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La verità sugli OP di Generali
Con il rientro dalle vacanze, per tanti colleghi OP – i dipendenti con mansioni commerciali – riparte la solita corsa agli obiettivi. La pausa estiva è servita a ricaricare le energie, ma già dal primo giorno si riaffaccia la realtà fatta di numeri, pressioni e richieste sempre più alte da parte dell’azienda.
Un tempo questo ruolo era centrale e ben riconosciuto: gli OP erano il motore della compagnia sul territorio, rispettati e adeguatamente remunerati. Oggi, invece, vivono una condizione di progressiva svalutazione e invisibilità, pur restando fondamentali per i risultati aziendali.
Un ruolo fondamentale, ma invisibile
Gli OP incontrano i clienti, costruiscono fiducia, traducono in realtà le strategie aziendali. Ma il loro lavoro viene troppo spesso valutato solo attraverso i numeri, dimenticando che dietro ci sono persone, competenze e impegno quotidiano.
Le contraddizioni del sistema
• Retribuzione instabile: la parte variabile pesa sempre di più, rendendo difficile programmare il futuro.
• Obiettivi crescenti: ogni anno più alti, mentre il mercato non segue lo stesso ritmo.
• Carichi di lavoro e rientri stressanti: le ferie finiscono e subito partono campagne aggressive, senza strumenti adeguati.
• Rischio di lettere monitorie: chi non raggiunge i target rischia richiami formali, che generano un clima di paura più che di collaborazione.
• Carriera bloccata: poche prospettive di crescita, a differenza di un tempo.
Ripartire con dignità
Il rientro dalle vacanze non deve coincidere con l’inizio di un nuovo ciclo di ansia e precarietà. Gli OP sono e restano il volto di Generali verso i clienti. È ora di dirlo con chiarezza: gli OP meritano rispetto, dignità e tutele, non pressioni e lettere di richiamo.
Paolo Sollecito