Inform@fisac settembre 2014 n.2

 

Bper parteciperà a TLTRO di giovedì per 2 miliardi

 

La Banca Popolare Emilia Romagna intende partecipare all’asta di fondi TLTRO (Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, Targeted Longer – Term Refinancing Operations) della Bce di giovedì prossimo per un importo di 2 miliardi di euro. “Contiamo di partecipare per l’intero importo già all’asta di giovedì”, ha detto oggi una fonte vicina alla banca, ricordando che l’ammontare massimo che Bper può chiedere è appunto 2 miliardi di euro.

La prima delle due nuove operazioni di finanziamento a lungo termine annunciate dalla Bce nel meeting di giugno si terrà giovedì 18 settembre. Allo scopo di favorire i prestiti alle imprese e alle famiglie, l’Istituto centrale a messo a disposizione delle banche liquidità a medio termine a un tasso pari allo 0,25%, cioè 10 punti base sopra il tasso di riferimento dell’euro. La seconda operazione si svolgerà il prossimo 11 dicembre.

La prima Tltro potrebbe avere un impatto importante sul sentiment degli investitori, dato che una buona parte della liquidità richiesta dalla banche potrebbe essere dirottata all’economia reale. Pertanto i mercati apprezzeranno se la richiesta dovesse essere particolarmente alta, verosimilmente superiore ai 250 miliardi di euro. Al contrario, una richiesta molto bassa potrebbe voler dire una certa riluttanza del settore bancario, soprattutto periferico, ad aumentare i prestiti all’economia.

Secondo recenti indiscrezioni riportate da Bloomberg, Unicredit chiederà 7 miliardi di euro, Monte dei Paschi 3,5 miliardi. Intesa Sanpaolo una cifra complessiva di 13 miliardi di euro tra prima e seconda tornata. Il Banco Popolare 3,8 miliardi di euro in tutto. Mentre Ubi Banca non avrebbe in programma di avanzare richieste per giovedì, probabilmente attingerà alla liquidità della Bce a dicembre per 3 miliardi di euro.

“Una richiesta di 37 miliardi di euro da parte delle banche italiane per accedere alla prima asta della Bce è un dato realistico”, ha affermato oggi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Credo che le banche abbiano molta voglia di prestare e di far rendere i loro investimenti”, ha aggiunto, ritenendo che con i nuovi strumenti a disposizione “il credito delle banche alle imprese aumenterà e che quindi andremo nella direzione giusta”.

D’altra parte è anche vero che, rispetto alle precedenti iniezioni di denaro da parte della Bce avvenute nel 2010 e nel 2011, le banche italiane hanno meno urgenza di questa liquidità a basso prezzo perché sono tornate ad approvvigionare sul mercato dei capitali e perché la richiesta di prestiti da parte di famiglie e imprese non sta ripartendo. Oggi dal bollettino mensile dell’Abi è emerso che ad agosto è stato registrato un calo del 2,3% dei prestiti, comunque meglio del -2,5% di luglio. -1,1% per famiglie e imprese.

Inoltre, grazie alle ricapitalizzazioni portate a termine negli ultimi anni, di cui 11 miliardi di euro solo quest’anno, le banche italiane vantano oggi un indice di solidità patrimoniale, Core Tier 1, che in media viaggia intorno all’11%, molto al di sopra della soglia minima richiesta dalle autorità europee (8%). Senza contare che hanno alzato le coperture sui crediti deteriorati su livelli che non si vedevano, mediamente, dal 2009.

 

Fonte: Milano Finanza

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