Oplà n°31 – Discriminazioni di genere e molestie

 

OPLÀ – Discriminazioni di genere e molestie: un rapporto di potere distorto e legato alla gerarchia


Torna all’indice In Italia dal 5% al 20% delle donne ha subito atti di aggressività o di violenza sul lavoro in aziende con più di 10 dipendenti.
I rischi fisici e psicosociali sono fortemente legati all’organizzazione del lavoro, alla strutturazione dell’ambiente di lavoro, alla tipologia di attività lavorativa, alla formazione ed informazione.
L’ordinamento italiano e la Convenzione di Istanbul tutelano e distinguono tra discriminazione diretta e indiretta.
Discriminazione diretta si ha quando l’effetto pregiudizievole si produce in condizioni comparabili trattate in modo difforme o con molestie o con indicazioni ordinate a discriminare o per maternità.
È discriminazione indiretta quando disposizioni, criteri, prassi mettono delle lavoratrici o dei lavoratori in posizione di svantaggio quando non essenziali a svolgere l’attività che comunque deve avere un obiettivo legittimo e mezzi appropriati e necessari.
La discriminazione diretta non può avere alcuna giustificazione, salvo alcune tassative eccezioni legate ad arte e moda, mentre la discriminazione indiretta può avere giustificazioni se le scelte fatte non sono discriminatorie.
È definita discriminazione diretta con sentenza la discriminazione a non assumere le donne perché possono andare in maternità oppure, ai fini di un trasferimento di sede, riproporzionare l’anzianità di servizio dimezzandola per il periodo part-time mentre, è stato considerato discriminatorio in modo indiretto un bando per assumere vigili urbani con un contratto previsto solo a tempo pieno con esclusione del part-time perché indirettamente discriminava le donne che attraverso il part-time possono conciliare tempi di vita e cura con i tempi di lavoro.
Le molestie sono discriminazioni dirette attuate con comportamenti indesiderati posti in essere per ragioni connesse al sesso con lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo.
Le molestie svalorizzano l’appartenenza di genere anche se espresse con un mazzo di fiori che imbarazza o complimenti fuori luogo in una chat.
Oggi i mezzi attraverso i quali possono essere attuate sono amplificati e di conseguenza ampliato è il concetto di luogo di lavoro.
Le molestie sessuali apparentemente sono connesse all’erotismo, ma lo scopo e l’effetto vanno considerati dal punto di vista di chi le subisce e non conta l’intenzione di chi le agisce e invade la sfera della persona creando un ambito intimidatorio.
Le molestie non attuano un comportamento neutro, ma illecito ed ingiustificabile che viola la dignità della persona sia espresse verbalmente, che fisicamente, sia visivamente che nel rapporto relazionale, sempre indesiderate.
Ricordiamo che in Europa il 33% delle donne ha subito molestie ed il 50% proposte indesiderate.
Poniamoci sempre la domanda: ‘ se non appartenessi a questo genere questo comportamento sarebbe stato tenuto con me?’
E’ importante affinare la nostra sensibilità come lavoratrici e lavoratori, ricordare che maternità e part-time sono temi principe della tutela dalle discriminazioni e non perdere di vista queste tematiche di genere come dirigenti sindacali nella contrattazione e quando si fanno i contratti.

Ringrazio l’Avvocato Marina Capponi, la Fondazione Di Vittorio, INAIL e CGIL per i contenuti di un corso dedicato al tema cui ho attinto a piene mani per questo articolo.

Elisabetta Masciarelli
Coordinatrice Nazionale OP FISAC Generali

Un GRAZIE SPECIALE ad Erika per la sua disponibilità ad essere punto di riferimento e supporto a tutte le colleghe in merito a diritti legati alla maternità e congedi.
Sono Erika, ispettrice di Pistoia. Mi avvicino più concretamente al mondo sindacale da neomamma.
Il bisogno di sapermi muovere bene tra tutele e normative riguardanti il mio ” status” mi porta a studiare, approfondire e a conoscere un mondo fatto di norme poco chiare e nascoste da procedure burocratiche farraginose, quasi demotivanti. Ottengo, tutto ciò a cui una neomamma ha diritto, e cerco di
cominciare un percorso di supporto a tutte quelle neomamme che possano aver bisogno di tutte le informazioni necessarie.
Il positivo incontro con Elisabetta di Fisac ed il supporto ricevuto mi hanno portato a decidere di formarmi per assumere il ruolo di rsa.
Ogni esperienza di vita ci consente di aprire dei mondi .. con razionalità, curiosità e un pizzico di ostinazione anche le montagne più ripide possono essere scalate.
Non dimentichiamolo mai, tutto si può, la conoscenza è il più grande strumento che possa consentirci di non rimanere mai indietro.

Erika Giraldi

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