pratico: la riduzione ed il contenimento dei costi.

Infatti, questa ennesima riorganizzazione aziendale sembra azzerare il modello sinora adottato, caratterizzato da una complessa e lunga “catena di comando”, annidata in tutte le strutture aziendali, sia in rete che in DG. Un modello che si è concretizzato nella costruzione di una piramide rovesciata in cui la base (gli addetti alla produzione) risulta sempre più esigua e scarnificata rispetto ad un vertice ipertrofico, sproporzionato e deresponsabilizzato. Non è un caso che in questi ultimi anni il numero dei dirigenti sia passato da 290 ad otre 350 mentre i dipendenti sono costantemente diminuiti da oltre 16.000 a circa 13.000!

Si è costruita in questi anni una struttura che sembra predisposta proprio per nascondere le cause di inefficienza e di mancanza di efficaci strategie commerciali che sono da imputare, invece, ad un management su cui deve ricadere, invece, tutta la responsabilità della gestione e delle scelte aziendali. Management, sorprendentemente, buono per tutte le stagioni, sia per la disastrosa gestione che ci ha portato agli odierni risultati che per quella futura.

In rete, infatti, si vive da anni in uno stato di permanente disorientamento e demotivazione, sottoposti ad un unico pressante imperativo categorico : vendere, vendere, vendere! Il dio budget, calato dall’alto e completamente scollegato dalle realtà locali, e la necessità di affrontare le difficoltà strutturali del sistema, hanno prodotto una distorta, pericolosa e sbagliata risposta: pressioni commerciali a tutto campo che demotivano e scoraggiano i colleghi!

L’Azienda si organizza in base alle proprie esigenze e strategie commerciali, ma nel momento stesso in cui il piano aziendale prevede pesanti sacrifici a carico dei lavoratori, il compito del Sindacato è certamente quello di intervenire per modificare radicalmente le “leve abilitanti” che l’azienda intende adottare. In esse manca del tutto l’indispensabile criterio di equità nello spinoso ed intollerabile capitolo delle leve finanziarie proposte dall’Azienda con lo scopo di raggiungere un corposo risparmio sempre ed esclusivamente a carico delle lavorartici e dei lavoratori.

Il Sindacato ritiene necessario che si adottino logiche diverse dal passato che assicurino una forte ed evidente discontinuità rispetto alla costante prassi sinora adottata! Solo in questo modo gli uomini e le donne della BNL potranno attrezzarsi efficacemente per assicurare a se stessi ed all’Azienda un degno futuro in un mondo sempre più complesso e competitivo.

Roma, 28 ottobre 2016

Segreterie di Coordinamento Nazionale Gruppo BNL

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – SINFUB –UGL – UILCA – UNISIN

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Photo by pigliapost

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