(Reuters) – Il Comune di Firenze cambia strategia in tema di derivati: abbandona l’autotutela, dicendosi disposto a pagare le rate arretrate non saldate, e punta a un accordo globale che chiuda tutte le controversie in essere con le banche con cui erano stati sottoscritti i contratti. E un accordo si prospetta “in brevissimo tempo”.
E’ quanto emerge da un documento dell’assessorato al Bilancio.
“Una transazione tombale, contemporanea e uniforme, con le banche che comporti l’abbandono di tutti i giudizi in Italia e in Inghilterra, con costi legali compensati dalle parti”. Si legge, a proposito della chiusura della partita dei derivati sottoscritti con Ubs, Merryll Lynch e Dexia tra il 2000 e il 2006, nella risposta, datata 10 luglio, dell’assessorato ad alcuni consiglieri di opposizione.
Palazzo Vecchio fa quindi retromarcia rispetto alla strada dell’autotutela e punta ad un accordo stragiudiziale che comporti, tra l’altro, la riattivazione dei contratti e il cui “obiettivo primario è interrompere le cause presso l’Alta Corte di Londra”, secondo quanto si legge nel documento.
Secondo il documento “si apre la prospettiva di addivenire in brevissimo tempo” a una transazione tombale che comporti la “conseguente riattivazione dei tre contratti con i normali flussi finanziari originariamente previsti”, la “rinuncia da parte delle banche, in misura totale o parziale agli interessi legali e moratori sulle rate accantonate” e “l’interruzione, in un’unica delibera, da parte del Comune di Firenze della procedura di autotutela e pagamento del pregresso e delle rate in scadenza (già accantonate in bilancio)”.
Riguardo lo stato dei contatti con le banche, si legge che “la nuova ipotesi è stata già in buona parte sviluppata con trattative che hanno portato a tangibili risultati positivi con Ubs e Merrill Lynch. Anche con Dexia il quadro si è notevolmente rasserenato e la trattativa procede più speditamente”.
Pesa tra le motivazioni citate a sostegno della nuova strategia, la sentenza del Tar della Toscana che ha di fatto riconosciuto la competenza della giustizia britannica.
La sentenza “ha definito il ricorso di Dexia contro il Comune di Firenze, dichiarandolo inammissibile per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, trattandosi […] non di atti pubblicistici di autotutela amministrativa, bensì di recesso civilistico su un contratto in essere, in quanto i contratti di swap del 2006 costituivano una rinegoziazione del precedente derivato del 2002 di Merril Lynch”. La sentenza quindi “sicuramente ha un peso per i risvolti sul procedimento inglese in punto di giurisdizione, avvalorando di fatto la tesi delle banche dinanzi all’Alta Corte di Londra”.
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