Si è svolta ieri l’iniziativa, presso il circolo SMS di Rifredi, “Partita doppia” di cui pubblichiamo le immagini. Di seguito un’intervista Con Yuri Domenici – Segretario Generale della Fisac CGIL di Firenze sul tema trattato.
Domanda: Buongiorno Yuri, ci può parlare dell’attuale situazione della previdenza complementare in Italia?
Yuri: Certamente. Secondo la relazione annuale della Covip, nel 2023 gli iscritti alla previdenza complementare in Italia sono arrivati a 9,6 milioni, con un incremento del 3,7% rispetto all’anno precedente. Questo dato, però, rappresenta solo poco più di un terzo della forza lavoro totale. Per fare un confronto, in Germania e nei Paesi Bassi l’adesione è rispettivamente dell’84% e del 93%. A quasi 30 anni dalla riforma Dini, rimangono ancora fuori due lavoratori su tre dal secondo pilastro pensionistico.
Domanda: Quindi c’è ancora molto da fare. Quali sono i principali gap che emergono da questa analisi?
Yuri: Assolutamente. La relazione evidenzia disparità socio-demografiche significative. Ad esempio, oltre il 60% degli iscritti è uomo, mentre le donne rappresentano solo il 38% e, mediamente, versano contributi inferiori del 20% rispetto agli uomini. Inoltre, il tipico iscritto è un uomo di circa 50 anni, residente al nord. Le donne sono ancora meno rappresentate nei fondi negoziali, dove costituiscono solo il 27%, mentre nei Piani Individuali Pensionistici (PIP), considerati meno vantaggiosi, sono quasi la metà degli iscritti. Questo evidenzia che le donne, purtroppo, hanno minore continuità lavorativa e salari più bassi.
Intervistatore: E per quanto riguarda i giovani?
Yuri: Anche qui c’è un forte gap generazionale. Solo il 20% degli iscritti ha meno di 35 anni, e il loro contributo medio è inferiore del 40% rispetto alle altre fasce d’età. Negli ultimi anni si è registrato un leggero aumento nella partecipazione dei giovani, passata dal 17,6% nel 2019 al 19,3% nel 2023, ma questo è avvenuto soprattutto grazie all’aiuto delle famiglie, che iniziano ad aprire posizioni di previdenza complementare per i loro figli. Tuttavia, il sistema fiscale non incentiva adeguatamente queste iniziative familiari.
Domanda: Come vede il futuro della previdenza complementare in Italia?
Yuri: Siamo di fronte a una vera e propria bomba sociale. Con il calo demografico, il numero di giovani è diminuito drasticamente e le conseguenze per il sistema pensionistico, sia pubblico che complementare, saranno gravi. Nei prossimi dieci anni, molti boomer andranno in pensione, creando un’enorme pressione sui fondi, che potrebbero non essere in grado di sostenere prestazioni adeguate. Ci sono 16 milioni di italiani che rischiano di andare in pensione con meno del 70% dell’ultimo stipendio, e per i lavoratori autonomi si parla addirittura del 50%. Questo significa che chi può risparmiare dovrà farlo per colmare il gap.
Domanda: Parliamo dei rendimenti. Come si comportano i fondi pensione rispetto al TFR?
Yuri: In termini di rendimento, i fondi con maggiore contenuto azionario si sono dimostrati più vantaggiosi nel lungo termine rispetto al TFR. Negli ultimi dieci anni, le linee azionarie hanno avuto un rendimento annuo composto tra il 4,2% e il 4,5%, ben superiore al tasso di rivalutazione del TFR, che è stato del 2,4%. Tuttavia, i giovani tendono a preferire investimenti garantiti, mentre dovrebbero orientarsi maggiormente verso quelli azionari, che sono più indicati per chi ha davanti un orizzonte temporale lungo.
Domanda: Cosa pensa delle proposte per incentivare la partecipazione dei giovani alla previdenza complementare?
Yuri: Tra le proposte attualmente sul tavolo del governo c’è quella di far versare ai giovani il 25% della quota mensile del TFR nei fondi previdenziali integrativi. Noi non crediamo che sia una misura utile a rilanciare la previdenza complementare: per far fronte al problema della bassa adesione, sarebbe più utile un incentivo finanziario per coloro che hanno redditi bassi o carriere discontinue. Inoltre, servirebbe più flessibilità nelle anticipazioni per coprire, ad esempio, le spese per la cura dei genitori anziani.
Domanda: E per quanto riguarda le prestazioni finali?
Yuri: Oggi la scelta di convertire il capitale in una rendita vitalizia è ancora marginale, ma per molti risulta difficile gestire i soldi riscattati tutti in una volta. Servirebbe che i fondi offrissero rendite più interessanti e proteggessero il capitale, evitando la smobilitazione dei soldi che potrebbero continuare a essere investiti nell’economia reale. Se fosse possibile anticipare l’accesso alla pensione di base per chi sceglie la rendita, credo che questa opzione diventerebbe più apprezzata.
Domanda: In conclusione, come vede il futuro della previdenza complementare in Italia?
Yuri: In Italia abbiamo 302 fondi pensione con un patrimonio di 338 miliardi di euro. La consapevolezza che le pensioni pubbliche non saranno sufficienti per mantenere il tenore di vita lavorativo c’è, ma manca ancora l’azione concreta. L’educazione finanziaria e previdenziale è scarsa, e anche noi sindacati dobbiamo ammettere che abbiamo abbassato troppo la guardia su questo tema. È tempo di recuperare il tempo perso e rilanciare la questione con forza.
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I relatori della serata:
Grazie al circolo SMS di RIFREDI e a tutti i volontari:
I Magnitudo18 in concerto per noi. (QUI una loro canzone, e QUI per scoprire tutto su di loro)
Le Soulrise in concerto per noi (QUI un loro canzone e qui per scoprire tutto su di loro):