Una puntata dedicata a lavoro, credito e risparmio
Nella puntata del 12 novembre 2025 de L’Angolo Rosso, la trasmissione quindicinale curata dalla FISAC CGIL Toscana e trasmessa su Controradio TV, protagonisti del dibattito sono stati Daria Bertini e Alessio Atrei, membri della segreteria fiorentina della Fisac CGIL.
Il confronto ha attraversato i temi della legge di bilancio 2026, della crisi dei salari e del ceto medio, fino alle prospettive di mobilitazione sindacale e al valore della contrattazione come strumento di giustizia sociale.
Una manovra che non risponde ai bisogni reali del Paese
Dalle considerazioni di Alessio Atrei emerge una forte preoccupazione per una manovra economica giudicata inadeguata a contrastare l’impoverimento diffuso.
Secondo l’analisi di FISAC Firenze, la legge di bilancio si caratterizza per una distribuzione delle risorse squilibrata, con vantaggi concentrati sulle fasce medio-alte e benefici irrisori per i redditi più bassi.
Il quadro che ne risulta è quello di un Paese dove il potere d’acquisto continua a diminuire e i servizi pubblici vengono progressivamente erosi dall’assenza di investimenti.
Nelle parole di Atrei, la logica sottesa è quella di “un caffè in più ma un esame medico in meno”: una metafora che riassume il rischio concreto di privatizzazione silenziosa della sanità e di riduzione dei diritti universali.
Durante l’attivo dei delegati CGIL al Mandela Forum, uno dei momenti più intensi è stato l’intervento di un lavoratore del settore Airbnb, protagonista del primo sciopero del comparto: un segnale forte di riscoperta collettiva del valore della mobilitazione.
Una voce che ha restituito il senso di una battaglia più ampia contro quello che Tomaso Montanari, intervenuto alla stessa assemblea, ha definito “darwinismo sociale”: la legge del “si salvi chi può” applicata all’economia e al welfare.
Il ceto medio e il mondo finanziario: un equilibrio che si spezza
Nel mondo del credito e delle assicurazioni, osserva ancora Atrei, le trasformazioni del lavoro hanno eroso molte certezze.
Pur con rinnovi contrattuali che hanno finora permesso di reggere l’impatto dell’inflazione, il settore vive oggi le stesse fragilità che attraversano l’intera società: meno occupazione stabile, più esternalizzazioni, dumping salariale e precarietà crescente.
La riflessione tocca anche il tema dei contratti pirata, presenti nel comparto degli appalti assicurativi: accordi firmati da organizzazioni prive di reale rappresentanza, che producono diseguaglianze e disorientamento tra i lavoratori.
La FISAC insiste sulla necessità di una legge sulla rappresentanza, capace di assicurare che i contratti collettivi vengano sottoscritti soltanto da chi rappresenta davvero i lavoratori, evitando frammentazioni e abusi.
Una buona notizia: firmato il primo contratto integrativo in un’agenzia di appalto assicurativo
La parte più incoraggiante della puntata arriva con l’intervento di Ilaria Bertini, segretaria FISAC Firenze con delega ai settori broker e appalto assicurativo.
Proprio in questo ambito è stato firmato il primo contratto integrativo aziendale in un’agenzia fiorentina — Generali Rifredi — un traguardo che segna un passo in avanti significativo per la categoria.
L’intesa si distingue per la forte attenzione agli aspetti sociali e di welfare:
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un giorno retribuito per attività di volontariato;
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percorsi di formazione e leadership femminile, in un comparto composto in larga maggioranza da donne;
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tutele per i caregiver che assistono familiari non autosufficienti;
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adeguamento graduale dei buoni pasto fino a 10 euro, in linea con le nuove soglie di detassazione.
Nelle parole di Bertini, l’accordo rappresenta un punto di partenza e non di arrivo, un modello da estendere anche alle agenzie di dimensioni minori.
L’obiettivo è favorire un processo di contrattazione diffusa, in grado di migliorare le condizioni di chi opera in segmenti meno tutelati del settore assicurativo.
Dal dialogo quotidiano alla mobilitazione generale
Secondo Atrei, l’attività di un sindacato come la FISAC non si limita alla protesta, ma vive soprattutto nel confronto quotidiano con le aziende.
È proprio questa costanza di relazioni, accordi e soluzioni concrete a rendere più solide e credibili le critiche verso le scelte del Governo.
Nel merito della manovra, la segreteria fiorentina sottolinea l’assenza di una visione di Paese: l’obiettivo di restare sotto il 3% del deficit-PIL appare rispettato solo per fini contabili, senza un reale progetto di redistribuzione o di sviluppo.
In un contesto segnato da crescenti disuguaglianze, torna centrale il tema della giustizia fiscale e della redistribuzione della ricchezza, troppo spesso bloccato da resistenze di chi difende posizioni di rendita.
Per questi motivi, la CGIL ha avviato un percorso di mobilitazione nazionale che culminerà nello sciopero generale del 12 dicembre 2025.
Le settimane precedenti saranno dedicate a assemblee territoriali e nei luoghi di lavoro, per costruire una partecipazione consapevole e condivisa.
Un invito collettivo alla partecipazione
La puntata si chiude con un messaggio chiaro: la necessità di partecipare attivamente per invertire la rotta di un Paese che rischia di lasciare indietro chi lavora.
Le promesse di riforma del sistema pensionistico si sono tradotte, al contrario, in un ulteriore innalzamento dell’età pensionabile.
Per la FISAC CGIL, lo sciopero del 12 dicembre rappresenta una risposta di dignità e solidarietà, un gesto per riaffermare che il lavoro e i diritti non sono variabili dipendenti dei conti pubblici.