Settimana per il futuro” e Global Climate Strike Venerdì 27 settembre si svolgerà il terzo Global Climate Strike. Gli scioperi globali per il clima sono promossi dal movimento dei #FridaysForFuture, movimento a cui la CGIL ha aderito e che ha sempre sostenuto.
Il 23 settembre si terrà a New York un vertice ONU sul clima. Per fare pressioni sul vertice, dal 20 al 27 settembre, milioni di persone in tutto il mondo parteciperanno alle mobilitazioni della “Settimana per il futuro”. La CGIL ha programmato una serie di iniziative nazionali e territoriali.
Il 27 settembre sono previste assemblee di posto di lavoro su emergenza climatica e contrattazione e partecipazione ai cortei dei giovani.
Emergenza climatica, conseguenze dell’inazione e vantaggi dell’azione
Le conseguenze del cambiamento climatico sono già evidenti, anche nel nostro paese: temperature record, ghiacciai che si sciolgono, incendi, alluvioni e uragani devastanti e più frequenti, milioni di persone affette da malnutrizione a causa della siccità costrette a scegliere fra fame e migrazioni forzate. L’accordo di Parigi del 2015 ratifica l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2°, ma gli impegni volontari assunti dai vari Stati, fra cui l’Unione Europea se fossero rispettati da tutti i paesi, porterebbero ad un incremento della temperatura superiore a 3°.
Con un aumento di 2° si stimano 100-400 milioni di persone a rischio fame e 1-2 miliardi di persone che non avranno accesso adeguato all’acqua. Entro il 2050 il cambiamento climatico potrebbe portare 200 milioni di nuovi migranti climatici. Il cambiamento climatico aggraverà la povertà e le disuguaglianze determinando quello che è stato definito un apartheid climatico. Il tempo stringe, (lo Special Report 1,5° dell’IPCC dice che ci restano solo 11 anni per rimanere entro 1.5°) e i governi non stanno agendo.
I sussidi all’industria dei combustibili fossili rappresentano il 6,3% del PIL globale, in Italia 16,8 miliardi di sussidi nel 2017. Accelerare una Giusta Transizione, tutelando i diritti dei lavoratori e delle comunità dipendenti economicamente dalle fonti fossili e quelle particolarmente colpite dall’impatto del cambiamento climatico è il nostro obiettivo.
Come documentato da numerosi studi, la transizione può avere ripercussioni positive anche sull’occupazione, perché la perdita di posti di lavoro conseguente all’uscita dalle fonti fossili può essere più che compensata dai nuovi lavori necessari nei settori che contrastano il riscaldamento globale.
Emergenza climatica e giustizia climatica, priorità per la CGIL
La lotta al cambiamento climatico è necessaria e urgente perché mette a rischio la sopravvivenza sul pianeta di numerosi specie, compresa quella umana. Per essere vinta comporta un cambiamento radicale dell’intero sistema economico e produttivo che deve spostarsi da un modello basato sulle fonti fossili, estrattivista, capitalista, consumistico e iniquo a un nuovo modello di sviluppo equo e sostenibile. Il cambiamento non può essere lasciato al libero mercato, la CGIL da anni promuove un intervento dello Stato in economia, anche con la creazione diretta di posti di lavoro.
Si tratta di modificare profondamente il nostro modello di sviluppo nella direzione di un deciso contrasto alle disuguaglianze, per la giustizia sociale, la ricerca della piena occupazione, la lotta per l’equità intra e intergenerazionale e di genere, la difesa dei diritti umani.
È una sfida che investe ed investirà necessariamente il lavoro e che si dovrà accompagnare ad un percorso di tutele per garantire una giusta transizione che non scarichi sui lavoratori i costi sociali di queste scelte e nel contempo determini la nascita di nuove opportunità occupazionali. È una sfida che ci riguarda e che vogliamo affrontare da protagonisti.
Cosa possiamo fare con l’azione sindacale
Per la CGIL la contrattazione è lo strumento prioritario per rivendicare il cambiamento. Con la piattaforma integrata per lo sviluppo sostenibile la CGIL ha rilanciato due anni fa la contrattazione, sia confederale che di categoria, che affronti con la dovuta urgenza l’emergenza climatica, la riconversione ecologica del sistema produttivo, la tutela ambientale, lo sviluppo di città sostenibili, l’uso efficiente delle risorse e tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile a partire da quello della piena occupazione. Sono essenziali anche le alleanze e la mobilitazione.
La CGIL negli anni ha creato alleanze per la comune lotta per la giustizia climatica, con la CIS e la CES, nel rapporto unitario con CISL e UIL, nella
Coalizione Clima, nel rapporto costante con le maggiori associazioni ambientaliste, nell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile, nella TUED con il movimento #FridaysForFuture.